Roma, 3 agosto  luglio 2011 - 

Una omessa notifica a uno dei difensori, l'avvocato Giuseppe D'Alise, potrebbe portare fuori dal carcere in pochi giorni il deputato Alfonso Papa, arrestato dopo il si' della Camera nell'ambito della indagine della procura di Napoli sulla cosiddetta P4. L'irregolarita' e' stata eccepita formalmente davanti al Tribunale del Riesame di Napoli dall'altro legale, Carlo Di Casola, secondo quanto riporta 'Il fatto quotidiano'.


Fonti della procura, invece, riferiscono all'Agi che la notifica sarebbe stata trovata e che quindi Papa non dovrebbe lasciare l'istituto penitenziario di Poggioreale, mentre prosegue la discussione davanti al Riesame sul ricorso dei pm contro la decisione del gip Luigi Giordano di non contestare l'associazione a delinquere allo stesso deputato, all'uomo d'affari Luigi Bisignani e al sottufficiale dei carabinieri Enrico La Monica, tuttora latitante.

 

 

IN CARCERE DA 14 GIORNI - Il 20 luglio scorso, la Guardia di Finanza aveva eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'on. Alfonso Papa, dopo il si' all'arresto da parte della Camera dei Deputati. Il parlamentare - secondo quanto si e' appreso - era intenzionato a costituirsi nel carcere di Orvieto (Terni), dove stata dirigendosi: quando la Finanza lo ha informato che il Gip aveva disposto di condurre l'indagato nel carcere di Poggioreale, Papa ha accettato di consegnarsi ai finanzieri che gli hanno notificato il provvedimento dell'autorita' giudiziaria e l'hanno accompagnato a Napoli. 

'Mi sento prigioniero politico, prigioniero della politica: c'e' una totale inusualita' in quello che e' accaduto. Mi sembra il trionfo del giustizialismo'' aveva detto il deputato del Pdl, lasciando la Camera dopo il via libera dell'Aula al suo arresto chiesto nell'ambito dell'inchiesta sulla P4. ''Sono assolutamente sereno  anche perche' sono vittima di un grandissimo abuso. Un giorno si parlera' di questa indagine e poi ognuno trarra' le sue conseguenze''. ''Sono innocente ed estraneo a tutte le accuse che mi sono mosse nel merito. La verita' non ha bisogno di difensori, si manifestera' nel tempo'', aveva detto Papa, in Aula a Montecitorio, prima del voto.

 

L'OK DELLA CAMERA  - L'Aula della Camera aveva approvato a scrutinio segreto la proposta della giunta per le Autorizzazioni di dare l'assenso alla richiesta di arresto di Alfonso Papa (Pdl) avanzata dalla magistratura napoletana nell'ambito dell'inchiesta 'P4'. I voti favorevoli sono stati 319, i contrari 293.

Il sì ha gelato la Camera: nessuno, ne' dai banchi della maggioranza ne' da quelli dell'opposizione, ha proferito parola, ne' tantomeno ha applaudito. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha battuto la mano sul tavolo, facendo una smorfia di disappunto. Il primo ad alzarsi in piedi e ad uscire dall'aula e' stato proprio il parlamentare del Pdl inquisito, cui e' andato incontro il collega Renato Farina, che gli ha messo una mano sulla spalla e lo ha accompagnato fuori dall'aula. Mentre l'Aula si stava svuotando, il capogruppo Pdl, Fabrizio Cicchitto, e' salito sul banco della presidenza e ha parlato con Gianfranco Fini.

L'IRA DI BERLUSCONI - E' una vergogna, una vera vergogna.  Cosi' Silvio Berlusconi aveva commentato il si' all'arresto di Alfonso Papa da parte della Camera, parlando con chi lo ha incontrato nella sala del governo di Montecitorio. il premier recato nella sala del governo di Montecitorio senza dire una parola. Insieme a lui il neosegretario del partito Angelino Alfano e anche numerosi ministri del Pdl. Dopo un breve incontro con Alfano, il premier ha lasciato la Camera.

"Dobbiamo fermare il rischio di naescalation di arresti", aveva detto nel pomeriggio il premier durante l'incontro con i coordinatori regionali. "Non voterò mai - avrebbe aggiunto - per mettere le manette a qualcuno". "C'è una escalation - avrebbe sottolineato il premier - della magistratura che passa dalle inchieste alle manette preventive e a cui dobbiamo opporci. Di questo passo i magistrati mineranno i numeri della maggioranza". Berlusconi avrebbe inoltre sottolineato come "quando una persona si dimette da tutto ed è disponibile a collaborare con i magistrati, non la si può arrestare preventivamente, altrimenti torniamo tutti al clima del '92".
 

LEGA "Si' ALL'ARRESTO" - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, aveva votato si' all'arresto di Alfonso Papa, come del resto annunciato dalla Lega. Maroni, seduto tra i banchi del suo gruppo, aveva dato modo ai giornalisti che assistevano dall'alto di vedere che il suo dito premeva il tasto sinistro del suo scranno, quello per il si'. Anche altri deputati del Carroccio, ma non tutti, hanno fatto lo stesso gesto, incluso il capogruppo Marco Reguzzoni, che pero' a tratti ha tenuto la mano davanti alla pulsantiera, in maniera da coprirla. La posizione a pafvore dell'arresto era stata annunciata dalla deputata del Carroccio Carolina Lussana che ha preso la parola a nome del gruppo nel corso delle dichiarazioni di voto finale. "La nostra posizione - ha detto- è stata da sempre chiara. Se oggi si è arrivati in aula con un parere favorevole della giunta all'arresto - ha ricordato- è stato grazie all'astensione dei due rappresentanti della Lega".