ROMA, 28 ottobre 2011 - Dopo l'intervista al Tg1 di ieri sera, il premier Silvio Berlusconi interviene stamattina in diretta su Canale 5 per ribadire la solidità del suo governo e i piani per superare la crisi. In tutto ciò s'innesta il tarlo del nome nuovo da dare al partito. Dopo l'improvvida battuta - ripresa da tutti i media internazionali, su 'Forza gnocca', il premier ragiona sul nuovo nome: "Popolo della Libertà, che fu scelto dai cittadini nei gazebo che facemmo nel 2008, contiene due parole bellissime: Popolo e Libertà. Però si menziona sempre l’acronimo: si dice la Pdl"

 

"Questo acronimo - continua il premier - non commuove, non comunica, non emoziona. Quindi è nata una riflessione su un nome che non sia sostituibile con un acronimo, come non fu sostituibile Forza Italia. Posso anticipare che il nome non sarà 'Forza Silvio'".

 

NIENTE VOTO NEL 2012 - "Non esiste alcun accordo con la Lega per andare al voto nel 2012", ripete il premier in diretta telefonica con Maurizio Belpietro. Anche perché "Tra noi e la Lega c’è una alleanza solida, Bossi è sempre stato un alleato affidabile e abbiamo superato insieme ogni difficoltà, anche perché non esiste in Italia una alternativa politica credibile", aggiunge il Premier. In effetti ieri anche Bossi aveva smentito l'ipotesi del voto, assicurando: "Per ora si va avanti".

 

"L’unico patto sottoscritto - continua il premier - è quello con gli elettori, il solo che io riconosca, per cui lavoreremo 18 mesi per garantire gli impegni assunti con l’Ue". Oltretutto, sottolinea, andare al voto nel 2012, "sarebbe un patto contro l’interesse dell’Italia”, visto che “far cadere il governo e aprire la campagna elettorale con un buco di governabilità di almeno 6 mesi sarebbe un danno gravissimo".

 

NO A LARGHE INTESE - Quanto al governo di larghe intese, equivarrebbe alla “paralisi politica”, taglia corto Berlusconi chiudendo nettamente all’ipotesi. L’invito alle opposizioni a confrontarsi sulle misure concordate con l’Europa non è dunque propeduetico a un allargamento della maggioranza: “Le opposizioni invece di chiedere le mie dimissioni avrebbero tutto da guadagnare se si confrontassero sul merito dei provvedimenti. Le misure adottate riguardano tutti gli italiani e ho fatto qusto appello per il bene del Paese non certo per un governo di larghe intese che porterebbe alla paralisi politica”.

 

IL CASO MERKEL - "I rapporti con Francia e Germania non possono essere intaccati da un episodio spiacevole - sottolinea ppoi Berlusconi - che peraltro la signora Merkel ha già voluto chiarire. Tutti lavoriamo per garantire un futuro solido all’euro". Berlusconi, parlando nel pomeriggio agli stati generali del commercio con l'estero, ha annunciato che la settimana prossima il pacchetto anti-crisi sarà all’esame del Parlamento.

 

IL NODO LICENZIAMENTI  - “Il nostro obiettivo è incentivare le assunzioni, non i licenziamenti. Ci siamo impegnati a rendere più efficienti gli strumenti di sostegno al reddito. I dipendenti troveranno nello Stato, attraverso la cig, la garanzia di essere remunerati e di avere il tempo di trovare un nuovo lavoro. La strada è quella indicata al Senato da un senatore dell’opposizione: il giuslavorista Ichino. Per aumentare la competitività del Paese, anche lui prevede la riforma delle norme sui licenziamenti”.

 

PRIMARIE ANCHE NEL CENTRODESTRA - Il prossimo candidato del centrodestra alla guida del Governo sarà scelto attraverso le primarie, annuncia il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. “E certo - risponde il Cavaliere - il candidato sarà scelto secondo il modello elettorale del sistema americano”.

 

LA LETTERA-PROGRAMMA - "In Europa abbiamo portato un piano preciso con un calendario di impegni che e’ un programma per i prossimi 18 mesi di governo. E in Europa non c’e’ stata una sola voce discordante sul nostro piano. Grazie a riforme coraggiose il nostro Paese ce la farà".

 

LETTERA MALPANCISTI? UNA BUFALA - "La lettera dei dissidenti del Pdl? E’ una bufala, è una lettera di cui non abbiamo traccia" e di cui non c’è un "autore". Così il premier, che è tornata a parlare agli stati generali del commercio con l’estero, sul 'giallo della missiva'.

 

"L'EURO NON HA CONVINTO"- "C’è un attacco all’euro che come moneta non ha convinto nessuno - dice il Cavaliere -, perché non è di un solo Paese ma di tanti che però non hanno un governo unitario né una banca di riferimento e delle garanzie".

 

"I PROCESSI MI SONO COSTATI UN MILIARDO" - "Sono uscito con una completa assoluzione per non aver commesso il fatto da 25-26 processi ma pensate al disdoro, al tempo perso e ai 400 mln in avvocati e consulenti. Insieme ai 600 milioni a De Benedetti fanno un miliardo".

 

IL FUTURO - "Mi piacerebbe moltissimo lasciare ma se penso ad aziende, colleghi, amici e figli in mano ad una sinistra così divisa mi sento la responsabilità di tenere e mandare avanti il nostro governo".