Roma, 25 ottobre 2011 - "Una strada l’abbiamo individuata, ora bisogna vedere cosa dice l’Europa”. Così il leader della Lega, Umberto Bossi, ha risposto ai cronisti che chiedevano se si fosse trovata una intesa nella maggioranza sulle misure da presentare oggi a Bruxelles. Il leader del Carroccio è arrivato ieri sera a Palazzo Grazioli con una delegazione della Lega per incontrare il premier Berlusconi già riunito con Gianni Letta e i ministri Romani e Brunetta. Con loro anche  i capigruppo di Camera e Senato Marco Reguzzoni e Federico Bricolo e il governatore del Piemonte Roberto Cota.

 

L’obiettivo è raggiungere i 67 anni d’età nel 2026 anche per le donne del settore privato. E’ quanto è scritto, spiegano fonti presenti al vertice a palazzo Grazioli, nero su bianco nella lettera che Silvio Berlusconi porterà a Bruxelles. Nessun altro riferimento alla riforma previdenziale, ma solo l’indicazione del raggiungimento di questo obiettivo che così equipara l’età pensionabile delle donne nel privato a quelle del settore pubblico. Su questo punto, spiegano le stesse fonti, la Lega avrebbe dato il suo assenso, ribadendo tuttavia la netta opposizione a qualsiasi intervento sulle pensioni di anzianità. Nulla di diverso, fanno osservare fonti leghiste, di quanto siglato nell’accordo sul decreto della manovra del 13 agosto scorso.

 

Per il resto nella missiva rientrano misure sulle liberalizzazioni, sulle privatizzazioni, sulle semplificazioni normative a vantaggio delle imprese e sul piano delle infrastrutture.Berlusconi, secondo quanto viene riferito, punta ad ottenere dalla Unione europea ad un via libera di massima sull’impegno assunto dal governo italiano, convinto che i colleghi europei non attaccheranno l’Italia, anche per non compromettere la stabilita’ dell’Unione.

 

A incontro finito Umberto Bossi è stato intercettato dai giornalisti: "Ministro, avete raggiunto un’intesa sulle pensioni?’’. Il senatur non risponde, ma fa ai cronisti il gesto delle corna dal finestrino abbassato e se ne va.

 

Il vertice è terminato dopo oltre due ore. Gli ultimi a lasciare la residenza romana di Silvio Berlusconi, sono stati il ministro leghista Roberto Calderoli, il governatore del Piemonte, Roberto Cota e i due capigruppo del Carroccio di Camera e Senato. Hanno lasciato palazzo Grazioli anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti.

 

Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, aveva già anticipato brevemente il contenuto della lettera alla trasmissione televisiva Ballarò.

 

MA COSA DIRA' LA UE? - Come dice il Senatùr, "bisogna vedere cosa dirà l'Europa". La linea decisa per rispondere agli appelli Ue è quella di presentare una lettera ‘politica’, di intenti, nero su bianco gli orientamenti del governo sulle misure per la crescita.

 

Il premier sta limando la missiva, ma non dovrebbe scendere nei dettagli riguardo ai provvedimenti che l’esecutivo intende prendere. Liberalizzazioni, privatizzazioni, misure sul pubblico impiego: l’elenco è lungo, ma non sarebbero indicate date e tempi di approvazione.

 

Ma proprio oggi il portavoce del presidente della Commissione Ue Josè Barroso era intervenuto sollecitando l'Italia affinché mettesse nero su bianco "impegni specifici" da attuare in un "orizzonte temporale chiaro".

 

Il Capo dell’esecutivo si presenterà quindi a Bruxelles, ma resta la preoccupazione su quale potrà essere la ‘reazione’ della Ue. Non è solo il ‘Senatur’ a professare pessimismo. Lo stesso presidente del Consiglio teme la ‘risposta’ dei mercati, soprattutto in vista di venerdì quando si terrà un’altra asta dei titoli italiani.

