Roma, 19 settembre 2011 - ANTONIO Di Pietro come Umberto Bossi? Stavolta pare di sì, visto che il leader dell’Idv ha candidato come consigliere regionale in Molise il figlio Cristiano, come il senatur aveva fatto con il suo Renzo per le regionali in Lombardia.

La cosa non è piaciuta agli iscritti del circolo dell’Idv di Termoli, che il giorno dopo la presentazione delle liste hanno deciso di lasciare in blocco il partito dell’ex pm.


La grana è esplosa mentre Di Pietro arringava i militanti a Vasto per la conclusione della festa dell’Idv: i componenti del Circolo dipietrista della cittadina molisana hanno diffuso un comunicato ufficiale in cui esprimono ‘’il loro totale dissenso’’ per la candidatura di Cristiano Di Pietro alle regionali del 16 e 17 ottobre. "Appare figlia della stessa concezione familistica e privatistica che ha mosso il capo della Lega a far eleggere il figlio, o Berlusconi a candidare Nicole Minetti".

Per tali motivazioni l’intero circolo ha maturato la decisione, "seduta stante, di interrompere la propria esperienza politica con l’Idv". La prima secca replica arriva dal segretario. "L’Idv non accetta il ricatto".

Poco dopo la reazione di Antonio Di Pietro in persona: "Mio figlio ha fatto e deve fare tutte le trafile, al pari degli altri. Se i cittadini gli danno il consenso vuol dire che se lo è meritato".

“Mi e’ stato chiesto di rendere conto delle ragioni per cui mio figlio Cristiano e’ stato candidato alle elezioni regionali del Molise. Credo che, quando vengono poste domande del genere, un politico abbia il dovere di rispondere. Mi rivolgo in particolare, confermandogli tutto il mio affetto, agli iscritti al circolo IdV di Termoli, che hanno posto la questione”. Lo afferma il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un videomessaggio pubblicato sul suo blog.

“A Montenero di Bisaccia abbiamo candidato Cristiano non perche’ e’ un figlio di papa’ senza esperienza politica. Ha dovuto fare, e deve continuare a fare, la trafila come tutti gli altri iscritti all’IdV. Non si e’ svegliato una mattina per trovarsi candidato. Quando abbiamo creato il partito, dieci anni fa, si e’ rimboccato le maniche anche lui e ha contribuito, con me e con migliaia di altre persone, a costruirlo. Non e’ andato a fare il ‘trota’ di turno con un’elezione sicura in Parlamento, o in qualche listino regionale o in qualche assessorato. Si e’ candidato come consigliere comunale e l’ha fatto per cinque anni, senza diventare assessore nemmeno quando era in maggioranza. Poi si e’ candidato al consiglio provinciale e ha fatto il consigliere provinciale per altri cinque anni. Adesso si candida per andare a fare il consigliere regionale, se i cittadini lo vorranno.

Perche’ sia chiaro: sono state e sono tutte elezioni in cui Cristiano deve chiedere la preferenza sul suo nome, non sul mio. Non va nel listino o nella lista bloccata. E’ stato trattato come tutti. Ha fatto la trafila come tutti. Da dieci anni, e anche oggi, attacca manifesti e raccoglie firme per i referendum come tutti gli iscritti all’Italia dei Valori. Non e’ che se una persona e’ figlia di un leader politico perde i diritti politici. Non devono esserci favoritismi. Non devono esserci spintarelle o scorciatoie. Ma se comincia dal consiglio comunale e va avanti chiedendo il consenso degli elettori, non gli si puo’ negare il diritto di partecipare. Per questo, amici di Termoli, vi chiedo di lavorare tutti insieme per liberare il Molise dal Berlusconi locale”.

MA IL CIRCOLO DI TERMOLI VUOLE LASCIARE IL PARTITO - I componenti del Circolo dell’Italia dei Valori di Termoli, conosciute le liste per l’elezione del Consiglio Regionale del Molise del 16 e 17 ottobre - si legge sulla nota - e constatata la presenza nella lista dell’Idv di Cristiano Di Pietro, figlio del presidente nazionale Antonio Di Pietro, esprimono il loro risentito dissenso a tale candidatura’’.

Per il circolo termolese tale candidatura e’ sulla falsariga di quella del figlio di Umberto Bossi della Lega Nord. ‘’Essa appare figlia della stessa concezione familistica e privatistica che presumibilmente ha mosso il capo della Lega Nord, Umberto Bossi a candidare e a far eleggere il figlio al Consiglio Regionale della Lombardia o il presidente del Pdl Silvio Berlusconi a candidare e a far eleggere Nicole Minetti allo stesso Consiglio Regionale Lombardo’’.

Per tali motivazioni l’intero Circolo ha maturato l’uscita dal partito. ‘’Si decide, seduta stante, di interrompere la propria esperienza politica con l’Idv. Gli stessi componenti, inoltre, confermano la loro appartenenza al centrosinistra, con l’auspicio che le prossime elezioni regionali possano essere occasione di un reale cambiamento della politica nel Molise’’.

STORACE: DOPO IL TROTA ARRIVA IL FIGLIO DI DI PIETRO - "Che differenza c’e’ fra Tonino Di Pietro e il governatore molisano Michele Iorio? Per loro, il ‘parentado’ non si tocca’’. E’ quanto scrive sul suo blog, Francesco Storace, segretario nazionale della Destra.

‘’Iorio e’ noto - aggiunge l’ex governatore del Lazio - per la sua capacita’ di sistemare chiunque sia nato dalle parti della sua famiglia e probabilmente e’ stato un bene non esserci mischiati a suo sostegno. Se all’indomani del rifiuto ad ospitare nel listino del centrodestra un uomo pulito come il segretario regionale della Destra Giancarmine Mancini ci eravamo arrabbiati, col senno del poi e’ meglio stare alla larga da certi personaggi. Caso mai il problema e’ di Berlusconi e Alfano la cui parola - a fronte di Michele Iorio - vale meno di zero, evidentemente’’.

‘’Ma non stanno meglio nell’altro polo. Dopo il Trota di Bossi, arriva il turno - aggiunge Storace - del figlio di Di Pietro che si candida alle regionali. Il papa’ ha detto che in fondo chiede preferenze, non ha privilegio, non e’ nominato. Ma lo spot e’ interessante, il giovanotto si guarda bene dall’accennare al proprio nome di battesimo. Dice, in Molise, votate Di Pietro. Punto e basta. Con le preferenze si eleggono anche i famigli. Per carita’, non e’ illegale, ma caro Tonino, e’ il trionfo - conclude Storace - dell’inopportunita’. E dell’opportunismo’’.