Roma, 4 dicembre 2011 - Sono le 21.10 quando Mario Monti dà il via alla conferenza stampa in cui spiega la manovra da 24 miliardi. "Prima di passare all'illustrazione - proclama il premier con aria grave - vorrei rivolgermi a tutti i cittadini italiani. Ho ricevuto dal presidente della Repubblica un mandato di corta durata e severo impegno. Il mandato è di uscire da una crisi gravissima che rischia di compromettere quanto costruito in 70 anni da quattro generazioni di italiani". "L'Italia - continua il premier - rischia di macchiarsi della responsabilità di far saltare l'economia europea e l'Eurozona". E al tempo stesso di compromettere il suo futuro. Secondo il premier è questo "il momento in cui dimostrare di essere un grande Paese". L'Italia ha debiti "accumulati in decenni grandi squilibri. Quando si parla di costo della politica, si pensa agli apparati, ma il vero costo della politica è quando chi ci amministra pensa all'orizzonte breve e non all'interesse di figli e nipoti. E a causa di quella politica che oggi i giovani fanno fatica a trovare lavoro".

 

SITUAZIONE PESANTE - "Il debito pubblico degli italiani - dichiara solenne Monti - non è colpa degli europei, è colpa degli italiani. Ebbene questo è il momento in cui, dopo progressi sotto l'egida europea singificativi ma non sufficienti, il capo della Stato ha chiesto a questo governo di salvare l'Italia e aiutare l'Italia. Però nel prendere questi provvedimenti abbiamo tenuto presente la necessità di creare le condizioni per una contestauale crescita - anche per non essere guardati con sospetto come focolaio dall'Europa - e abbiamo dato un peso molto particolare alle misure. Misure significative contro l'evasione fiscale. Vedrete che i nostri provvedimenti sono piuttosto incisivi a questo riguardo. In Italia ci sono sempre decreti salva-qualcosa, come rimedio a situazioni contingenti. Questo, se volete, chiamatelo decreto salva-Italia".

 

CURA INCISIVA - "Ci sarà - prosegue Monti - una disciplina dimagrante per gli apparati dello Stato". Non solo. "Anche lotta contro privilegi, rendite, nepotisimi e provvedimenti a favore di merito, concorrenza e apertura. Alcuni provvedimenti mirano a favorire la condizione delle donne, dei giovani, della coesione territoriale, dei giovani e del Mezzogiorno". Un colpo al cerchio uno alla botte. "Per alcuni aspetti - considera il premier - tiriamo la cinghia, per altri vogliamo creare le condizioni perché gli italiani non si sentano derisi ma ma siano orgogliosi di essre italiani". Una prova attende "noi italiani che siamo considerati individualità di spicco, simpatici, inventivi. Vediamo se saremo capaci di lavorare in armonia". E collettivamente.

 

SOLENNE PROMESSA - "Intendiamo svolgere il nostro servizio in modo umile nei confronti del Paese. Vogliamo anche aiutare la politica, che rispettiamo, a recuperare un rapporto con il pubblico. E' un messaggio di grande preoccupazione ma insieme di grande speranza. Insieme ai membri del governo - spiega il premier - abbiamo stabilito di adottare un criterio di trasparenza a livello della migliore pratica internazionale e deciso di dichiarare per intero i nostri patrimoni".

 

PROVINCE RIDIMENSIONATE - "Abbiamo stabilito che l'organizzazione delle Province venga profondamente modificata. Non abbiamo il potere di cancellare le Province, ma asseconderemo le iniziative legislative in questo senso. I consigli provinciali avranno 10 componenti eletti dai Consigli comunali. E non avranno Giunta. Gli organi previsti vengono riportati al ruolo intermedio in coordinamento con le Regioni". Poi sarà stabilita la "gratuità della presenza degli organi elettivi non presenti dalla Costituzione che si considerano a titolo onorifico". Scure e accorpamenti sulle Authority che passeranno da "50 a 29 membri". Altro provvedimento anticasta: "Rinuncio al compenso come presidente del Consiglio e ministro dell'Economia", è il colpo ad effetto (non a sorpresa)  del premier.

