Roma, 26 ottobre 2011 - "Andasse a quel paese, quando uno va in pensione ci va con le regole che ci sono in quel momento”. Cosi’ il leader della Lega Umberto Bossi risponde ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle parole del presidente della Camera Gianfranco Fini.
Ieri a Ballaro’ Fini aveva ricordato che la moglie del ministro delle Riforme era andata in pensione a 39 anni.

 

LA RISSA ALLA CAMERA - Solo l’intervento dei commessi ha evitato la rissa. Si e’ sfiorata la collutazione tra Claudio Barbaro di Fli e Fabio Raineri della Lega in aula alla Camera. Tutto e’ partito dalla richiesta del Carroccio di dimissioni del presidente Gianfranco Fini.  Interviene il capogruppo Marco Reguzzoni stigmatizzando la partecipazione, ieri sera a Ballaro’, di Fini. Parte il coro ‘dimissioni’. Dai banchi del gruppo di Fli Fabio Granata, grida contro i deputati del Carroccio. A un certo punto, si alza Claudio Barbaro, si dirige verso i banchi della Lega e li’ si sfiora la rissa con Fabio Raineri. “E’ la solita porcilaia fascista”, sbotta un deputato leghista uscendo dall’aula. “C’e’ stata una piccola collutazione con Raineri - dice Reguzzoni - ma noi siamo rimasti al nostro posto, è stato quello di Fli ad alzarsi e a venire verso di noi. A quel punto ha fatto bene la Bindi a interrompere la seduta”.

 

FINI IMPASSIBILE - Dopo la rissa sfiorata in aula tra la Lega e parlamentari di Fli, a presiedere l’aula arriva Gianfranco Fini. Impassibile, dopo l’attacco della Lega, il presidente della Camera dice: “Ho ascoltato l’intervento di Reguzzoni, se non ci sono colleghi che desiderano intervenire, passiamo ai provvedimenti all’ordine del giorno”. Ma dai banchi della maggioranza si levano ancora le urla: “Dimissioni, Dimissioni”. “Credo che si possa essere tutti concordi nel dire che si è trattato di osservazioni di carattere squisitamente politico, che come tali, al di là della condivisione o meno delle parole che sono state pronunciate, meritano, come considerazioni di carattere politico, tutte uguale rispetto, perché è presupposto di una democrazia esprimere le proprie opinioni al di là del fatto che le si condivida o meno - è il commento di Fini - . E’ altrettanto evidente che non è questa la sede in cui il presidente della Camera ha la possibilità di rispondere in termini politici a quanto è stato osservato, proprio perché, se lo facessi, finirei in qualche modo per confermare quella, a mio modo di vedere, insussistente accusa di partigianeria che mi e’ stata mossa”. “E’ la ragione per la quale - ha detto ancora- saranno altre le sedi in cui, se lo riterrò, avvalendomi di un pieno diritto costituzionale, eserciterò il mio dovere di replica e ringrazio tutti i colleghi, senza eccezione alcuna, per il dibattito che si è svolto”.

 

LA DIFESA DI CASINI - Gianfranco Fini svolge correttamente il suo ruolo istituzionale e la Lega non può dare lezioni di deontologia: con queste parole Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, ha difeso in aula il presidente della Camera di fronte agli attacchi del Carroccio e del Pdl. “Sarebbe facile - ha affermato, facendo riferimento alle parole di Fini a Ballarò sulla moglie di Umberto Bossi ‘pensionata-baby’ (VIDEO)  - rispondere che francamente lei ha fatto più che altro una constatazione rispetto a un fenomeno generale del quale stiamo discutendo”. “Certo - ha aggiunto rivolto ai banchi della Lega Nord - dare lezioni di deontologia, specialmente venendo da certe esperienze e da certe espressioni, è una cosa impegnativa e coraggiosa”.

 

MESSAGGIO A CICCHITTO - Al capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto il leader dell'Udc  ha detto che “con questo dibattito di queste ore rischiamo di essere tutti nella surrealtà, mentre l’Europa ci ha chiesto decisioni importanti, ieri il Consiglio dei ministri si è riunito e si sconvocato perché non era in grado prendere decisioni, sui giornali leggiamo l’annuncio di quello che è presentato come un accordo ma è già legge dello Stato, quindi rispondiamo alla Ue gettando la palla in tribuna. E qui discutiamo di mozioni perché non abbiamo leggi da portare in Parlamento e stiamo a discutere di trasmissioni televisive”.

 

LA GAFFE DELLA GELMINI - Si rischia poi di aprire un altro capitolo nella polemica, perché un esponente dell'Idv sottolinea la gaffe del ministro dell'Istruzione nel difendere a Ballarò la moglie di Bossi.

Anita Di Giuseppe spiega: "Fini ha detto testualmente ‘C’e’ un insegnante che è andata in pensione nel 1992 a 39 anni, pensione di anzianità, quella persona e’ la moglie dell’On. Umberto Bossi’. L’incredibile risposta del Ministro Gelmini è stata testualmente (GUARDA IL VIDEO)  ‘ho visitato la scuola Bosina e tuttora insegna la moglie di Bossi, ha una scuola e tuttora insegna’”.

In soldoni, accusa l'esponente Idv: "Ritengo sia gravissimo che la titolare del Miur, non distingua un'insegnante dipendente statale da un’imprenditrice della scuola, perché di questo si tratta: infatti e’ noto a tutti che la scuola (privata) Bosina di Varese, fondata da Manuela Morrone, moglie di Bossi, e oggi presieduta dall’ex senatore leghista Dario Galli, lo scorso 9 giugno, con un decreto del ministero del Tesoro, si è vista assegnare un totale di 800mila euro (300mila per il 2009, 500mila per il 2010)”.


“I proventi - insiste la Di Giuseppe - vengono dal Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione e lo sviluppo del territorio, del ministero dell’Economia; il provvedimento si trova nella cosiddetta Legge Mancia, che ogni anno il parlamento licenzia a beneficio di enti e fondazioni. Tutto questo con buona pace del federalismo, della politica contro Roma ladrona e, soprattutto, a danno della scuola pubblica italiana e dei suoi insegnanti”.