Roma, 2 dicembre 2011 - I governatori leghisti di Piemonte e Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia, diserteranno l'incontro di domenica mattina con il governo per partecipare al 'parlamento padano'. "Non sarò all’incontro di domenica con il governo che sarà comunque un incontro istituzionale, formale, dove non ci sarà modo di scrivere, trasformare o di fare niente", dice Zaia. Secondo il presidente della Regione Veneto "si è voluto fissare l’appuntamento alla stessa ora della nostra riunione. C’è stata poca sensibilità, sia chiaro che abbiamo chiesto di poter esserci". Ma Zaia non ha chiuso del tutto al governo Monti da cui, ha detto, non ci si aspetta solo "una manovra di natura ragionieristica" ma anche "un impegno sulle riforme vere". "Il presidente della Repubblica ha detto che il federalismo non è una scelta ma una necessità - ha spiegato Zaia - ed è ora che ci sia un’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Monti fallirà se non farà queste riforme".

Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, sulla stessa linea del collega: "Sono abituato a rispettare i miei impegni. Non si agisce cosi, è una provocazione, uno sgarbo istituzionale". E spiega: "Noi avevamo dato ampia e completa disponiblità poi è stata fissata a caso, ma evidentemente non a caso, questa iniziativa, una vera provocazione". Dunque - dice Cota - "all’incontro tra Regioni e governo fissato proprio per domenica mattina la Regione Piemonte sarà rappresentata dal nostro Assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia".

Ieri in una nota congiunta i governatori avevano accusato: "Da giorni i presidenti delle Regioni chiedono al presidente Monti un incontro perché preoccupati di una manovra che potrebbe avere un impatto devastante, oltre che sui cittadini, anche su Regioni ed Enti locali". Ma nonostante Cota e Zaia hanno "rappresentato al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, la totale disponibilità di date ed orari tranne che per la mattina e il primo pomeriggio di domenica", l’incontro, invece, tra Governo e Regioni è stato fissato "proprio per domenica prossima".

"C’è da chiedersi - continua la nota - se una data tanto infelice sarebbe stata proposta in presenza di riunioni equivalenti così importanti per i partiti di maggioranza. Ricordiamo che le Regioni che rappresentiamo - spiegano - sono certamente per numero di abitanti, produttività e virtuosità nella spesa pubblica, due protagonisti obbligati di un eventuale incontro con il Presidente del Consiglio. A lui, ora, spetta la responsabilità di trovare il filo di quella correttezza metodologica, senza la quale, la convocazione per domenica mattina appare come una evidente provocazione. Ribadiamo la nostra totale disponibilità, fatte salve le condizioni logistiche, a partecipare a un incontro con il professor Monti in un qualsiasi momento che non sia domenica mattina".