Roma, 1 giugno 2011 - Il primo sì al referendum sul nucleare è arrivato dalla Corte di Cassazione, che ieri mattina sanzionava: vale la richiesta di abrogazione, ma rivolta al testo del decreto omnibus appena uscito dalle Camere, quello che modificava per un certo tempo la normativa vigente. Quindi si stampino di nuovo le schede per una consultazione che si svolgerà in concomitanza ai referendum sull’acqua e sul legittimo impedimento.

PRESTIGIACOMO: "PETROLIO UNICA ALTERNATIVA" - "Dobbiamo dire la verita’ ai cittadini: oggi l’alternativa al nucleare non sono le rinnovabili ma il petrolio. Speriamo, grazie all’evoluzione tecnologica, che in un domani prossimo si possa davvero far fronte con le rinnovabili alla quantita’ di energia che il Paese richiede’’. In un intervista al Mattino, il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo spiega che ‘’la volonta’ del governo era quella di sospendere ogni decisione sul nucleare, quindi in perfetta linea con la volonta’ dei referendari’’, e sottolinea come ‘’molti presidenti di Regione del centrodestra si sono pronunciati in maniera netta contro il nucleare’’.

ROMANI: CASSAZIONE ASSURDA - ‘’La decisione della Cassazione è assurda, il quesito referendario è paradossale’’. Intervistato da Repubblica, il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani commenta cosi’ la sentenza della Corte di Cassazione, ed in un’intervista al Messaggero parla di “follia” e “paradosso giuridico”.

“Il nuovo quesito abroga una norma che non prevede le centrali nucleari”, afferma Romani. “L’altro fatto, ancora piu’ grave, e’ che noi abbiamo previsto di definire in futuro la nuova strategia energetica con un riferimento implicito alle rinnovabili. Pure questo punto verrebbe spazzato via”. Il ministro rivolge un appello “a Bersani, Di Pietro e ai referendari. Gli chiedo di essere onesti intellettualmente e di non prendere in giro i cittadini, perche’ questo ‘innovativo’ quesito referendario previsto ora dalla Cassazione non e’ piu’ sul nucleare, che e’ stato abrogato dal governo, ma sulle questioni di sicurezza e sulle energie rinnovabili”.

Per Romani, la decisione della Cassazione “a voler pensar male sembra piu’ una sentenza politica che la decisione di un organo che doveva valutare tecnicamente la legittimita’ o meno di un referendum”. “La nostra intenzione - dice- era quella di togliere dal terreno del dibattito il problema delle centrali e di concentrarci sulla sicurezza. ma questi giudici ripropongono un quesito che non esiste piu’, mandando a votare i cittadini su una cosa inesistente. E’ una turlupinatura. Sono furioso”.

BERSANI: "APRIRSI IL PIU' POSSIBILE" - E’ giusto “sviluppare iniziativa per aprirsi il piu’ possibile” in vista della consultazione referendaria.  Cosi’ il segretario del Pd Pierluigi Bersani, ai Fori Imperiali per la parata del 2 giugno, risponde alla proposta avanzata da Antonio Di Pietro per unire le manifestazioni a favore dei quesiti referendari.

“Ragioniamo su cosa è meglio fare, anche se i tempi sono strettissimi”, aggiunge Bersani che sollecita tutti i media ad una corretta e puntuale informazione sui referendum.

“In questo caso -spiega Bersani- si parla del merito dei problemi. I cittadini devono poter decidere in liberta’ e coscienza se dire di si’ o di no al piano nucleare del governo”. Quanto alla ‘trasversalita’’’ del sostegno all’iniziativa referendaria, Bersani, non fa differenze di colore politico: “C’e’ il sindaco leghista di Varese che vuole dire si’ a due dei quesiti referendari? Salga sul palco. Ci sono esponenti di Fli a favore dei referendum? Salgano anche loro sul palco. Bisogna aprirsi il piu’ possibile”.