Roma, 7 giugno 2011 - Un contributo al partito da Governatore della Lombardia, convinto su Berlusconi leader ma anche sulla necessità di primarie - dove parteciperà - se il Cavaliere non correrà da candidato premier per il 2013. Lo dice Roberto Formigoni al Giornale, negando di puntare al Colle: “Le sembro matto?”.

“Sono felice di essere il presidente della Regione” Lombardia “ma sono e sono sempre stato un uomo di partito. Mi interessa il destino del partito e dell’Italia”, del resto “tutti nel Pdl ci stiamo muovendo, i giornali sono pieni di interviste: è doveroso per uomini di partito come noi siamo”. Per il resto “ho sempre detto ‘lunga vita a Berlusconi’. Ma se ritenesse di non essere lui il candidato premier nel 2013 io ribadisco che dovremmop scegliere il suo successore con le primarie, non nel chiuso di una stanza di potere. In quel caso, probabilmente parteciperò”.

Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha concesso un'intervista ad Andrea Cangini di Quotidiano Nazionale. E ha parlato di tutto, dall'incontro di ieri tra Berlusconi e gli altri esponenti della coalizione alla leadership del Pdl. "A Tremonti ho sempre riconosciuto il grandissimo merito di aver tutelato il paese e le sue strutture economiche e produttive nella grande crisi economica degli anni scorsi. Abbiamo litigato sui tagli al ministero dell’Ambiente. Siamo due caratteri appassionati, ma anche molto amici. Giulio è una risorsa fondamentale per il Paese e per il Pdl".

E’ opinione diffusa che solo una profonda riforma fiscale possa ridar lustro al governo, ma Tremonti ritiene irrealistico trovare i soldi per finanziarla. Dunque? "Sono certa che il ministro Tremonti saprà trovare l’equilibrio necessario per una riforma che lui stesso ritiene necessaria".

Quanto ha contato la politica economica del governo nella sconfitta alle amministrative? "La politica del rigore è stata necessaria per evitare all’Italia di finire come la Grecia e sappiamo che il rigore non paga elettoralmente, ma sinceramente credo che sul risultato delle urne abbiano pesato maggiormente questioni locali".
La scopriamo tremontiana, eppure nel Pdl c’è chi vorrebbe dare il benservito al ministro..."No, guardi, questa è fantapolitica".

La nomina di Alfano sarà sufficiente a ricompattare il Pdl? "La nomina di Alfano è un segnale di cambiamento fortissimo. Il lavoro comincia adesso, Alfano è esponente di punta di una generazione di dirigenti del Pdl che sarà al suo fianco". Cosa rimprovera alla gestione La Russa? "E’ sbagliato cercare capri espiatori. Abbiamo voltato pagina: la nomina di Alfano ha sparigliato tutto". Ad oggi, il partito ha funzionato poco anche perché Berlusconi non ha voluto riconoscergli ruolo né autonomia. Crede possibile un cambiamento? "Berlusconi ha speso tutto se stesso nell’attività di governo, semmai è il partito che non è riuscito a sostenerlo adeguatamente. E’ il premier il primo a volere il cambiamento".

Tempo fa lei minacciò di lasciare il Pdl per passare con Micciché, par di capire che ci abbia ripensato. "Non mi risulta d’aver mai “minacciato di passare con Miccichè” a cui peraltro mi lega una antica e profonda amicizia. Forza del Sud è un interessante elemento di novità nel panorama politico del Mezzogiorno e può ampliare l’arco dei consensi del centrodestra. Io ero e resto nel Pdl".

Comunque vada, il prossimo candidato premier del centrodestra andrà scelto con le primarie? "Se il candidato sarà Berlusconi, la cui leadership è piena e incontrastata, le primarie sarebbero inutili. Se il presidente dovesse decidere di fare un passo indietro allora le primarie sarebbero utili, opportune e necessarie. Come utili e necessarie credo che siano a tutti i livelli. Gli ultimi esiti elettorali ci hanno detto con chiarezza che il nostro elettorato ha voglia di scegliersi i candidati. Le primarie sono ormai entrate nella politica italiana, si sono prese uno spazio di democrazia diretta che è importante. Il Pdl non può restare fuori da questa dinamica".