Roma, 13 agosto 2011 - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha emanato il decreto recante misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, nello spirito del giro d’orizzonte compiuto nei giorni scorsi sui gravi rischi per l’Italia determinati dalle tensioni sui mercati internazionali. Resta dunque ferma la necessità di un confronto aperto in Parlamento e sul piano sociale, attento alle proposte avanzate con la responsabilità che l’attuale delicato momento richiede.
 

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo del decreto legge con la manovra bis del governo, composto da quattro Titoli e 20 articoli.

 

LA CONFERENZA STAMPA DI TREMONTI - Nel pomeriggio Giulio Tremonti aveva illustrato la manovra bis.  

Il titolare di via XX Settembre ha spiegato che "se ci fossero gli eurobond non saremmo arrivati ad oggi: è fondamentale un maggior grado di consolidamento delle finanze pubbliche in Europa". "La soluzione maestra sarebbe stata quella degli Eurobond, sono convinto del modello proposto dal primo ministro del Lussemburgo e da me a livello internazionale. Siamo in attesa di sviluppi. Diversamente le complessità continuerebbero".

 

Tremonti ha quindi aggiunto che "la crisi non riguarda solo il nostro paese, riguarda una quota enorme del Pil dell’Europa e può riguardare anche altri paesi europei". "Ho l’impressione - ha detto - che ci sia molta attesa per il vertice franco-tedesco della prossima settimana. Molto dipenderà dalle scelte che saranno fatte in Europa".

 

La manovra, ha puntualizzato Tremonti, prevede "tagli ai ministri di 6 miliardi, riducibili a 5 attraverso la reintroduzione della 'vecchia Robin' sul mondo della produzione dell’energia", che però non avrà nessun impatto per la bolletta delle famiglie italiane. "Per gli enti locali sono previsti tagli per 6 miliardi riducibili verso 5 con il beneficio aggiuntivo della Robin Hood tax che pensiamo porti in tutto 2 miliardi", ha detto il ministro dell'Economia. Inoltre, ha detto, viene "rimosso l’istituto delle promozioni alla vigilia della pensione".  "Il contributo di solidarietà del 5% da 90 a 150 mila e del 10% sopra i 150 mila euro è deducibile con una clausola di sbarramento al 48% e dura 3 anni: 2011-2012 e 2013", ha puntualizzato Tremonti aggiungendo che il governo sta "studiando ipotesi di privatizzazioni".

 

NIENTE FIDUCIA - "Il presidente del Consiglio ha già detto che non abbiamo chiesto la fiducia - ha spiegato poi ai giornalisti il ministro Tremonti -. Di solito quando si approva un decreto si chiede l’autorizzazione a porre la fiducia. Non l’abbiamo fatto pensando che il testo sia talmente serio da impegnare tutto il Parlamento su un interesse generale. E’ stata una scelta saggia".
 

 

20.22: NAPOLITANO HA EMANATO IL DECRETO -  

GLI UFFICI PUBBLICI: PIU' FACILE SPOSTARLI - I dipendenti pubblici potranno essere trasferiti più facilmente. Lo prevede la manovra bis secondo il ministero della Funzione pubblica. “Di forte impatto in questa manovra - afferma il dicastero guidato da Renato Brunetta - la misura sull’esigibilità della prestazione del dipendente pubblico in luogo di lavoro e sede diversi da quelle di ordinaria assegnazione”.

 

“In sostanza - sottolinea Palazzo Vidoni - il datore di lavoro pubblico ha il potere di modificare il luogo di esecuzione della prestazione lavorativa attraverso lo strumento del trasferimento definitivo o temporaneo. Il trasferimento può essere disposto per motivate esigenze di tipo tecnico, organizzativo, produttivo”. Si tratta “di una misura fondamentale, sulla scia dei pilastri che stanno alla base della riforma Brunetta, che rafforzano i poteri dell’amministrazione come datore di lavoro, consolidando logiche gestionali utilizzate nel settore privato a tutela della finalità imprenditoriale”.

 

“Una misura così importante - conclude il ministero - sull’esigibilità della prestazione da parte del datore di lavoro pubblico è previsto che passi attraverso una regolamentazione in sede di contrattazione collettiva di comparto, soprattutto per stabilire regole su mobilità interregionale”. In attesa della disciplina contrattuale “si fa riferimento ai criteri datoriali, oggetto di informativa preventiva, e il trasferimento è consentito in ambito del territorio regionale di riferimento”.

 

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CALDEROLI - Il ministro Tremonti ha poi passato la parola al collega Roberto Calderoli, a cui è toccato il compito di illustrare i tagli alla politica. "A livello dei parlamentari già c’è stato un intervento degli uffici di presidenza di Camera e Senato con la riduzione delle componenti accessorie - ha detto il ministro per la Semplificazione normativa -. Noi siamo intervenuti rispetto all’indennità fissata dalla legge e abbiamo applicato ai parlamentari quanto previsto per i dipendenti del pubblico impiego raddoppiando l’entità dei tagli: 10% tra 90 e 150.000 euro e 20% sopra i 150.000".

