Roma, 1 giugno 2011 - Il primo sì al referendum sul nucleare arriva dalla Corte di Cassazione, che questa mattina sanziona: vale la richiesta di abrogazione, ma rivolta al testo del decreto omnibus appena uscito dalle Camere, quello che modificava per un certo tempo la normativa vigente. Quindi si stampino di nuovo le schede per una consultazione che si svolgerà in concomitanza ai referendum sull’acqua e sul legittimo impedimento.

Ma il governo contesta la decisione della Cassazione: secondo il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, "Governo e Parlamento hanno abrogato tutte le norme che consentivano l’installazione di centrali nucleari, quindi la decisione della Cassazione desta assoluto stupore". Inoltre, aggiunge il titolare dello Sviluppo, il voto "non  è più su nucleare sì/nucleare no - già abrogato dal governo ma può avere l’unico effetto di lasciare il Paese con un vuoto normativo sulla costruzione del futuro energetico del Paese”.

ROMANI: CASSAZIONE ASSURDA - ‘’La decisione della Cassazione è assurda, il quesito referendario è paradossale’’. Intervistato da Repubblica, il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani commenta cosi’ la sentenza della Corte di Cassazione, ed in un’intervista al Messaggero parla di “follia” e “paradosso giuridico”.

“Il nuovo quesito abroga una norma che non prevede le centrali nucleari”, afferma Romani. “L’altro fatto, ancora piu’ grave, e’ che noi abbiamo previsto di definire in futuro la nuova strategia energetica con un riferimento implicito alle rinnovabili. Pure questo punto verrebbe spazzato via”. Il ministro rivolge un appello “a Bersani, Di Pietro e ai referendari. Gli chiedo di essere onesti intellettualmente e di non prendere in giro i cittadini, perche’ questo ‘innovativo’ quesito referendario previsto ora dalla Cassazione non e’ piu’ sul nucleare, che e’ stato abrogato dal governo, ma sulle questioni di sicurezza e sulle energie rinnovabili”.

Per Romani, la decisione della Cassazione “a voler pensar male sembra piu’ una sentenza politica che la decisione di un organo che doveva valutare tecnicamente la legittimita’ o meno di un referendum”. “La nostra intenzione - dice- era quella di togliere dal terreno del dibattito il problema delle centrali e di concentrarci sulla sicurezza. ma questi giudici ripropongono un quesito che non esiste piu’, mandando a votare i cittadini su una cosa inesistente. E’ una turlupinatura. Sono furioso”.

BERLUSCONI - "I costi dell’energia, in Italia, sono del 40% superiori a quelli della Francia, dove esistono impianti di energia nucleare". E’ quanto ha sottolineato il premier italiano Silvio Berlusconi nel corso di un incontro con la presidente dell’Argentina Cristina Kirchner, secondo quanto riferito dalla stessa Kirchner nel corso di un convegno a Roma con un alcuni tra i principali imprenditori italiani. "So che è un argomento molto discusso in Europa ma noi stiamo ultimando la nostra quarta centrale e, con le dovute misure, credo che l’energia nucleare sia sicura e a basso costo", ha spiegato la Kirchner alla platea di imprenditori.

LE OPPOSIZIONI - Gioiscono invece i comitati promotori e l’opposizione. "La conferma del quesito sul nucleare è una notizia eccellente, i trucchi del governo sono stati ancora una volta smascherati", dice Pier Luigi Bersani. "Il Pd - aggiunge - che ha sempre contrastato le assurde scelte del governo sul nucleare, è impegnato con tutte le sue forze a sostenere la campagna per il 'sì' e invita tutte le sue organizzazioni territoriali a mobilitarsi in occasione del 12 e 13 giugno”.

Gli fa eco Gianfranco Fini: "Avevo già detto l’altro giorno che era giusto andare a votare a prescindere da quanti sono i quesiti". Mentre Antonio Di Pietro, da sempre impegnato nella campagna per la raccolta delle firme e la promozione dei quesiti, chiede: "Ora che i fatti ci stanno dando ragione, vogliamo ‘s-berlusconizzare’ e ‘de-dipietrizzare’ la campagna referendaria". "Nessuno metta il cappello, neanche chi sta cercando di farlo ultimamente, sulle firme che l’Idv ha raccolto e che oggi appartengono a tutti gli elettori", aggiunge.

VERDI: BELLA GIORNATA - “Oggi è una bella giornata di democrazia”. Cosi’ Angelo Bonelli, presidente dei Verdi e capogruppo alla Regione Lazio, ai microfoni di Rainews. “Inizia una grande campagna di mobilitazione- continua- nonostante la censura forte sui referendum voluta dal governo. Ma faccio un appello a tutti: non e’ un referendum pro o contro Silvio Berlusconi, qui si tratta di decidere sul futuro delle generazioni che verrano a proposito di acqua, nucleare e legge giusta”.UDC:

ANDATE A VOTARE - “L`Unione di Centro invita i propri simpatizzanti e aderenti a partecipare attivamente alle consultazioni referendarie del 12 e 13 giugno”, dichiara in una nota il segretario dell`Udc, Lorenzo Cesa. “Ferme restando le perplessità su alcuni quesiti referendari, per i quali molti di noi esprimeranno un parere negativo perché la politica non può farsi dettare l`agenda dalla demagogia e dagli stati d`animo - prosegue - non abbiamo dubbi sulla scelta di partecipare come momento di riconciliazione tra i cittadini e le istituzioni. Promuoveremo nel Paese dibattiti pubblici sui referendum con i sostenitori delle diverse tesi. Il disimpegno, in questo caso, è nemico del bene comune”.

IL PDL NON DA' INDICAZIONE - Libertà di voto sul referendum. E’ l’indicazione che l’Ufficio di presidenza del Pdl si accinge a dare secondo quanto anticipato dal vice presidente della Camera Maurizio Lupi spiegando che sarebbe sbagliato caricarlo di significato politico.

LA GIOIA DEI COMITATI - "Questa volta le furberie alle spalle degli italiani non passano. La Cassazione censura l’arroganza del governo e riconsegna nelle mani dei cittadini il diritto a decidere sul nucleare e del proprio futuro", esulta il Comitato ‘Vota Si’ per fermare il nucleare’, che riunisce oltre 80 associazioni a favore del referendum contro il ritorno all’atomo.

La decisione della Corte, dicono, "ha arginato i trucchi e gli ipocriti ‘arrivederci’ al nucleare e ha ricondotto la questione nell’alveo delle regole istituzionali, contro l’inaccettabile tentato scippo di democrazia". Secondo le associazioni "oggi ha vinto lo spirito democratico e referendario, hanno vinto gli italiani, che potranno esprimersi e cacciare definitivamente lo spettro del nucleare dall’Italia. Domenica prossima tutti al voto contro il nucleare e per l’acqua pubblica!".

LO SPAZIO IN TV - Resta la polemica sullo spazio che i mezzi di comunicazione stanno dedicando alla tornata referendaria, con l’opposizione che denuncia il ‘bavaglio’ di Rai e Mediaset sulla consultazione. Il Presidente della Commissione di vigilanza Rai, Sergio Zavoli, chiede al Dg di viale Mazzini, Lorenza Lei, che siano concessi più spazi al referendum. Bisogna “intensificare - è la richiesta di Zavoli - le tribune referendarie a ridosso della data delle votazioni e una maggiore informazione nei telegiornali, radiogiornali e programmi di approfondimento sui quesiti per le diverse materie".