Roma, 27 ottobre 2011 - "L’Italia è un paese solido. Abbiamo ereditato dal passato un grande debito pubblico, ma sommandolo al risparmio privato risultiamo secondi solo alla Germania in termini di solidità economica". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi al Tg1, aggiungendo che "quella in corso non è una crisi provocata dai conti italiani, ma è una crisi dell’euro", con una Europa "che ha una moneta unica ma senza un governo unico e senza una banca che la garantisca e la sostenga".

 

SUI LICENZIAMENTI - "Vogliamo creare un mercato del lavoro più efficiente, più moderno e aperto a donne e giovani". Dice il premier, replicando alle critiche delle forze sociali sui cosiddetti licenziamenti facili. Provvedimento sul quale i sindacati hanno minacciato lo sciopero.

 

MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE - Governo tecnico e passo indietro? "Che novità... Non credo che questa sia la soluzione - dice il Cavaliere -, le opposizione invece di ripetere la solita cantilena e chiedere le mie dimissioni avrebbero tutto da guadagnare se si confrontassero sul merito comportandosi con senso di responsabilità". "L’Europa ieri sera ha apprezzato e approvato il nostro programma di governo per i prossimi 18 mesi", ha detto Berlusconi, sottolineando che si tratta di impegni "seri e tempi certi di approvazione" e quindi "tutti dovrebbero sostenere questo programma perché nell’interesse dell’Italia".

 

CONCETTI GIA' ESPRESSI DA ALFANO- "Prima del governo, della maggioranza e dell’opposizione, viene il bene del Paese. Io invito le opposizioni a fare scelte insieme a noi in Parlamento sulle cose importanti. Auspico che le facciano con questo governo legittimamente eletto dal popolo". Così il segretario del Pdl Angelino Alfano arrivando alla Domus Mariae per un convegno del partito. "Ieri in Europa è stato un grande successo: martedì le opposizioni parlavano di rischio di caduta del governo, e dicevano che la Ue ci avrebbe dato torto, invece il nostro documento è stato approvato". Insomma, per il segretario del Pdl, Angelino Alfano, tutto è bene quel che finisce bene, tanto più che "l’accordo con la Lega è diventato un paragrafo del documento conclusivo e rappresenta un vero e proprio programma di governo da qui al 2013". E ancora: "Dire un governo di responsabilità nazionale è solo una perifrasi, un eufemismo per dire che vogliono fare un ribaltone e mandare a casa Berlusconi". Alfano ha anche criticato duramente la sinistra, sostenendo che “stanno mettendo assieme lo stesso caravanserraglio degli anni scorsi”.

 

IL GIALLO DELLA LETTERA DEI 'MALPANCISTI'- Intanto nel Pdl le acque restano agitate. Un gruppo di senatori del Pdl - secondo quanto riporta l'agenzia Agi - avrebbe scritto una lettera al premier Silvio Berlusconi per invitarlo ad allargare la maggioranza. Lettera di cui Alfano sostiene di non sapere nulla. La missiva sarebbe stata messa a punto ieri sera in un ristorante romano. Attorno al tavolo si sono ritrovati una decina di parlamentari. Nella missiva si chiede un passo indietro di Silvio Berlusconi e la costituzione di un esecutivo che sia in grado di affrontare le emergenze e di rispondere agli appelli dell’Europa. Anche alcuni deputati avrebbero intenzione di sottoscrivere il documento.

 

MA IL SEGRETARIO: NON HO RICEVUTO NULLA - "Non mi risultano lettere di Scajola né di nessuno. Se li conoscete, fatemi i nomi". Così il segretario del Pdl Angelino Alfano, arrivando a un’iniziativa del partito sulla via Aurelia, a proposito di una missiva firmata da una quindicina di senatori ‘malpancisti’ del Pdl in cui si chiede un segno di "discontinuità politica e di governo" a Silvio Berlusconi. "Quando riceveremo una lettera in questo senso - aggiunge - ce ne occuperemo. Non commento documenti fantomatici senza firme".

 

SMENTITE A RAFFICA - "Non ho ideato, né dettato, né tanto meno sottoscritto la lettere di di cui si parla", dice Beppe Pisanu. "Di questa iniziativa non so nulla e nessuno mi ha informato. Non ho partecipato alla cena", dice Franco Orsi, notoriamente vicino a Scajola. "Non ho partecipato a nessuna cena e non ho firmato alcuna lettera", dice il senatore Raffaele Lauro. "In riferimento alla notizia pubblicata da un’agenzia di stampa, tengo a precisare che non sono al corrente di alcuna lettera che dei senatori avrebbero inviato al presidente Berlusconi", afferma il presidente della Commissione Esteri del Senato Lamberto Dini.