 

LAVORI IN CORSO - Il decreto legge che già domani sarà sulla scrivania del presidente della Repubblica avvia, secondo il premier, "meccanismi sistematici per allargare la base imponibile attraverso una fiscalità non punitiva". Così ecco "imposta di bollo anche a titoli e prodotti finanziari" così da "ricercare un miglior equilibrio tra produzione e finanza. Al cuore della nostra prospettiva economica stanno misure di riequilibrio fiscale in un contesto di necessità di conseguire equilibri concordati con l'Unione europea". Quindi, "no a condoni o a misure una tantum" che negano lo stabile allargamento della base imponibile. "La lotta all'evasione è priorità di governo" certifica Monti. In attesa di misure ad hoc. "In  soli 17 giorni" difficile fare di più. "E' solo l'inizio - dice -. Poi ci sarà anche la riforma del mercato del lavoro". 

 

GOVERNO COLLEGIALE - Monti passa la parola al ministro Elsa Fornero che, nello spiegare la mancata indicizzazione di tutte le pensioni future (solo le prime fasce saranno coperte dall'imposta sui capitali scudati), si lascia andare a lacrime di tensione e commozione. Monti riprende la linea, fa notare come il ministro esemplifichi la sofferenza della manovra. Sacrifici, ma anche apertura al futuro quando le nuove regole sul mercato del lavoro potranno vedere la luce e tutelare ancora maggiormente il concetto di equità, assieme a quelli di sviluppo e rigore. Italia etero-diretta dal duplex Merkel-Sarkozy? "Non dirò mai agli italiani che debbono tenere una linea perché ce la chiedono gli altri, ma perchè è nostro interesse" risponde il premier. Sarà riaperta l'asta per le frequenze televisive sin qui regalate ai vari operatori mediatici, al contrario di quanto avvenuto per quelli telefonici? Monti incarica Grilli di rispondere, ma il viceministro dell'Economia svicola.

 

VIA IL SASSOLINO - Monti osserva: "Avete visto che non abbiamo toccato l'Irpef? Anche alcuni miei amici (ndr, riferimento evidente agli economisti Giavazzi e Alesina) hanno creduto più alle vostre anticipazioni che al nostro buon senso". Augurio finale: Sarà dura ma sono convinto che ce la faremo".

 

REHN: PASSO MOLTO IMPORTANTE - La manovra approvata dal Governo Monti rappresenta “un passo molto significativo per rimettere in ordine le finanze pubbliche e sostenere la crescita economica, preservando l’equita’ sociale e la correttezza attraverso misure su tasse, pensioni, riforma della pubblica amministrazione, liberalizzazioni e incentivi alle imprese”. Lo afferma in una nota il vicepresidente della commissione europea Olli Rehn, secondo cui “il basso potenziale di crescita dell’economia italiana non puo’ essere corretto in una notte, ma le misure annunciate oggi”, aggiunge, “aiuteranno a rimuovere alcuni colli di bottiglia alla crescita”. Secondo Rehn e’ comunque “cruciale mantenere il ritmo nelle riforme economiche e nel rinnovamento politico per assumere ulteriori decisioni che possano portare a una maggiore crescita e a maggiore e migliore occupazione in modo equo”.

Rehn dice di voler aspettare il dettaglio della manovra prima di esprimere un giudizio compiuto, ma sin d’ora, afferma, e’ possibile dire che “questo insieme di misure è tempestivo e ambizioso in quanto da un segnale molto necessario di un nuovo approccio alla politica economica”. Il pacchetto, osserva ancora il commissario, “dovrebbe aiutare l’Italia a raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013”. E questo, conclude, “e’ essenziale per rafforzare la credibilita’ dell’economia italiana ma anche per riguadagnare il controllo sull’altissimo debito e alleviarne il peso sulle generazioni future”.