Roma, 6 ottobre 2011 - La maggioranza va avanti compatta, sul ddl intercettazioni, con Bossi che assicura: "Farà dell'Italia un Paese normale" e Berlusconi che detta l'agenda: “Dobbiamo andare avanti sulle riforme. Ora c’è quella sulle intercettazioni, poi faremo quella della giustizia, del fisco e dello Stato”.

Ma intanto, dopo più di due ore di interventi sul complesso degli emendamenti, non c'è stato neppure un primo voto, nonostante la ‘precettazione’ giunta nei giorni scorsi a tutti i deputati delle maggioranza dai gruppi e la presenza in aula, del tutto inedita nella storia di questa legislatura, di tutti i leader del centrodestra, dal premier Silvio Berlusconi al leader della Lega Umberto Bossi, passando per il ministro Giulio Tremonti.

Si è conclusa così la prima giornata di esame parlamentare in aula alla Camera delle nuove norme sulle intercettazioni. Si riprenderà la prossima settimana, come da calendario concordato in conferenza dei capigruppo: a partire da mercoledì.

 

Fino ad allora resterà in stand by la decisione del governo se porre alla Camera la questione di fiducia. Sulla decisione peserà non poco il significato che verrà attribuito alla giornata parlamentare odierna. Secondo l’opposizione, infatti, il mancato inizio delle votazioni in aula è da imputarsi all’assenza dall’aula di deputati di maggioranza, nonostante la presenza dei big, a garantire l’approvazione delle nuove norme, presentate dal Pdl in commissione Giustizia, a modifica del testo approvato in Senato.


UMBERO BOSSI - Il Senatùr ne è convinto: il ddl intercettazioni “passerà anche senza la fiducia. Serve a far diventrea l’Italia un paese normale. Ormai qui si fanno intercettazioni indipendentemente dal processo”, ha dichiarato Umberto Bossi parlando alla Camera.

 

BOCCHINO CHIUDE GLI SPIRAGLI -  Il Vicepresidente Fli Italo Bocchino ha confermato la chiusura di ogni spiraglio da parte del Terzo Polo sulle nuove norme sulle intercettazioni presentate dalla maggioranza alla Camera. “Ieri si è aggiunto un emendamento che ha trasformato quel mezzo bavaglio in un bavaglio completo e che impedisce alla stampa di esercitare il diritto di cronaca e ai cittadini di sapere. Se a questo punto se la maggioranza vuole proseguire con questo scempio, noi ci opporremo per il bene dell`informazione e del diritto degli italiani di essere informati”, ha detto.


“Sulle intercettazioni - ha ricordato Bocchino, ai microfoni di Sky tg24- siamo partiti dal testo della relatrice Giulia Bongiorno che era frutto di un compromesso che risale a due anni fa, quando noi eravamo ancora nel Pdl. Quell`accordo fu siglato dall`allora ministro della Giustizia Angelino Alfano, ora segretario del Pdl, e dalla deputata di Fli Giulia Bongiorno. Per noi di Futuro e Libertà quel testo rappresentava già un mezzo bavaglio, ma avevamo lavorato dall`interno del Pdl per limitare i danni”.


FRANCESCHINI: IGNORANO I PROBLEMI VERI - Nonostante “la giornata trionfale a Montecitorio con Berlusconi e tutto il governo presente in Aula sulle intercettazioni non sono riusciti a fare nemmeno un voto”, commenta Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera.

“Noi abbiamo iniziato a usare tutti gli strumenti parlamentari per impedire l’approvazione del ddl sulle intercettazioni pur sapendo che ci sono i tempi contingentati - ha spiegato Franceschini - ma non hanno concluso nulla perchè pur con lo spettacolo indecoroso di tutti i ministri che in piena crisi economica sono stati l’intera mattina qui costretti a ritenere le intercettazioni più importanti di tutti i problemi degli italiani, non sono riusciti a fare nemmeno un voto”.


 

UDC: VOTEREMO CONTRO - La maggioranza alla Camera “non ha voluto andare alla prova di forza con un voto sul ddl intercettazioni anche se in aula oggi c’erano Berlusconi e Bossi”. E’ il commento di Roberto Rao (Udc) al termine della seduta d’aula sul ddl intercettazioni.


“O giocano tutto con la fiducia la settimana prossima facendo approvare gli emendamenti punitivi a cui il governo ha dato parere favorevole - sottolinea- oppure ci ripensano e tornano sul testo iniziale con alcuni aggiustamenti sulla questione del Collegio di giudici per autorizzare gli ascolti che porterebbe alla paralisi dei piccoli e medi tribunali”. Pero’, continua il capogruppo dell’Udc in commissione Giustizia, “dai toni usati in aula e dalle parole di Berlusconi sembra si vada verso la prima ipotesi e quindi noi voteremo contro”.