 

BOSSI RIBADISCE: "GOVERNO A RISCHIO"  - Umberto Bossi si è detto ancora pessimista sulle sorti del governo. Alla domanda se l’esecutivo intenda mettere mano al sistema previdenziale, Bossi premette che: “io sono sempre contrario a far pagare dieci volte quelli che hanno già pagato”.

 

“Le pensioni di anzianità non si toccano - ha aggiunto - ma una strada l’abbiamo individuata, vediamo cosa dice l’Europa”.  Ai giornalisti che chiedevano se il governo rischia ancora, Bossi ha risposto: “si’”. E alla domanda se fosse più ottimista rispetto a questa mattina il leader del Carroccio ha replicato: “no, sono ancora pessimista...”.

  

ALFANO: "RAPPORTO LEGA-PDL TIENE" - Il rapporto tra Pdl e Lega “tiene”, lo ha detto Angelino Alfano durante la registrazione di ‘Porta a porta’ che andrà in onda stasera. Quando Bruno Vespa ha chiesto se anche questa volta il centrodestra l’ha “sfangata”, Alfano ha risposto: “Il suo verbo è abbastanza greve, anche oggi si è dimostrato che tiene il rapporto tra due partiti che hanno assicurato fin qui riforme e stabilità al paese. L’unità tra Pdl e Lega si è raggiunta con la decisione di rispondere puntualmente all’Ue con una serie di puntualizzazioni sulle cose fin qui fatte e le cose che intendiamo fare. Lo abbiamo fatto in uno spirito di seria valutazione di ciò che il Paese sta vivendo e credo che anche domani all’eurogruppo vi sarà un atteggiamento positivo nei confronti dell’Italia”.

 

Il nodo centrale è ovviamente quello delle pensioni. Alfano è ottimista, ma non dà certezze: “Speriamo di aver individuato con la Lega un punto di equilibrio anche sul tema delle pensioni che consenta di dare una risposta all’Europa”.

 

"BERLUSCONI CANDIDATO NEL 2013? DA VALUTARE" - Il centrodestra deciderà solo il prossimo anno il nome del candidato premier. Secondo Alfano "la cosa è ancora tutta da misurare, dipende dall’evoluzione dell’attività di governo da qui al 2013, se faremo qualche gol potremo dire abbiamo faticato per un po’, poi però abbiamo portato a casa il risultato”.

 

"POTREMMO VINCERE ANCHE SENZA TERZO POLO" - "Se in questo momento ci sono due coalizioni che sostanzialmente si equivalgono e se è vero, come dicono i sondaggisti, che ci sia una netta prevalenza dei nostri elettori che hanno già operato una scelta, quella di dire 'io non voto a sinistra', e sono indecisi tra il non voto e il tornare a votare per noi, è un insieme di condizioni che disegna una partita aperta. Noi potremmo vincere anche senza il Terzo polo”, questo il ragionamento del Guardasigilli.

 

LA RUSSA: "NOTIZIE MODERATAMENTE BUONE" - Ci sono notizie sulla trattativa Pdl-Lega sulle pensioni? “Moderatamente buone”. Cosi’ il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha risposto al giornalista in transatlantico.

 

FINI: MOGLIE DI BOSSI IN PENSIONE A 39 ANNI - "Il governo dice no alla patrimoniale (una misura ragionevole chiesta anche da Confindustria) perché il più ricco contribuente italiano si chiama Berlusconi’’: lo ha detto Gianfranco Fini a Ballaro’. Immediata la protesta del ministro Mariastella Gelmini che ha spiegato: ‘’Siamo contrari perché il nostro elettorato non condivide la patrimoniale e perché non è coerente con i nostri principi e i nostri valori’’. ‘’Difendete l’indifendibile’’, le ha ribattuto il presidente della Camera. ‘’Ho capito - è stata la risposta della Gelmini a Fini - che per lei è cominciata la campagna elettorale’’.

Poi Fini ha parlato delle pensioni: "Voglio essere un po’ cattivello... Non tutti sanno che c’è una insegnante che è andata in pensione a 39 anni... E’ la moglie dell’onorevole Bossi”.

