Rooma, 9 settembre 2011 - Viene anticipato di ulteriori due anni l’adeguamento delle pensioni di vecchiaia delle donne nel settore privato. L’ultima modifica introdotta alla manovra prevede che l’adeguamento progressivo della pensione di vecchiaia delle donne a 65 anni scatti nel privato a partire dal 2014 fino al 2026.

 

Con la manovra di luglio l’allineamento partiva dal 2020 (fino al 2032) e nella manovra bis di agosto si era già deciso di spostarlo al 2016 (fino al 2028).

 

Attualmente c’è una differenza tra la pensione di vecchiaia delle donne nel privato e nel pubblico. Dal 2012 le donne che lavorano nel pubblico impiego andranno in pensione a 65 anni, con la pensione di vecchiaia equiparata a quella degli uomini. Mentre per quelle del settore privato, restava a 60 anni il limite anagrafico da raggiungere.

 

Ora con questo ultimo provvedimento è previsto che anche per le donne nel privato venga gradatamente innalzata l’età a 65 anni.  In particolare l’aumento della pensione di vecchiaia da 60 a 65 anni dal 2014 al 2026 sarà così suddiviso: il primo anno è previsto un aumento di un mese, il secondo anno due mesi, il terzo anno tre mesi, il quarto anno di quattro mesi, il quinto anno cinque mesi, il sesto sei mesi e dal sesto anno in poi fino al penultimo sei mesi ogni anno. Nell’ultimo anno saranno aggiunti ulteriori 3 mesi.

 

CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA' - Sono 11mila i contribuenti italiani che dichiarano redditi superiori ai 500.000 mila euro. Lo riferiscono fonti di governo. L’esecutivo introdurrà in manovra un contributo del 3% per i ‘paperoni’ italiani che guadagnano oltre 500.000 euro. Di questi, il 56% sono lavoratori privati, il 39% sono autonomi e il 5% sono dipendenti pubblici.

 

Dal contributo lo Stato incasserà 35 milioni nel 2012 e dal 2013 circa 88 milioni (87,7 milioni) a regime fino al pareggio di bilancio.