di Pierfrancesco De Robertis
ROMA, 21 agosto 2011 - C’È UNA PAROLA che ultimamente sul web va fortissimo tanto da assomigliare a una sorta di password per assicurarsi l’interesse del grande pubblico della rete: costi della politica. Una vera chiave d’accesso per totalizzare grandi numeri di contatti e condivisioni. La moderna agorà è internet – si dice – e quindi i politici nostrani debbono stare veramente attenti. Anche perché il dibattito che da alcune settimane infervora la Rete, nella maggior parte delle volte non va tanto per il sottile. Trasuda l’indignazione generale per quelli che vengono ritenuti (e spesso sono) ingiustificati privilegi. Se poi quanto si scrive fa della verità la sua prima vittima, beh, insomma, pazienza non si può avere tutto.

VA SEMPRE FORTISSIMO Spider Truman, il sedicente ex dipendente di Montecitorio che da un mesetto spopola con le sue «rivelazioni» su quelli che lui chiama i privilegi della casta. A ieri il suo gruppo su Facebook aveva totalizzato ben 374.700 iscritti. Un’enormità, anche per una piazza grande come quella virtuale. Se fosse un partito politico non entrerebbe in parlamento ma si farebbe comunque notare! Tra l’altro (a indicazione della generale rabbia montante) Spider ebbe subito un ottimo esordio con 120 mila contatti in pochi giorni (grazie anche alla pubblicità involontaria che trovò sui media) ma la sua ascesa è stata costante e non si è ancora arrestata. Per la verità da alcuni giorni Spider Truman di rivelazioni sensazionali non ne elargisce molte, e pare aver esaurito la sua scorta di segreti, ma la sua pagina è comunque e giornalmente frequentatissima.


Molto attivi nel frattempo anche altri gruppi, sempre in Facebook o nei social network più conosciuti. Grandi ascolti per quello che si autodefinisce «Referendum per l’abolizione di tutti i privilegi dei parlamentari», che su Facebook a ieri contava ben 31 mila iscritti. Assolutamente non male per un gruppo nato spontaneamente. Anche qui la ragione sociale, come si evince dal nome, è chiara e anche qui per la verità si fa strame se non del diritto pubblico per lo meno del senso comune. Pure i bambini sanno infatti che i referendum su materie come «i privilegi dei parlamentari» non sono ammissibili, ma poco importa, il senso di tutto è riuscire a spedire un messaggio al Palazzo, sempre che il Palazzo – come accade sovente – non si mostri sordo e giri la testa dall’altra parte. Tra l’altro in questo come in altri gruppi, accanto a giuste segnalazioni e lamentele sempre sui benedetti privilegi (uno su tutti: la tessera gratis allo stadio) vengono riportate notizie in parte o del tutto errate (la maggior parte dei portaborse sono familiari o parenti: falso) a ulteriore conferma di quanto detto in precedenza: internet è soprattutto una valvola di sfogo e un termometro dell’umore popolare. Fra i tanti, molto attivi e più o meno sullo stesso tono altri gruppi Facebook: «nuntereggae più» con oltre 22.300 iscritti e «quelli che vorrebbero mandare la classe politica a zappare», dal titolo del tutto esplicativo. Anche qui migliaia di partecipanti, anche in questo caso in costante ascesa.

Accanto ai gruppi nei social network, innumerevoli i blog di ogni «ordine e grado». Anche in questo caso, in molte occasioni, prevale la contestazione all’informazione più obiettiva.

ACCANTO A TUTTO QUESTO fioriscono poi siti (frequentati) con uno spazio più dedicato al coinvolgimento: uno per tutti www.aboliamoleprovince.it nel quale si propongono una serie di azioni per il taglio dei costi inutili della politica (indovinate quali).
E’ un panorama complesso, in costante evoluzione. C’è un’immancabile dose di qualunquismo, ma qualche politico farebbe bene ad ascoltare.