Milano, 30 maggio 2011 - Con la vittoria acclarata di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli, è tempo di bilanci anche per il centrodestra uscito sconfitto dalla tornata elettorale delle amministrative. 

BONDI SI DIMETTE - Sandro Bondi, richiamandosi esplicitamente al risultato dei ballottaggi, ha formalizzato le sue dimissioni da coordinatore Pdl e ha assegnato al suo annuncio il valore di stimolo a Silvio Berlusconi per una svolta nella gestione del partito. "Valutati i risultati elettorali - scrive in una nota - intendo rimettere il mio mandato di coordinatore nelle mani del presidente Berlusconi. Ritengo che da questo momento il presidente Berlusconi debba ricevere non solo la più ampia fiducia e solidarietà ma soprattutto - sottolinea - la assoluta e incondizionata libertà di decisione e di iniziativa per quanto riguarda il futuro del partito".

DE PROFUNDIS LEGA - Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi ha lasciato la sede federale di via Bellerio, a Milano, senza commentare i risultati dei ballottaggi. La sala stampa allestita nel pomeriggio è stata chiusa, dopo le dichiarazioni del ministro Roberto Calderoli, l’unico che si è presentato ai giornalisti per analizzare il responso delle urne a nome della Lega Nord, mentre poco prima era stato l’eurodeputato Matteo Salvini a commentare in particolare su Milano. A quanto si è appreso Bossi e Calderoli hanno lasciato insieme Milano diretti a Roma, dove domani è fra l’altro convocata una riunione del consiglio dei ministri.

MARONI - Per il ministro dell'interno, Roberto Maroni, il governo non è a rischio perché "non credo che il risultato delle amministrative sia dovuto al governo", tuttavia ora serve un "colpo d’ala, anzi di frusta", per rilanciare "l’azione di governo, altrimenti si rischia di non dare una risposta al voto di oggi".

Per il ministro leghista, a Buacrest con il premier Silvio Berlusconi per un bilaterale, "la situazione può essere ribaltata solo se ci sarà una forte ripresa dell’azione di governo". Il titolare del Viminale, tuttavia, dice di non credere proprio all’ipotesi di un cambio della squadra nell'esecutivo.

CALDEROLI - Premesso che “i ballottaggi non sono andati per niente bene” e che “siamo davanti chiaramente a una sconfitta” il ministro per la Semplificaizone Roberto Calderoli ha sottolineato che “la crisi economica ha avuto un forte impatto, il governo nazionale paga più di tutti l’effetto della crisi”.

Per Calderoli “la risposta che deve seguire a questo risultato” è proseguire “lavorando ancora di più. In Parlamento ci sono i numeri per lavorare, dando maggior vigore all’azione riformatrice del Governo”. Il ministro, che ha poi precisato che le sue dichiarazioni sono il frutto di un ragionamento condiviso con il leader della Lega Umberto Bossi e ha aggiunto che il primo obiettivo è la riforma fiscale, “che imprese e famiglie si attendono; la riforma costituzionale, con la riduzione del numero dei parlamentari e l’istituzione della Camera del territorio; il decentramento dell’amministrazione centrale dello Stato”.

SALVINI - Parole, quelle di Bossi, ribadite anche da Matteo Salvini. "La Lega ha fatto di tutto, di più con mezzi infinitamente minori rispetto a Pd e Pdl" per la vittoria del centrodestra alle elezioni per il nuovo sindaco di Milano, ma è stato "un voto sostanzialmente contro Berlusconi".

"Gli elettori sono sovrani - ha aggiunto l’eurodeputato e capolista del Carroccio alle elezioni per il capoluogo lombardo - e ne prendiamo atto" e "io non dico che chi ha votato a sinistra ha le allucinazioni". "I milanesi - ha detto ancora Salvini - sono stati infastiditi da immagini che non c’entravano nulla: i magistrati, le brigate rosse, i furti d’auto...".

A chi lamenta lo scarso impegno del Carroccio ha ricordato il risultato del Comune di 5 anni fa: "Il Pdl prese 250 mila voti, la Lega 22 mila. Oggi il Pdl prende 170 mila voti, la Lega 60 mila. Il Pdl ha perso 80 mila voti. Detto questo - ha concluso - quando si perde, si perde tutti insieme, l’opposizione non ci fa paura".

RADIO PADANIA - "E' una sconfitta molto pesante, e il grande sconfitto è il premier", ha detto Leonardo Boriani, direttore de ‘La Padania’, a Sky Tg24 appena usciti i primi intention poll.

Intanto Radio Padania Libera ha aperto una trasmissione per il commento ai ballottaggi con ‘Bandiera Rossa’.
"Non siamo su Radio Popolare o Radio Leoncavallo - ha affermato scherzando il conduttore - ma su Radio Padania. Aggiorniamo la scelta musicale in base al sentimento popolare".

