Schio, 19 agosto 2011 - Il leader della Lega Umberto Bossi è molto pessimista sul futuro dell’Italia e rispolvera l’aspirazione leghista di una nazione del Nord. “Quel che sta avvenendo è una svolta storica, non è una cosina da niente - ha detto Bossi in un comizio a Schio, riferendosi alla crisi economica - la gente capisce sempre di più che l’Italia va a finire male e quindi prepararsi al dopo. E per noi il dopo è la Padania - ha precisato Bossi - i popoli del Nord che uniti sarebbero lo stato più forte d’Europa”.

 

“Quando verrà il momento - ha proseguito Bossi - non possiamo farci trovare impreparati. Dobbiamo essere pronti con la nostra Padania. Per fortuna siamo partiti tanti anni fa e il profondo del cuore della gente del Nord sente che il progetto padano è passato e che l’idea che si possa vincere insieme è partita”.

 

Umberto Bossi, inoltre, ha rivendicato di aver “bloccato” l’introduzione dell’aumento dell’Iva all’interno della manovra varata dal governo. “Il partito di Berlusconi diceva di aumentare l’Iva, ma noi lo abbiamo bloccato”. Il senatur ha ribadito di essere contrario a questa misura, perché, poi “i commercianti aumentano i prezzi e danno la colpa al governo”.

 

Da parte della Lega non vi è stata alcuna apertura a modifiche sulle pensioni. Vi e’ un’apertura della Lega sulle pensioni? “Assolutamente no”, ha risposto il leader del Carroccio, “sono i giornali che inventano: non si toccano le pensioni della povera gente”.

 

Infine Bossi è tornato sulla, ormai pluri-citata, telefonata di Bankitalia, a suo dire, ricevuta da Renato Brunetta in Consiglio dei ministri. “L’ho chiamato ‘nano di Venezia’ e lui s’è incazzato, poi gli ho telefonato, mi sono scusato”, ha detto il leader del Carroccio. “Quando lui insisteva sulle pensioni - ha aggiunto - io gli ho detto ‘ Come mai chiama te e non me? Chiama il più pirla, lo so”.