Pontida (Bergamo), 19 giugno 2011  - Erano migliaia - 80mila secondo Calderoli - i militanti e i simpatizzanti della Lega giunti sul pratone di Pontida per ascoltare il discorso di Umberto Bossi, che oggi ha dato “la linea al movimento” dopo la sconfitta elettorale alle amministrative e i risultati del referendum. Tra gli striscioni spicca un “Roberto Maroni presidente del Consiglio”, mentre lo slogan della manifestazione, giunta alla 27esima edizione, quest’anno è “verso la libertà”.
 

IL DISCORSO DI BOSSI

 

SECESSIONE - Umberto Bossi parla di tagli ai costi della politica, e la folla di militanti leghisti urla ripetutamente “secessione” dal pratone di Pontida. “Volete la secessione?”, domanda Bossi. “Ci si prepari. La Lega verrà incontro ai popoli del nord che vogliono porre una pressione molto forte al centralismo. Gli daremo la pressione che meritano".

 

Le migliaia di leghisti radunati al pratone di Pontida hanno interrotto più volte il discorso di Umberto Bossi al grido di “secessione, secessione”. Alla prima interruzione con la parola secessione, Bossi ha replicato: “Questo è il risultato se si continua a trattare il Nord come un somaro”. Pochi minuti dopo, al nuovo coro con la stessa richiesta, Bossi ha risposto: “Ci si prepara”.

 

PERICOLI DEL VOTO -  “Se andiamo adesso a elezioni e facciamo cadere Berlusconi, questo è un momento favorevole alla sinistra”: così Umberto Bossi a Pontida. Fischi dei militanti. “Qualcuno si illude. Non possiamo andare da soli anche quando vogliamo. Se andiamo adesso a elezioni e facciamo cadere Berlusconi bisogna andare a votare e questo è un momento favorevole alla sinistra”, ha detto Bossi. Ci sono dei cicli storici. Quando nacque l’Italia...”, ha proseguito il leader leghista interrotto dai fischi

 

"Lo so, altro che i fischi... La destra storica durò 15 anni e finì quando Bava Beccaris andò a sparare in piazza a Milano, la sinistra storica durò anche lei 15 anni, poi giolitti”, ha detto Bossi per poi attraversare la storia italiana e affermare: “E’ quasi fatale che ogni 15 anni c’è un vento nuovo”.

 

“Il Governo di errori ne ha fatti, basta vedere Equitalia, esempio tipico di scarsa saggezza”. Errori che hanno aiutato a “spostare il voto dalla parte sbagliata”, però “la Lega è ancora molto forte, ha più del 10 per cento a livello nazionale. Da oggi si va a testa bassa sul territorio, io verrò dovunque a trovarvi e decideremo assieme. Non è dato niente per scontato. A Berlusconi può darsi che la Lega dica stop”, ha detto Bossi tra gli applausi facendo il pollice verso. “Però non ci prenderemo responsabilità di far andare in malora il paese, saremo tutti assieme a decidere se con Berlusconi ci sarà un futuro o no”.

 

TASSE - “La pressione fiscale, ha superato ogni limite”: così Umberto Bossi a Pontida, che, rivolgendosi al ministro ell’Economia Giulio Tremonti ha detto: “Un po’ di soldi si possono trovare, primo, far finire le missioni di guerra o di pace”. “Giulio, devi riscrivere il patto di stabilità per i comuni virtuosi”.

 

“Caro Giulio, se vuoi avere ancora i voti della Lega in parlamento nelle tue proposte di legge, non puoi toccare più i comuni, gli artigiani e le piccole imprese, altrimenti rimetti in ginocchio il Nord. Per adesso e per il futuro, lascia stare i comuni, soprattutto quelli virtuosi. Bisogna riscrivere il patto di stabilità”.

 

Bossi ha ricordato che Berlusconi è favorevole ad abbassare le tasse, “dall’altra parte Tremonti sostiene il contrario, che non si può abbassare le tasse perché i mercati, Londra, Wall Street ci distruggerebbero e si potrebbe fare la fine della Grecia. Ma è chiaro che qualcosa per abbassare la pressione fiscale, un po’ di soldi si possono trovare”. Sempre rivolgendosi a Tremonti, Bossi ha detto: “Lo so che c’è il mercato, ma la gente è più importante, c’è gente che ai figli deve comprare le scarpe, i vestiti mandarli a scuola. I soldi si possono un po’ trovare”.

