Roma, 14 giugno 2011 - Salta la norma del decreto sviluppo che prevedeva un diritto di superficie di 20 anni sulle spiagge. Ad annunciarlo è stato il relatore in commissione finanze, Maurizio Fugattii, che ha spiegato che verranno riformulati in questo senso gli emendamenti presentati dal Pd. Rimangono in piedi le disposizioni sui distretti turistici.

"È evidente - ha commentato il presidente della commissione Finanze, Gianfranco Conte - che la questione verrà affrontata nella sua completezza in un altro provvedimento", probabilmente nella comunitaria.

LEGAMBIENTE - "Un altro successo per i cittadini. Dopo la vittoria su nucleare e acqua pubblica, la cancellazione della norma che prevedeva il diritto di superficie sulle spiagge per 20 anni, rappresenta una nuova vittoria per tutti i cittadini, gli imprenditori onesti e per coloro che hanno a cuore i beni comuni. Questa estate è cominciata bene, ora avanti per liberare le spiagge dai cancelli e dal cemento".

Queste le parole di Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente, dopo aver papreso la notizia. "Il vecchio decreto - ha continuato Venneri - rappresentava un’aberrazione giuridica che non accontentava nessuno. Né tanta parte degli imprenditori che hanno rischiato di venir scalzati dai grandi speculatori del settore, né cittadini e turisti, che venivano di fatto privati del diritto di fruire di un bene pubblico per eccellenza”.

FEDERCONSUMATORI - "Accogliamo positivamente il sussulto di responsabilità rispetto alla norma sui diritti di concessione delle nostre spiagge". Lo sottolineano in una nota Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

"La malsana trovata di regalare le spiagge di tutti a privati cittadini - osservano le associazioni dei consumatori - ci aveva fatto indignare, ma anche il ridimensionamento delle concessioni a 20 anni ci sembrava troppo lungo. Ora ci auguriamo che tale questione sarà affrontata con maggiore responsabilita’ e serieta’, senza proposte oscene, regalie di sorta, ne’ favori ai gestori. Come già affermato, infatti - proseguono - sarebbe piu’ opportuno adottare misure coerenti con quanto disposto dalla Ue, con concessioni che non superino i 6 anni piu’ 6, sottoposte a gare, senza peraltro penalizzare gli investimenti fatti dagli operatori. Tutto cio’ ovviamente - concludono Trefiletti e Lannutti - sottoposto a severi vincoli per la salvaguardia ambientale delle nostre coste".