Roma, 14 settembre - «Il matrimonio come è previsto dalla Costituzione del nostro Paese, se non la si cambia, è l’unione tra persone di sesso diverso finalizzata alla procreazione. Tra l’uomo e la donna, questo dice la Costituzione». Queste le parole che hanno creato non poco scompiglio pronunciate il 9 settembre nel corso di un dibattito alla Festa dell’Unità di Ostia da Massimo D’Alema.

 

La polemica ha incendiato il web e la risposta delle associazioni gay non si è fatta attendere: "Parole rozze - è stato il commento del presidente dell’Arcigay Paolo Patanè -. Dichiarazioni che fanno pensare subito a un esponente di estrema destra con smanie religiose e non al leader del Pd. Questo conferma l’alleanza del partito con l’Udc fatta per perpetuare lo sfacelo della sinistra italiana e la perdita di qualunque dignità laica ed autorevolezza del partito democratico".

 

Durissima anche la replica della parlamentare del Pd Paola Concia: «Caro D’Alema, la tua dichiarazione sui matrimoni gay è la prova provata che non sei un cinico, come vieni sempre descritto, altrimenti non avresti detto quelle corbellerie».

 

«Forse - dice ancora la parlamentare rivolgendosi a D’Alema - speravi di sedurre l’Udc, ma sappi che Casini quel matrimonio con te, non lo vuole proprio fare».

 

«Polemica esagerata» è stata la risposta del leader del Pd «Probabilmente» -si difende - non mi sono spiegato con chiarezza. Ho sempre difeso i diritti degli omosessuali.»