 

"La Lega ha fatto scelte sofferte e difficili, stando al governo e restandoci - ha aggiunto - , pur di tutelare i cittadini dal rischio di perdere la pensione o di andare in banca e trovare i propri risparmi dimezzati, per questo chi fa dei distinguo dalla linea del movimento, linea dettata da Bossi, si mette da solo fuori linea"

 

Calderoli ha quindi dichiarato di non condividere la strada della soppressione completa delle Province ("L’unica strada sarebbe quella costituzionale"), ma "abbiamo previsto la soppressione delle province che non raggiungono o i 300.000 abitanti o i 3.000 km quadri di superficie" prendendo come punto di riferimento "il censimento che si farà in autunno. Ora non abbiamo numeri certi ma per dare un’idea della dimensione taglio siamo tra le 29-35 province".

 

"La manovra economica approvata dal governo prevede che le Regioni debbano ridurre i consiglieri del 20%, per cui si passerà da un numero complessivo di 775 consiglieri a 610 - ha spiegato ancora il ministro leghista -. E’ inoltre prevista la riduzione degli assessori e degli stipendi e l’istituzioni dei revisori dei conti anche per le Regioni". Alla fine del processo, ha aggiunto, si passerà da ''un rapporto tra popolazione e rappresentanti di uno ogni 428 cittadini, poco sostenibile, a uno ogni 1100 cerca''.

 

"All’inizio di questa legislatura gli amministratori" delle autonomie locali "erano circa 140 mila unità. Dall’intervento precedente e con quello contenuto in questo decreto, a conclusione dei rinnovi elettorali, passeremo da 140 mila a 53 mila e rotti con una riduzione 87 mila unità", ha detto. Calderoli ha poi polemizzato con il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, secondo cui la manovra che il governo ha varato ieri sarà "la fine del federalismo". "Il federalismo - ha aggiunto - è una soluzione alla crisi e non un problema". Inoltre, ha concluso Calderoli, saranno "soppressi tutti gli enti fino a 70 addetti" e sarà abolito il sistema di tracciabilità dei rifiuti, il cosiddetto Sistri.

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LE MISURE DELLA MANOVRA 

Ecco in rapida successione una cosa prevede la Manovra emanata da Napolitano

Alla scadenza del mandato amministrativo ‘’sono soppresse tutte le Province, salvo quelle la cui popolazione rilevata al censimento generale della popolazione del 2011 sia superiore a 300mila abitanti o la cui superficie complessiva sia superiore a 3mila chilometri quadrati’’. E’ quanto prevede l’articolo 15 del decreto legge sulla manovra. Il testo prevede inoltre che non possano essere istituite ‘’in ogni caso’’ Province ‘’in regioni con popolazione inferiore a 500mila abitanti’’. A partire dal primo rinnovo degli organi di governo delle Province successivo alla data di entrata in vigore del decreto viene ridotto della metà il numero dei consiglieri e degli assessori provinciali. La soppressione delle Province determina poi la soppressione degli uffici territoriali del governo che hanno sede nelle Province cancellate.

La manovra di Ferragosto fa ‘dimagrire’ il Cnel, che vede il numero dei suoi componenti scendere da 121 a 70. Lo prevedono le ‘Disposizioni relative al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro’, articolo 17 del decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale, il cui comma 1 ne modifica la legge istitutiva stabilendo che “il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro e’ composto da esperti e da rappresentanti delle categorie produttive, in numero di settanta, oltre al presidente e al segretario generale, secondo la seguente ripartizione: a) dodici esperti di chiara fama, qualificati esponenti della cultura economica, sociale e giuridica, dei quali otto nominati dal Presidente della Repubblica e quattro proposti dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Fra essi l’Assemblea nomina un vicepresidente; b) quarantotto rappresentanti di vertice delle categorie produttive, dei quali ventiquattro rappresentanti dei lavoratori dipendenti attivi, sei rappresentanti dei lavoratori autonomi attivi e diciotto rappresentanti delle imprese. Fra essi l’Assemblea nomina due vicepresidenti; c) dieci rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato, dei quali cinque designati dall’Osservatorio nazionale dell’associazionismo e cinque designati dall’Osservatorio nazionale per il volontariato. Fra essi l’Assemblea nomina un vicepresidente.”

L’addizionale regionale Irpef potrà salire fino allo 0,5% per gli anni 2012 e 2013. Lo stabilisce la manovra bis del Governo, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.(AGI) - Roma, I contratti aziendali e territoriali potranno disciplinare le mansioni del lavoratore, l’orario di lavoro, le trasformazioni e le conversioni dei contratti di lavoro e “le conseguenze del recesso del rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio ed il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio”.