 

Oltre a citare i tagli ai costi della politica e la fine alle missioni di guerra, Bossi ha detto: “Se Tremonti lavora sulle bollette, un altro miliardo di euro può trovarlo”.

 

LA PREMIERSHIP - “La tua premiership e’ in discussione dalle prossime elezioni”, afferma Umberto Bossi rivolgendosi a Berlusconi. “Non e’ detto che alle prossime elezioni andremo con Berlusconi”, se Berlusconi non “ascoltera’ le nostre proposte la leadership di Berlusconi potrebbe finire con le prossime elezioni politiche”, osserva il ‘Senatur’ dal prato di Pontida.

 

E ancora: "La Lega non è rotta, è pronta a conquistare la libertà della Padania. Questo lo ripeto ai giornalisti che scrivono falsita’ ‘’. Lo afferma il leader della Lega Nord Umberto Bossi a Pontida.

 

Un altro passaggio: "Il Presidente della Repubblica mi aveva detto ‘Umberto ti aiuto io a battere il centralismo romano’. Poi - ha aggiunto - abbiamo dovuto andare avanti da soli. Noi non temiamo le minacce dei centralisti".

 

 “A Tremonti dico: caro Giulio se vuoi ancora avere i voti della Lega in Parlamento non puoi più toccare gli artigiani e le piccole imprese altrimenti metti in ginocchio il Nord”. E’ quanto ha sottolineato il leader della Lega Umberto Bossi, nel corso del suo intervento a Pontida.

 

APPELLO AGLI ALLEVATORI - “Allevatori - ha gridato Bossi ai militanti che lo acclamavano - i truffati siete voi”.
Al suo fianco, Roberto Calderoli ha spiegato che nella vicenda delle multe Ue per le quote latte sono rimaste coinvolte “piu’ di 5 mila aziende, quasi tutte del nord”. “Le indagini condotte dall’allora ministro dell’Agricoltura Luca Zaia e dalle procure - ha sostenuto il ministro per la Semplificazione Normativa - hanno dimostrato che si e’ sbagliato a calcolare le quote del latte e che gli allevatori non dovevano pagare le multe all’Europa”.

 

L'ATTESA DEI PADANI - Sono  migliaia i leghisti arrivati: lunghe code, fino a 10 chilometri, si sono registrate sulle strade di accesso a Pontida. "Quello che dirà Bossi faremo", assicuravano praticamente tutti. "E’ venticinque anni che Bossi ci guida - ha osservato un anziano militante bergamasco -, e questo è un momento di difficolta’, ma e’ umano che succeda. Per questo siamo qui, attendiamo quello che ci dira’ il Capo: lui per noi è come un santo".

 

Alcuni cartelli inneggiavano Roberto Maroni "presidente del Consiglio subito". "La penso esattamente così", assicura un giovane militante arrivato a Pontida col cartello "Basta con Berlusconi, solo promesse, niente soluzioni".

 

Non tutti la pensano però così fra i leghisti. "Da soli dove andiamo? - ha urlato una militante comasca poco distante -, senza Berlusconi perderemmo la nostra voce e la capacità di contare e fare le riforme". Umori contrastanti, dunque, che cercano però nelle parole di Umberto Bossi una sintesi. 

 

LA CONTROMOSSA DI BERLUSCONI -  Non se l’aspettava, almeno non così. Silvio Berlusconi, distante da Roma, ha appreso nel pomeriggio di ieri del crescendo leghista in vista del raduno di Pontida. Ma soprattutto ha toccato con mano il ‘costo’ politico delle richieste del Carroccio e di Umberto Bossi, pronto a reclamare quattro ministeri al Nord.

 

Siccome il premier teme che tale mossa possa scatenare una reazione a catena nel Pdl, agitando fino al livello di guardia l’ala romana del partito, e siccome altro ancora di potenzialmente destabilizzante il leader della Lega reclamerà dal palco padano, Berlusconi sta valutando la possibilità di mettere la sordina a eventuali polemiche intervenendo questa sera stessa, pubblicamente.

 

La location è ancora in corso di valutazione. C’è chi pensa a una telefonata pubblica o a un videomessaggio. C’è chi ipotizza invece una vera e propria uscita in pubblico, a Milano o dintorni. Molto dipenderà ovviamente dalle parole che Bossi pronuncerà davanti ai militanti leghisti. Il Cavaliere, d’altra parte, dovrà soppesare quel discorso, calibrando e limando a sua volta l’intervento per la verifica Parlamentare al quale sta già lavorando.