Roma, 3 novembre 2011 - Giulio Tremonti durante il consiglio dei ministri di ieri sera:  "Sto dicendo che lunedì ci sarà un disastro sui mercati se tu, Silvio, resti al tuo posto e non fai un passo indietro. Perché il problema per l’Europa e i mercati, giusto o sbagliato che sia, sei proprio tu”. Silvio Berlusconi: “No, il problema sei tu invece. Sono tre anni che vai a sparlare in giro per il mondo del tuo Paese e del tuo presidente del Consiglio”. Tremonti, a questo punto, ha puntato sulla dietrologia. “Se avessi potuto fare il ministro come avrei voluto, oggi non saremmo a questo punto” ha detto, con Berlusconi che ha ribattuto usando lo stesso mezzo: “Se avessi potuto io fare il premier come avrei voluto, tu non saresti il mio ministro!”.

Questo duro scambio di battute, trapelato da Palazzo Chigi,. rende l'idea dell'altissima tensione che agita il governo.

Un gruppo di ‘frondisti’ del Pdl ha preparato un documento per chiedere al premier Silvio Berlusconi un passo indietro, un nuovo esecutivo e l’allargamento della maggioranza. Nella lettera si fa riferimento alla necessità di approvare subito le misure chieste dall’Europa. Soltanto creando nuove condizioni, si sottolinea nella missiva, è possibile evitare le elezioni anticipate e salvare il Paese.

 

Oggi i ‘frondisti’ si sono incontrati in un albergo della Capitale, l'hotel Hassler che domina la scalinata di piazza di Spagna. I deputati arrivano alla spicciolata, chi in taxi, chi a piedi. Li accoglie Fabio Gava, uno di quelli che non ha votato l’ultima fiducia. Arrivano Bertolini e Picchi, Stracquadanio e Russo, Pittelli e Destro. Dodici in tutto.
Decidono di lavorare a un documento, che limano nella notte. Nel testo si chiede un allargamento della maggioranza che, come tutti ormai riconoscono, presuppone un passo indietro di Silvio Berlusconi.

I deputati che firmano il documento sono al momento sei. I nomi sono quelli di Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giorgio Stracquadanio, Isabella Bertolini e Giancarlo Pittelli.

Due dei presunti frondisti sentono dopo l’incontro Denis Verdini, assicurando lealtà al Pdl. Altri quattro sembra abbiano ritirato la firma dopo averla anunciata in un primo momento. Guerra psicologica da entrambe le parti, ovviamente, ma i numeri del governo vacillano paurosamente.


Quel che è certo è che una parte dei presenti alla riunione dell’Hassler si dicono pronti a costituire una componente autonoma e a prendere posizione per sostenere un nuovo governo. Un po’ la linea scelta da Scotti e Milo, che con Sardelli hanno scelto di riunirsi presso l’università Link, via Nomentana. Anche loro pronti a costituirsi componente, anche loro pronti a sostenere un nuovo governo.


E poi c’è l’area degli ex Fli, con Antonio Buonfiglio (vicino a Renata Polverini) e i deputati di Fare Italia Ronchi, Urso e Scalia. Loro giurano di avere già un altro deputato, dunque una componente, e sono pronti a discutere con chi per ‘responsabilità’ può costituire un vero e proprio gruppo parlamentare.
 

Le mosse delle varie anime dei dissidenti sono tutte da stabilire. Intanto il campo inizia a prendere forma, in attesa di capire le mosse del premier e i provvedimenti che il governo intenderà adottare. Una prima occasione di distinguo potrebbe essere l’approdo in Parlamento del rendiconto, dopo l’incidente di alcune settimane fa. E nel Pdl qualcuno già teme il ‘trappolone’. Ma non è escluso che anche prima i dissidenti possano uscire allo scoperto, chiedendo quello che ormai molti di loro paventano: il passo indietro di Berlusconi.
 

 

ALFANO - Nel Pdl l’allarme è alto, come confermano anche le parole del segretario Angelino Alfano nell’ufficio di presidenza: ‘’C’è un’opa ostile contro di noi, per attirare una decina di deputati dando loro l’illusione di non fare un’operazione di trasformismo, ma di andare in un partito nuovo, con un finto simbolo nuovo’’. Nel Pdl si lavora perciò ad arginare l’attacco e reggere almeno fino a Natale, scongiurando il ‘’governo del ribaltone’’.

 

ANCHE PANIZ CHIEDE UN PASSO INDIETRO - Nel pomeriggio a chiedere una fase nuova è stato anche il deputato del Pdl, Paniz, ma anche altri parlamentari sono in contatto con Pier Ferdinando Casini per creare favorire la creazione di un nuovo esecutivo: “Ribadisco integralmente l’intervista oggi rilasciata al quotidiano online del Nordest, erroneamente sintetizzata in lanci di agenzie - ha affermato Maurizio Paniz, capogruppo Pdl in Giunta per le Autorizzazioni, membro della Commissione Giustizia e della Consulta Giustizia del Pdl in una nota -. Confermo di avere detto che il Presidente Berlusconi ha perso parte del consenso elettorale e che la causa principale di tale perdita di consenso nell’elettorato può essere stata la commistione pubblico-privato.

 

Ho precisato che il Presidente Berlusconi, per autorevolezza e carisma, avrebbe continuato a guidare il Paese ma, se avesse ritenuto di fare un passo indietro, escludevo che la scelta opportuna sarebbe potuta essere quella di un governo tecnico. L’unica soluzione opportuna, nel caso di un passo indietro - che non chiedevo e non auspicavo - sarebbe un governo con questa maggioranza, guidato da una personalità di spicco della stessa. Tra i nomi, ho indicato quelli di Gianni Letta e Renato Schifani”.