"Le disposizioni contenute in contratti collettivi aziendali vigenti, approvati e sottoscritti prima dell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 tra le parti sociali, sono efficaci nei confronti di tutto il personale delle unita’ produttive cui il contratto stesso si riferisce a condizione che sia stato approvato con votazione a maggioranza dei lavoratori”. La norma estende “erga omnes” gli effetti dell’accordo tra Confindustria e sindacati sui contratti aziendali. Dunque saranno estesi anche i contratti di Pomigliano e Mirafiori. I contratti aziendali inoltre potranno derogare a quello nazionale e alle norme dello Statuto dei lavoratori.

“I contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente piu’ rappresentative sul piano nazionale ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda - si legge nel testo del dl - possono realizzare specifiche intese finalizzate alla maggiore occupazione, alla qualita’ dei contratti di lavoro, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitivita’ e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all’avvio di nuove attivita’”.

Un aumento di 4 punti percentuali dell’addizionale Ires e una riduzione della soglia dei ricavi (per l’applicabilita’) dalla precedente “superiore a 25 mln di euro”, portata invece “a 10 mln di euro e un reddito imponibile superiore a 1 mln di euro”. L’obiettivo, del resto, e’ ambizioso per le casse dello Stato, prevedendo “maggiori entrate stimate non inferiori a 1.800 mln per il 2012 e 900 mln per gli anni 2013 e 2014”. Per quanto riguarda l’ambito di applicazione, la norma si estende a “produzione, trasmissione e dispacciamento, distribuzione o commercializzazione dell’energia elettrica”, nonche’ a “trasporto o distribuzione del gas naturale”.

L’innalzamento da 60 a 65 anni dell’eta’ pensionabile delle donne impiegate nel settore privato e’ anticipato dal 2020 al 2016. Lo prevede il testo del decreto legge della manovra. L’innalzamento avverra’ in modo graduale fino all’entrata in vigore definitiva nel 2027-2028. Le tredicesime dei dipendenti pubblici potranno essere pagate in tre rate annuali posticipate in presenza di uno scostamento rilevante dagli obiettivi del Def.

Taglio del 10 per cento alle indennita’ per la parte eccedente i 90mila euro lordi, e fino ai 150mila, tetto superato il quale la riduzione raddoppia. Indennita’ parlamentare dimezzata per gli eletti che svolgano attivita’ che fruttino un reddito pari o superiore al 15 per cento e comunque commisurata all’effettiva partecipazioni ai lavori della Camera di appartenenza. Mentre quella di parlamentare e’ una carica incompatibile con qualunque altra carica pubblica elettiva.

A decorrere dal mese successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, ai membri degli organi costituzionali si applica, senza effetti a fini previdenziali, una riduzione delle retribuzioni o indennita’ di carica superiori a 90mila euro lordi annui previste alla data di entrata in vigore del decreto, in misura del 10 per cento per la parte eccedente i 90mila euro e fino a 150mila, nonche’ del 20 per cento per la parte eccedente 150mila euro. A seguito della predetta riduzione il trattamento economico complessivo non puo’ essere comunque inferiore a 90.000 euro lordi annui.  Si fa riferimento alla “revisione costituzionale concernente la riduzione del numero dei parlamentari e della rideterminazione del trattamento economico omnicomprensivo annualmente corrisposto ai sensi del’articolo 1, comma 1” del decreto 98 del 2011, convertito in legge cone la 111 del 15 luglio 2011, per stabilire che “in attesa” di detta riforma e quanto all’indennita’ parlamentare, questa e’ ridotta del 50 per cento per i parlamentari che svolgano qualsiasi attivita’ lavorativa per la quale sia percepito un reddito uguale o superiore al 15 per cento dell’indennita’ medesima. La riduzione si applica a decorrere dal mese successivo al deposito presso la Camera di appartenenza della dichiarazione annuale relativa ai redditi delle persone fisiche di cui alla legge 5 luglio 1982, n. 441 dalla quale emerge il superamento del limite di cui al primo periodo.

La carica di parlamentare, invece, sarà incompatibile con qualsiasi altra carica pubblica elettiva, a decorrere dalla prima legislatura successiva alla data di entrata in vigore del decreto. Saranno naturalmente le Camere ad individuare, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, le modalita’ piu’ adeguate per correlare l’indennita’ parlamentare al tasso di partecipazione di ciascun parlamentare ai lavori delle Assemblee, delle Giunte e delle Commissioni.

Stop ai voli blu per gli onorevoli e gli amministratori pubblici. “I Parlamentari, gli amministratori pubblici, i dipendenti delle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, anche a ordinamento autonomo, gli amministratori, i dipendenti e i componenti degli enti e organismi pubblici, di aziende autonome e speciali, di aziende a totale partecipazione pubblica, di autorita’ amministrative indipendenti o di altri enti pubblici e i commissari straordinari che, per gli spostamenti e le missioni legate a ragioni di servizio all’interno dell’Unione europea utilizzano il mezzo di trasporto aereo, volano in classe economica”.