Roma, 6 ottobre 2011 - Giorgio Napolitano ha ricordato oggi Giuseppe Pella: “C’era bisogno di un Governo di tregua quando il Presidente Einaudi diede l’incarico a Pella. Non durò a lungo ma servì”.

 

Per alcuni le parole del Presidente della Repubblica rappresentano un messaggio implicito a Silvio Berlusconi. Quel "governo di tregua" tanto lodato da Napolitano potrebbe non essere limitato al contesto politico degli anni '50. Forse è solo una questione di coincidenze, ma l'elogio del Colle a un esecutivo transitorio (tecnico, si direbbe oggi) in questo momento suona quasi come un appello.

 

IL GOVERNO PELLA -  Giuseppe Pella fu Presidente del Consiglio per 5 mesi: dal 17 agosto 1953 al 12 gennaio 1954. Il suo Governo era composto da Dc e indipendenti. Nei precedenti governi De Gasperi, Pella fu ministro del Tesoro e del Bilancio.

 

Pella divenne premier dopo il fallimento dell’ultimo Governo De Gasperi che non ottenne la fiducia. Il 17 agosto 1953 il Presidente della Repubblica Einaudi, che era stato suo insegnante all’università, lo incaricà di formare un Governo di cui venne sottolineata la provvisorietà.

 

Fu denominato Governo d’affari o amministrativo, il cui unico compito fu quello di arrivare all’approvazione della legge di bilancio. A rafforzare il carattere tecnico dell’esecutivo, furono chiamate a farne parte alcune personalità estranee alla politica come l’alto magistrato Antonio Azara alla Giustizia.

 

Pella assunse l’interim degli Esteri ed ebbe uno scontro con il Presidente jugoslavo Tito, che minacciò di annettere Trieste alla Jugoslavia. Pella rispose paventando l’invio di truppe italiane sul confine orientale. La crisi venne risolta diplomaticamente dalle potenze occidentali.

 

Pella appartenne alla Dc di destra e fu estromesso dal successivo Governo Fanfani che governò però meno di un mese. Fu ostile alla politica fanfaniana di apertura al Psi.