Roma, 8 settembre 2011 - “Da Lavitola a l’ape regina, ecco la macchina del fango”. Con un video-post sulla sua pagina Facebook, Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, interviene sulla vicenda che lo ha visto finire sui giornali di gossip per una sua presunta breve relazione con Sabina Began. “La macchina del fango e’ sempre al lavoro” afferma Bocchino, ma “al posto di Lavitola viene utilizzata la cosiddetta ‘ape regina’”, “una persona che avrei fatto bene a non frequentare, sebbene questo sia accaduto attraverso amici comuni”.


Bocchino denuncia “il gossip costruito per danneggiare l’immagine politica dell’avversario quando dopo aver scavato a fondo nella sua vita, si sa che non c’e’ un solo argomento ne’ politico, ne’ personale, ne’ istituzionale per poterlo attaccare”.

Poi racconta di alcune telefonate di solidarieta’ ricevute dopo questa vicenda e riferisce che quella che gli ha fatto piu’ piacere e’ giunta dal direttore di ‘Chi’ Alfonso Signorini: “Il suo sdegno al telefono per questa questione mi ha fatto capire che anche nell’ambiente berlusconiano, nell’ambiente che fa gossip di professione, si sa distinguere tra la cronaca rosa e la cattiveria”.

Bocchino afferma anche che l’affaire tra lui e la Began e’ stato usato come “un’arma di distrazione di massa perche’ qualcuno vuole distrarre l’opinione pubblica da altre vicende giudiziarie e dalle vicende economiche e sociali di questo Paese” e conferma che l’obiettivo del Fli e’ e resta di costruire una forza nel centrodestra.

 

SU BERLUSCONI E LAVITOLA - “Ci sarebbe bisogno di una presa di coscienza di Berlusconi e di un suo passo indietro anche alla luce dell’ultima intercettazione”. Lo ha chiesto il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, convinto che “forse se Lavitola parla racconta gli affari sporchi che ha gestito per conto” di Berlusconi. “Ci sarebbe bisogno di una presa di coscienza di Berlusconi - ha affermato Bocchino - e di un suo passo indietro anche alla luce dell’ultima intercettazione in cui consiglia a un latitante di stare all’estero anziché consegnarsi alla giustizia”.


“Sarà bene sapere
anche per quali ragioni Berlusconi non voleva il rientro di Lavitola. Forse se Lavitola parla racconta gli affari sporchi che ha gestito per suo conto, compreso il dossier falso sulla casa di Montecarlo” di Gianfranco Fini, “cose che noi già sappiamo e spero che la magistratura scoprirà al più presto”.