Roma, 18 agosto 2011 - Un regalo ai fotografi, ma soprattutto un messaggio alla politica (destinataria la Lega e anche gli alleati): quando Umberto Bossi, dopo il lauto pranzo nell’albergo Ferrovia a Calalzo di Cadore con Roberto Calderoli e Giulio Tremonti, si è mostrato in pubblico con la canottiera bianca, esattamente come 17 anni fa (mutatis mutandis), l’immaginazione dei presenti e’ partita al galoppo. Ed e’ naturale, perche’ quella inaspettata ‘performance’ e’ stata fortemente evocativa.

La memoria è subito andata all’agosto del ‘94, quando Bossi, ospite di villa Certosa, si presento’ nel lussuoso parco del Cavaliere (che lo accompagnava tenendogli la mano sulla spalla), con quel dimesso indumento che col senno di poi divenne anche il simbolo del ribaltone che si consumo’ di li’ a poco: il cavaliere fu disarcionato e a palazzo Chigi ando’ a sedersi Lamberto Dini. Avra’ dunque fatto tremare le vene ai polsi di Silvio Berlusconi quella immagine di un Bossi in canottiera che come un capotribu’ si butta sulle spalle la pelle di leone per mostrarsi ai propri sudditi con il simbolo del potere.

Ecco, ed è proprio la questione della leadership, del suo potere e della sua immagine forse un po’ appannata, che il leader leghista ha voluto rilanciare. Una strategia di immagine e politica insieme. Questo mentre i maligni gia’ dicono che e’ troppo tardi, che il senatur ha fatto il suo tempo e’ che ormai la canottiera la indossa Roberto Maroni.