Roma, 2 dicembre 2011 - “Il dispiacere vero è stato lasciare le persone. Ho salutato ufficio per ufficio. L’addio cumulativo mi sembrava freddo. E poi temevo di non reggere. Risultato? Quando sono entrata nella prima stanza ho tenuto. Alla seconda ho iniziato a scricchiolare. Dopo la terza ho pensato: ‘Meglio se mi fermo un attimo’. Mi sono chiusa nel mio ufficio e ho pianto”. Mara Carfagna parla a ‘Gioia’ del suo addio da ministra.
 

Nel suo ultimo giorno da ministro: “Ho incontrato alcune delle associazioni con cui ho lavorato. Dall’Arcigay all’Unicef. Volevo ringraziarli del sostegno e informarli che la battaglia non finisce qui. Le parole più belle sono arrivate proprio da loro. Mi hanno riconosciuto una determinazione mai vista in passato”.
 

Un anno fa,sempre a ‘Gioia’, aveva dichiarato che avrebbe aspettato per avere un figlio a causa della crisi di governo. Oggi invece svela: “Siamo al lavoro, molto desiderosi di allargare la famiglia. Spero che arrivi presto una bella notizia”. Se non arrivasse potrebbe pensare alla della procreazione assistita? “È difficile dirlo a mente fredda, ma credo di sì. Ogni donna che aspetta un bambino è giusto che tenti tutte le strade lecite per averlo”.