Vicenza, 4 dicembre 2011 - La Lega riparte da Vicenza per rilanciare le sue istanze federaliste. Dal Parlamento padano in corso al quartiere Fiera (blindato per tenere lontano i contestatori), i leader del Carroccio tornano a chiedere "l'indipendenza" del Nord. "Se non ci viene concessa un po' di libertà noi siamo titolari ad andare a prendercela un po' di libertà", ha spiegato Roberto Calderoli per il quale "la prossima proposta di modifica della Costituzione andrà a toccare la parte che afferma che l’Italia è una che indivisibile".

"Prendiamo atto - ha proseguito l'ex ministro della Semplificazione - che il governo cancella il ministero delle Riforme, caro Monti, ma significa mettere una pietra sul federalismo". Calderoli non rinunica a lanciare invettive contro l'attuale esecutivo, definendolo "non legittimo perché non è stato votato da nessuno".

Quindi, secondo Calderoli, "va seguita la strada che viene utilizzata in Svizzera, dove un certo numero di elettori può proporre direttamente una modifica singola o complessiva decidere della Costituzione e il voto viene messo nella mani del popolo. Il popolo dovrà decidere se essere costituente o no".

Calderoli, nominato presidente dell'assemblea, invita i leghisti a fare "un po' di autocritica". "Non basta gridare solo 'secessione' - ha detto -. L'indipendenza è una strada in salita, difficile, rischiosa. Noi potremmo sederci sulla riva del fiume ed aspettare il cadavere. Noi non siamo qua per portare più voti alla Lega, ma per raggiungere l'indipendenza della Padania". Quindi ha spiegato che "il parlamento padano si riunirà una volta al mese", mentre "a fare il c... a Monti in parlamento ci sarà Maroni".

Tuttavia l'idea di Calderoli è quella di una secessione 'morbida'. "Spero possa nascere quella separazione consensuale sul modello della Cecoslovacchia che cerchiamo da tempo". Poi ha annunciato "una grande manifestazione della Lega Nord 15 gennaio a Milano". L’intenzione - spiega - è andare anche "a Bruxelles" e "a Roma". "Voglio rifare il 'nerone express' (iniziativa contro il governo D’Alema organizzata il 5 dicembre del 1999, ndr) - ha concluso - ma stavolta non voglio dimenticare i fiammiferi".

MARONI - "La Lega da sola può vincere", ha detto invece proprio l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Dobbiamo trovare la nostra forza all’interno e non fare strane alleanze con chi magari sta dall’altra parte della barricata", ha proseguito ribadendo poi le parole dello stesso Calderoli ("la Padania è una strada difficile"). "La lotta per l’indipendenza è rischiosa - ha aggiunto - e io lo so bene perché sono stato condannato a 8 mesi di reclusione per questo reato e per me è un onore essere un pregiudicato per la Padania".

In precedenza l’ex ministro dell’Interno si era detto preoccupato perché "il progetto europeo degli Stati-Nazione è fallito e allora di fronte a questo fallimento o si cerca una nuova via o si va in una direzione autoritaria quella dello Stato assoluto. L’Europa che non vogliamo - ha ammonito Maroni - è quella dove uno da Bruxelles decide per tutti: questa non è democrazia né libertà ed è la cosa peggiore che possa succedere. Il nostro progetto è un progetto per l’Europa democratica e non assolutista e autoritaria". L’ex ministro degli Interni ha quindi proseguito: "Molti ironizzano, dicono che la Padania e’ solo un sogno ma un uomo tanti anni fa disse che ‘la Padania è solo un sogno', noi siamo realisti, sognamo l’impossibile e l’impossibile diventerà presto una realtà". 

Anche da parte sua non è mancato un attacco all'attuale esecutivo. ''Ieri sono andato a vedere il sito del ministro dell'Interno dopo una settimana e ho visto che è sparito il resoconto degli straordinari successi ottenuti contro la mafia in un anno e mezzo - ha detto -. Mi spiace davvero''. E, in merito al sostegno bipartisan, ha aggiunto: "La Lega non è comprabile, non è in vendita, per niente e per nessuno. Noi sventeremo il tentativo, il vizietto dei tempi di Craxi, di fare una nuova elegge elettorale per farci fuori". "Questi sono trucchi contro la democrazia e contro il popolo che non accetteremo mai - ha concluso -. C’è questa tentazione. Spero che i nostri ex alleati del Pdl non si prestino a questi trucchi”. 

BOSSI - Sul palco si sono alternati tutti i leader del Carroccio fino al culmine con Umberto Bossi, accolto da un vero e proprio tripudio. "L'Italia ha perso la guerra economica, la Padania vincerà", ha detto il Senatùr. ''Con la crisi economica, vuole dire che la Padania da popolo sconfitto diverrà vincitore. I nostri oppressori non hanno vinto: hanno solo portato via un po' di soldi. Oggi si apre una finestra importante della storia - ha aggiunto - e noi dobbiamo essere lì pronti e lavorare. Il nostro popolo deve essere pronto per questa finestra della storia che si sta aprendo perché alla fine di una guerra come questa si riscrivono i trattati".

Bossi ha dibadito più volte che "lo Stato italiano ha peso la guerra economica, è al suo definitivo tramonto e al suo posto avanzano i nostri popoli, quello lombardo, quello veneto, quello piemontese che uniti potranno vincere in questa Europa dei popoli che è il futuro". "Dobbiamo scatenare la Padania, scatenare i nostri popoli nel nome della Padania e in quel progetto che vide un tempo Gianfranco Miglio", ha dichiarato ancora il leader della Lega citando quella che era l'idea di una macroregione europea con Nord Italia, l'Austria e parte della Germania meridionale.

"Questo è il momento giusto per fare i cambiamenti e meno male che noi abbiamo lavorato fin dall’inizio per questo ed abbiamo la coscienza a posto - ha proseguito -. Grazie fratelli padani". E dal palco il Senatur ha rilanciato le parole d’ordine: Padania!" e il popolo Carroccio ha risposto ‘libera’, ‘Padania’, ‘libera!’, ‘Padania!’, ‘Secessione’, hanno risposto i tanti presenti alla fiera di Vicenza.