Lendinara (Rovigo), 28 ottobre 2011 - Roberto Maroni nega che nella Lega esistano i 'maroniani' ("Sono categorie dello spirito; esistono i leghisti. Punto"), ma rivendica il primato del dibattito dai vertici "alle sezioni più piccole" e invita a capire "anche chi esprime dissenso".

 

Da Lendinara, in provincia di Rovigo, il ministro dell'Interno torna a parlare delle presunte ‘anime’ contrapposte nel Carroccio. "Io - ha proseguito Maroni - ho un grandissimo rispetto per chi guida la Lega, e lo fa democraticamente. Sono però sempre per il dibattito. Non mi piace invece quando si arriva alle espulsioni, alle sospensioni". "E’ sbagliato - ha detto - espellere qualcuno perché esprime un’opinione diversa. Essendo la Lega un partito organizzato e democratico, esistono comunque degli organismi nel partito a cui fare ricorso".

 

Il titolare del Viminale ha sottolineato che anche a lui capita di discutere con Umberto Bossi e Roberto Calderoli su temi delicati, e di non trovarsi d’accordo. "Ma ci confrontiamo, discutiamo tra di noi - ha proseguito - fino a quando non troviamo una soluzione. Ecco quello che accade tra noi, il dibattito deve essere dappertutto nella Lega, anche nelle sezioni più piccole. Perché chi comanda nella Lega è la base. I militanti e la base sono gli ‘azionisti’ del partito".

 

Ma il ministro ha anche parlato delle priorità su cui dovrà concentrarsi il governo nei prossimi mesi. Provvedimenti come quello sulle intercettazioni o il processo breve - ha detto - "non sono la priorità", la vera urgenza "è l’economia, e lo sono tutte le misure per sviluppare la crescita e l’occupazione, su cui dobbiamo dare conferme all’Europa". Maroni ha quindi fatto una proposta per l’agenda parlamentare: "Mettiamo da parte nei prossimi sei mesi tutte queste leggi e leggine, e concentriamoci sui provvedimenti che riguardano l’economia e l’uscita dalla crisi".

 

"Se riusciremo a mantenere gli impegni di sviluppo e crescita con l’Europa il governo va avanti; se non ci riusciremo il governo si ferma", ha aggiunto. "Non possiamo star li’ a scherzare - ha aconcluso - Berlusconi ci ha messo la faccia. Se non c’è più una maggioranza in Parlamento bisogna andare a votare subito. Ma io sono ottimista".