FRATTINI - "Lo avevamo detto prima dell’esito del voto e lo confermiamo: il governo va avanti. Del resto un’alternativa parlamentare neppure esiste: il Pd non ha certo vinto in queste amministrative che hanno visto in corsa, a Milano e Napoli, due candidati ben lontani dalla tradizione riformista e che hanno strapazzato già nelle primarie i suoi candidati". Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, nel suo blog ‘Diario italiano’.

"Siamo tornati all’esperienza dell’Unione di Prodi - ha avvertito - e ci ricordiamo tutti com’era finita quell’avventura. Il paradosso è semmai un centrodestra più credibile rispetto alla prospettiva e allo spettro di elezioni politiche che vedrebbero una sinistra tornata nel vestito di Arlecchino".

"Ma non è certo questo l’argomento consolatorio che deve accompagnare la nostra riflessione. Può consolarci semmai una sola considerazione: che abbiamo ancora da giocare il secondo tempo e che governo e partito devono rimboccarsi le maniche con urgenza, prima che le speranze alimentate e le promesse non mantenute ci facciano perdere la partita".

Il titolare della Farnesina, poi, propone bisogna di rilanciare il Popolo della Libertà attraverso la creazione di un "organismo intermedio rappresentativo" (che raccolga "le esperienze culturali e politiche (associazioni, gruppi) di membri di governo, parlamentari e quadri di partito") o attraverso le "primarie" che rappresentano un "vero meccanismo trasparente" per "evitare la balcanizzazione del Pdl".

FINI - "A Milano Pisapia ha raccolto anche i voti dell’elettorato di centrodestra che non ne può più di anatemi e brutte figure che il governo ha collezionato", sono state invece le parole del presidente della Camera e leader di Fli, Gianfranco Fini. "Mi piacerebbe che il centrodestra iniziasse a riflettere su ciò che è accaduto", ha detto Fini secondo il quale "in assenza di alternative questi elettori hanno scelto Pisapia".

Secondo Fini inoltre Pisapia "è stato capace di interpretare il sentimento del popolo di sinistra in tutte le sue sfumature. Non sono fanatico delle primarie, ma a queste hanno permesso a sinistra di scegliere un candidato che andasse al di là del consenso del Pd".

"Se continuiamo questa legislatura con un Agenda parlamentare che non è quella dei cittadini è molto peggio che andare alle urne. Non e’ possibile arrivare a fine legislatura con questo scontro al calor bianco", ha concluso Fini.

CICCHITTO - "Il terzo Polo è inesistente" e, se è vero che "Governo, maggioranza e Pdl devono riflettere "è altrettanto vero che temi di analisi "non mancano nemmeno per Udc e Pd". Lo ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, commentando i dati dei ballottaggi di Milano e Napoli che vedono in forte svantaggio le coalizioni di centro destra. "Il Terzo Polo non è mai esistito - ha aggiunto Cicchitto - è esistito solo l’Udc". Il partito di Casini, per Cicchitto, deve riflettere sul fatto "che c’è uno spostamento del centro sinistra sempre più verso la sinistra estrema".

BOCCHINO - "A Napoli Lettieri ha pagato molto l’essere il candidato di Cosentino", ha detto Italo Bocchino (FLI), ospite oggi dello Speciale Elezioni del TGLA7 condotto da Enrico Mentana. "A livello nazionale, dopo la rottura con Fini Berlusconi è andato avanti con i responsabili, un gruppo mercenario della politica. Poi ha indetto un referendum su se stesso con queste elezioni e lo ha perso".

LA LOGGIA - "E' di tutta evidenza la necessità di una profonda riorganizzazione del Pdl e del rilancio della sua azione programmatica per coinvolgere e convincere gli elettori sul nostro progetto di cambiamento", ha commentato invece Enrico La Loggia (Pdl). Il presidente della commissione parlamentare per l’attuazione del Federalismo fiscal, invita il partito a un profondo ‘mea culpa’: "Non è solo il governo quanto proprio il partito che merita un’attenzione particolare del presidente Berlusconi già a partire dai prossimi giorni".

FERRARA - "Berlusconi ha preso una sorona batosta", è stato il commento senza perifrasi del direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, all’esito dei ballottaggi per le elezioni amministrative. Per Ferrara a questo punto il premier e il governo hanno un’unica strada da seguire: "visto che questa sconfitta non può essere curata dall’opposizione, non in grado di dare un’alternativa al Paese, anche perché il governo continua ad avere la fiducia in Parlamento, Berlusconi - ha spiegato dai microfoni del Tg3 - a questo punto ha solo una soluzione, cambi tutto nel partito".

E Ferrara ha lanciato una proposta organica "per il primo e il 2 ottobre il Pdl indica le elezioni primarie per eleggere il leader e tutti i segretari regionali". In una parola Berlusconi deve "rileggittimarsi".