Roma, 13 giugno 2011 - ''Questo e' stato un referendum sul divorzio tra il governo e il Paese''. Cosi' il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta l'esito del referendum. 'Abbiamo visto uno straordinario moto di partecipazione su problemi rilevantissimi come la giustizia, il nucleare e l'acqua. Adesso tocca a noi dare una risposta positiva. Siamo pronti alle nostre proposte in Parlamento''.

Il governo ora ha un'unica strada: "Si dimettano e vadano al Quirinale", è l'invito rivolto dal segretario del Pd.  Bersani spiega che "lo chiediamo da un anno: dopo questi voti Berlusconi e il centrodestra devono riflettere, non farlo e' da irresponsabili". Alla "crisi politica conclamata" dei giorni scorsi, ora per il leader Pd si aggiunge lo "scollamento tra il governo e il paese".  "Ormai non ha piu' senso ragionare sul fatto che Berlusconi non sia piu' produttivo. La situazione
e' ancora piu' grave, sta diventando irrilevante", dice ancora Bersani "Chi governa - aggiunge - dovrebbe accorgersi quando dici una cosa agli italiani e gli entra da un orecchio per uscire dall'altro".
 

''Con questo referendum la parte interpretata da Silvio Berlusconi e' finita. Non credo che ne possa interpretare un'altra'', dice Rosy Bindi, del Pd, vicepresidente della Camera, osservando al Tg3 che ''e' evidente che il governo si dovrebbe dimettere''. Un risultato ''chiaro e massiccio'' dai referendum ''lo impone'', aggiunge Bindi. "Una così alta partecipazione è un dato politico e prima ancora culturale. Non credo si sia votato sull'onda dell'emotivita' del nucleare - ha aggiunto Bindi - gli altri quesiti non stanno avendo risultati inferiori, anzi. E' l'esito di un'ondata che in questo Paese ha deciso di dire basta. Qui si e' votato per alcuni valori fondamentali, i modelli di sviluppo, il rapporto con i beni comuni. Sono quattro brutte leggi approvate da questo governo contro cui ci eravamo opposti con determinazione. La maggioranza ha provato a stare distaccata", ma alla fine "la politicizzazione ce l'ha messa il governo stesso".

"Solo uno fuori dalla realta' non si dimetterebbe da Primo Ministro oggi stesso, prendendo semplicemente atto di quel che gli italiani - in nome dei quali siede a Palazzo Chigi - gli hanno detto. Anzi, gridato''. Lo scrive, su Facebook, Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico''.

"Oggi vince l'Italia dei beni comuni, perde l'Italia delle lobby" ha affermato il leader di Sinistra Ecologia e Liberta' (Sel) e presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, commentando i primi risultati sul quorum dei referendum, che ha  evidenziato "la straordinaria partecipazione che indica la vitalita' democratica di un Paese che sta cercando con grande nitidezza e determinazione di uscire da un'epoca buia. E' un'Italia - ha concluso Vendola - che sta provando a rifondare il proprio spazio pubblico, le proprie virtu' civiche". 

 

L'ITALIA DEI VALORI

'Una vittoria irreversibile'': e' stato il primo commento del leader dell'IdV, Antonio Di Pietro, che prosegue: "Dopo aver fatto qualcosa da magistrato con Mani Pulite, sono orgoglioso di averlo fatto anche con Idv stabilendo che la legge e' uguale per tutti. Una cosa che da troppo tempo si e' dimenticata. Con tutti i miei limiti e i miei errori, io sono particolarmente orgoglioso", dice.

"Gli italiani hanno detto un 'no' forte e chiaro all'invito al non voto di Berlusconi e Bossi. L'Italia si è stancata delle parole del premier" dice il portavoce Leoluca Orlando. "Un'altra banderilla al collo del toro", aggiunge il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, commentando il raggiungimento del quorum ai referendum.

 TERZO POLO

Per Rutelli, questo "referendum" dai cittadini, oltre che nel merito, e' stato "interpretato anche come la seconda scoppola da dare alla maggioranza e questo lo comprendono tutti". "La grande partecipazione popolare ai Referendum dimostra la volontà degli italiani di tornare ad essere protagonisti: è ormai chiaro che la maggioranza e il governo sono totalmente sordi, incapaci di capire ci• che vogliono gli italiani'',  scrivono in una dichiarazione comune Fini, Casini e Rutelli, al termine di un vertice del Terzo Polo. "Il Sì ai referendum è un NO grande come una casa a questo governo. E' tempo che Berlusconi ne prenda atto. Minimizzare, come ha fatto dopo le amministrative, sarebbe irresponsabile e dannoso per gli interessi nazionali".

"l risultato dei referendum parla chiaro e rappresenta una ulteriore e sonora bocciatura di Berlusconi" dice il vicepresidente di Futuro e Liberta', Italo Bocchino, e prosegue: "Ha vinto la partecipazione libera dei cittadini contro l'arroganza di un governo che vuol tirare a campare grazie agli Scilipoti di turno. Gli italiani non hanno gradito l'autoribaltone messo in campo da Berlusconi e stanno dimostrando che ormai l'asse Pdl-Lega e' minoritario nel Paese. La strada maestra sarebbe l'abbandono dell'accanimento terapeutico da parte del governo con dimissioni utili a chiarire il quadro politico"