 

LA GIORNATA

 

RISCHIO CRISI - Si rischia la crisi di governo? "Certo. Stavolta la situazione è molto pericolosa". Così il leader della Lega, Umberto Bossi, ha risposto ai giornalisti arrivando a Montecitorio. Appoggereste un governo a guida Gianni Letta? “Noi non facciamo governi tecnici”, risponde perentorio. E alla domanda ‘se cade l’attuale esecutivo, si va al voto?’, il Senatur ha risposto: "Certo". Secondo Bossi "l’Europa vuole far fare un passo indietro a Berlusconi. Quello dell’Europa è un colpo contro Berlusconi”. Il leader della Lega annuncia che oggi non vedrà il pemier: "Starò a guardare le proposte che mi fanno". GUARDA IL VIDEO

 

BOSSI RIBADISCE IL NO ALLE PENSIONI - Il Senatùr ha ribadito il no della Lega all’innalzamento delle pensioni a 67 anni: "Non è possibile, la gente ci ammazza, anche i 40 anni di contributi non vanno toccati". E ancora: "Posso trattare, ma fino a 67 anni non posso arrivare. Non posso toccare le pensioni che sono a posto e portarle a 67 anni per fare un piacere ai tedeschi". Poi spiega: "In Germania vanno in pensione a 67 anni - osserva - ma hanno un sistema pensionistico sballato. Noi invece abbiamo un sistema che è migliore di quello francese e tedesco”.

 

SONDAGGIO - Pensione a 67 anni, sei d'accordo? 

 

L'ATTACCO A DRAGHI - La lettera della Bce al governo italiano è "un attacco", "una fucilata" al premier Silvio Berlusconi. "Noi siamo contrari ai governi tecnici - ha spiegato il Senatur - anche se chi fa quella roba lì è un italiano, quello che ha scritto la lettera che viene dall’Europa è un italiano. Addirittura a un certo punto dice che bisogna privatizzare le farmacie, sono stupidaggini. La lettera è una fucilata a Berlusconi più che altro".

 

NO CONDONI -  La Lega non è disposta a trattare sulla possibilità di fare dei condoni. Ai giornalisti che gli domandano se la Lega è disposta a cedere su questo punto, il Senatur risponde con un secco "No".

 

BOZZA DEL DL SVILUPPO - Leggi il documento con le ipotesi che circolano in questi giorni

 

NAPOLITANO: ANNUNCI DI BERLUSCONI VENGANO DEFINITI - "Per l’Italia è il momento di definire, in materia di sviluppo e di riforme strutturali, le ‘nuove decisioni di grande importanza’ annunciate ieri nella dichiarazione ufficiale del Presidente del Consiglio". E’ quanto afferma, in una nota, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. LEGGI L'INTERVENTO INTEGRALE

 

 I MARONIANI - Sulle pensioni si tratta ancora dunque, ma nella Lega i 'maroniani' prendono in seria considerazione l’ipotesi di una fine anticipata del governo e si preparano già al dopo Berlusconi. Il ragionamento, spiegano fonti leghiste vicine al ministro dell’Interno, è questo: nell’ultimo anno e mezzo è stato eroso il consenso raccolto dalla Lega in 10 anni. Quindi, prosegue un maroniano, la soluzione tatticamente più utile al Carroccio sarebbe quella di far cadere l’esecutivo sulle pensioni, avere un governo tecnico di cui la Lega non faccia parte e che si occupi al posto nostro di "spalare la m...", viene detto senza eufemismi, e cioè di tirar fuori l’Italia dalle secche pensando a provvedimenti per la crescita e a fare una riforma elettorale. In questo modo, ragionano i maroniani, il Carroccio avrebbe tutto il tempo di riorganizzare il proprio partito e così di recuperare il consenso perduto, perché stando all’opposizione è più facile uscirne con le ‘mani pulite’ qualora si dovessero varare misure difficili da far digerire agli elettori.