Roma, 17 agosto 2011 - Nel giorno in cui la manovra approda ufficialmente al Senato, in vista dell’esame che partirà da martedì prossimo, il Pdl apre a possibili modifiche al testo.

Interessate, anche se scettiche, le opposizioni, mentre in maggioranza si ipotizzano nuove tasse sui capitali scudati, l’innalzamento dell’Iva, l’introduzione del quoziente familiare e il versamento del Tfr in busta paga.

I capigruppo Pdl di Camera e Senato aprono a miglioramenti: “Come responsabili della principale forza politica della maggioranza siamo aperti al dibattito ed a ipotesi migliorative che dovessero emergere in Parlamento, da qualunque parte esse provengano”. Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, e i loro vice Gaetano Quagliariello e Massimo Corsaro, indicano però alcuni punti fermi di metodo e di merito.

Nel metodo non deve essere stravolta e rallentata. Nel merito non si può tornare indietro sui capitoli che riguardano le privatizzazioni, i costi della politica e la flessibilita’, fino al licenziamento, dei contratti sul modello di Pomigliano. E il sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti frena sui capitali scudati: tassarli è “tecnicamente difficile perché é difficile applicarla: é difficile reperire i dati e ricostruire il percorso dei capitali in quanto c’e’ l’anonimato. Certo la politica può anche superare questi ostacoli”.

Sulle possibili modifiche il Pd apprezza che si parli di tassare i capitali scudati, ma lamenta che si parli di una imposta “risibile”: “La proposta del Pd di un prelievo sui capitali rientrati con lo scudo fiscale è seria ed utile, come dimostra il dibattito aperto ieri dalle dichiarazioni, seppur caute, del presidente del Consiglio” afferma Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera. “Probabilmente l’idea di tassare solo dell’1-2% i capitali rientrati con lo scudo, anticipata oggi, e’ proprio farina del sacco di Tremonti”.

E l’Idv attacca: “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il governo Berlusconi e i tanti suoi amici scudati. Solo quando lo faranno veramente ci crederò” afferma Antonio Di Pietro. "E se lo fanno  - prosegue - lo devono fare sostanzialmente: se introducessero un finto contributo di solidarieta’, magari dell’1%, sarebbe l’ennesima presa in giro”.
 

Sull’ipotesi di aumentare l’Iva dice: “Invece di deprimere i consumi è meglio far tornare in patria i soldati che si trovano in Libia e in Afghanistan”. Mentre sui contratti il Pd alza le barricate: “E’ grave che l’articolo 8 della manovra depositata oggi in Senato consenta ‘implicitamente’ di derogare a leggi e contratti, compreso quindi lo Statuto dei lavoratori” afferma l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano.

 

SCUDO FISCALE-BIS - Nel frattempo, prende quota l'ipotesi di un nuovo scudo fiscale, per far rientrare i capitali rimasti all’estero, con una ‘penale’ però superiore a quella del 5% inserita nel ‘condono’ precedente, del 2009. E’ una delle ipotesi che, secondo fonti della maggioranza, si starebbe valutando. L’idea sarebbe quella di sfruttare la tobin tax europea che potrebbe rendere più difficile l’anonimato degli evasori.

 

SENATO DESERTO - “Mi sa che questa volta siete voi giornalisti in maggioranza...”, dice amareggiato Giacomo Santini del Pdl uscendo dall’Aula semideserta di Palazzo Madama. Ore 16,30, al Senato presiede la seduta Vannino Chiti. Bastano cinque minuti per incardinare la prossima settimana il testo della manovra economica varato dal governo venerdì scorso.

Sono presenti solo 11 senatori. Oltre al presidente di turno Chiti, erano in aula quattro esponenti pidiellini: Giacomo Santini, Paolo Barelli, Cinzia Bonfrisco e Raffaele Fantetti; tre del Pd, Mariangela Bastico, Lionello Cosentino e Carlo Pegorer; due dell’Idv, Stefano Pedica e Luigi Li Gotti, e una senatrice del Terzo Polo, Maria Ida Germontani.

Per il governo è presente il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti che ammette: “Effettivamente oggi sarebbe stato meglio se ci fossero stati più senatori presenti, anche se si trattava di un atto formale puramente tecnico”. Pedica tuona: “Il presidente Schifani doveva esserci visto il momento difficile che sta attraversando il paese”. La democrat Bastico e’ basita: “Io dovevo andare in Calabria ma ero stata allertata e quando ho saputo che c’era l’incardinamento del testo e la possibile convocazione per domani, alle 12,30, della commissione Affari costituzionali, mi sono precipitata a Roma”.

 

CALDEROLI: "EVIDENTI DIFFICOLTA' PER GLI ENTI LOCALI" - Il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli ammette che la manovra pone “evidenti difficoltà” per gli enti locali ma l’anticipo dell’introduzione del Federalismo fiscale “consentirà di superarle”. Lo ha detto lo stesso Calderoli al termine di un incontro, a Calalzo di Cadore, con il presidente della provincia di Belluno, il leghista Giampaolo Bottacin, che stamattina ha protestato, davanti all’hotel Ferrovia con la bandiera della provincia listata a lutto per portare l’attenzione contro i tagli dei trasferimenti agli enti locali previsti nella manovra.

“Sono evidenti tutte le difficoltà che ci sono a livello territoriali nei confronti della manovra. Con il Presidente della provincia di Belluno, Giampaolo Bottacin - ha spiegato Calderoli - abbiamo individuato il metodo che consiste nell’anticipo del federalismo fiscale al 1 gennaio 2012. Comuni e province avrebbero un grosso beneficio dalla partenza del Federalismo a regime dal 1 gennaio. Anche perché partirebbe il fondo perequativo a livello regionale, che consentirebbe di superare le difficoltà attuali”.

 

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