Roma, 27 luglio 2011 - Potrebbe arrivare oggi la replica di Silvio Berlusconi alla lettera con la quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sollevato ieri la questione dei ministeri al Nord, lettera che contiene “rilievi e motivi di preoccupazione - ha fatto sapere il Quirinale - sul tema, oggetto di ampio dibattito, del decentramento delle sedi dei ministeri sul territorio”.

Il presidente del Consiglio dovrebbe salire alle 17 al Quirinale, anche se al centro del colloquio non ci sarebbero i ministero al Nord ma la nomina dei due nuovi ministri alla Giustizia e alle Politiche comunitarie.

Nella serata di ieri il portavoce del premier Paolo Bonaiuti ha precisato che Berlusconi ha letto “con attenzione e rispetto” la missiva del Colle, lasciando intendere che potrebbe puntualizzare la posizione del Governo in giornata. Ma i retroscenisti si esercitano anche a interpretare il ‘malumore’ del capo del Governo, che teme di essere ‘costretto’ dal Quirinale a rompere la fragile tregua con la Lega dopo gli scontri sul caso di Alfonso Papa, il deputato del Pdl per il quale il Carroccio ha votato l’autorizzazione all’arresto.

 All’annuncio del Quirinale ha reagito pubblicamente una parte del Pdl, con il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Alemanno ha auspicato che “il presidente Berlusconi tragga da questa lettera del Capo dello Stato la spinta politica per confermare in maniera chiara e definitiva il pieno sostegno del Governo di centrodestra a Roma Capitale” e “chiudere definitivamente” la questione. Polverini si è augurata invece che “anche la Lega ne prenda finalmente atto”.

Ancora più duri i commenti delle opposizioni. Per Anna Finocchiaro, capogruppo Pd in Senato, il capo dello Stato ferma “la tragicomica buffonata” del decentramento dei ministeri, mentre per l’Idv l’intervento del Colle fa giustizia di un’iniziativa “in aperta violazione della legalità costituzionale”. Amaro il commento del finiano Italo Bocchino: “E’ assurdo che debba essere il capo dello Stato a dover ricordare e spiegare al presidente del Consiglio, Berlusconi, i principi istituzionali fondamentali dello Stato italiano”.

L'IRA DI SALVINI - Anche se i vertici hanno taciuto, non l’hanno presa bene gli esponenti della Lega nord la lettera con la quale il presidente della Repubblica ha manifestato al presidente del Consiglio “rilievi e preoccupazioni” per l’apertura delle nuove sedi ministeriali a Monza. “Ma allora - osserva Matteo Salvini, segretario della Lega a Milano, intervistato da Repubblica - quando l’Italia sarà una repubblica federale cosa farà? Si frusterà sulla pubblica piazza?”.

La presa di posizione di Napolitano, argomenta l’esponente del Carroccio, “mi stupisce perché il trasferimento al Nord degli uffici di rappresentanza dei ministeri, oltretutto a costo zero, è un simbolo e non il punto di arrivo della Lega”. Per Salvini “da tante parti ci si oppone al cambiamenti e quest’aria parte da Roma. E Napolitano sta a Roma”.

Salvini in conclusione lancia un avvertimento: “Quello dei ministeri - afferma - non è certo l’obiettivo finale della Lega che punta invece a ottenere che in Italia ognuno sia responsabile di quello che produce e spende. Che poi è il principio base del federalismo. Se Napolitano si vuole preoccupare anche per questo gli ricordo che in democrazia vale tutto e che la Lega si chiama Lega nord per l’indipendenza della Padania”.