Roma, 4 gennaio 2012 - All'indomani dello 'studio' della Commissione Giovannini sui super-stipendi dei parlamentari, non si placa la polemica nel mondo politico e non solo. Tanto che oggi pomeriggio il presidente dell’Istat e della commissione incaricata di mettere a confronto gli emolumenti dei parlamentari italiani con quelli dei colleghi europei, è a palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio, Mario Monti.

 

MONTI - Il governo terrà conto dei rilievi formulati dalla commissione Giovannini sulle retribuzioni dei parlamentari, si legge in un comunicato diffuso da Palazzo Chigi, nel quale si sottolinea come il presidente dell’Istat abbia illustrato a Monti, nell’incontro di oggi, “l’analisi condotta, la metodologia seguita”, evidenziando al premier “le difficoltà e le criticità incontrate”. Il presidente del Consiglio, prosegue la nota, “ha preso atto dei rilievi formulati di cui il governo terra’ conto per le successive determinazioni di propria competenza”.
 

GIOVANNINI - "Chiedere a degli statistici di prendere decisioni al posto dei politici è un grande equivoco che è nato attorno a questo dibattito", ha detto Giovannini a Tgcom prima dell’incontro col premier. "Molte delle informazioni da noi fornite ufficialmente, anche se ancora incomplete, sono disponibili - sottolinea Giovannini - Non mi aspetto che ci siano delle decisioni prese a partire dai nostri dati, ma mi aspetto che ci siano poi risposte politiche. L’automatismo di certi calcoli può produrre risultati che distorcono la volontà del legislatore".

 

ATTACCHI RESPINTI - I costi della politica vanno ridotti, e su questo tutti si dicono d’accordo, ma il ‘Palazzò si difende. Va bene ridurre gli sprechi, è la linea prevalente, però non si cerchi di delegittimare i parlamentari. Perchè, ha spiegato l’ex sottosegretario Francesco Giro, “non siamo abusivi nè bersagli da circo”.


PDL - La relazione Giovannini “se da un lato ci sollecita a fissare criteri non più derogabili di maggiore trasparenza ed equità, dall’altro dimostra in maniera inequivocabile l’infondatezza della campagna denigratoria”, ha sottolineato Fabrizio Cicchitto.
“Il ripensamento sui costi dev’esser fatto con prudenza e intelligenza, senza assecondare e cavalcare questo populismo distruttivo”, ha avvertito Enrico La Loggia.

Sulla stessa linea Gaetano Quagliariello. “Quel che il rapporto dimostra essere non più tollerabile è che si alimenti la campagna contro i costi della democrazia”, ha detto, “a meno che non si voglia delegare stabilmente il governo del Paese a una casta di ottimati”.


FLI - In molti indicano i tagli da fare. “La politica ha l’obbligo di dare un segnale chiaro al Paese”, ha affermato da Fli Gianmario Mariniello, partendo dai rimborsi-truffa per i collaboratori. Condivide Paola Binetti, dell’Udc; “Sono necessari standard chiari di riferimento per stabilire i parametri economici con cui retribuire questi professionisti”.

 
DI PIETRO - “In merito alla proposta dell’Italia dei Valori di abolire le Province, sottoscritta da oltre 400mila cittadini, i capigruppo di Senato e Camera, Felice Belisario e Massimo Donadi hanno chiesto ai presidenti Renato Schifani e Gianfranco Fini di calendarizzarla al più presto prima nelle commissioni competenti e poi in aula. Si tratta di un provvedimento urgente per dare finalmente una sforbiciata ai costi della politica riavvicinando i cittadini alle istituzioni”.

"Tale intento legislativo - si legge tra l'altro nella lettera -  oltre a consentire la realizzazione di un assetto istituzionale più funzionale, permetterebbe invero un enorme risparmio strutturale per le finanze erariali e costituirebbe per i cittadini un limpido segnale nel senso della semplificazione, dell’efficienza, della moderatezza e della parsimonia”.

UDC -  “Le campagne contro la politica e il Parlamento sono state di straordinaria violenza e sono andate ben oltre i demeriti e le comprensibili critiche sul potere e i suoi privilegi”, dichiara Pierluigi Mantini, responsabile Riforme Istituzionali dell’Udc. “Campagne orchestrate dai massimalismi di destra e di sinistra e anche - ha aggiunto - da ben pagati opinionisti che spesso si giovano dei benefici della peggiore politica, ma amano fare di ogni erba un fascio. È un problema serio per le istituzioni democratiche. Occorre abolire gli ingiustificati privilegi e reagire all`antipolitica”.

"Gli assistenti parlamentari - ha sottolineato Mantini - devono essere direttamente pagati dalle Camere, nel rispetto della loro professionalità e del loro ruolo necessario. Sui rimborsi viaggi dei parlamentari è giusto porre un tetto. Però basta con la denigrazione continua, occorre una reazione ferma in nome della democrazia. La politica deve essere sobria e meno costosa ma è parte necessaria delle società e va rispettata da tutti”.

 

PD - “Al di là di ogni tendenza al populismo, è importante per i cittadini poter giudicare, guardare che cosa un Parlamentare ha fatto e i risultati che ha raggiunto, senza che alcuno abbia atteggiamenti da primi delle classe. Serve un’analisi quantitativa e qualitativa”. Con queste parole il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo ha presentato il suo bilancio sociale, che va dal gennaio 2010 a dicembre 2011.

“In questi due anni - dice una nota - il senatore ha partecipato all’83% delle votazioni. Sette i disegni di legge che lo hanno visto come primo firmatario, tra questi l’istituzione del reddito minimo di cittadinanza; e le disposizioni per l’integrazione dei rom, dei sinti, dei camminanti nel territorio italiano. Quaranta le mozioni presentate e 121 le interrogazioni. Nel 2010 e nel 2011 sono stati 17 gli interventi in aula, 22 quelli nelle commissioni. Massiccia poi l’attivita’ di comunicazione con oltre 250 comunicati stampa”.

Chiede una drastica cura dimagrante anche anche Matteo Renzi. “Per me dovremmo dimezzare numero e indennità dei parlamentari”, ha scritto il sindaco di Firenze su Twitter.

 

SCILIPOTI - “I miei collaboratori sono quattro e tutti senza esperienza, a contratto di collaborazione, che io pago regolarmente”. Domenico Scilipoti, intervistato da Tgcom24, replica alle critiche sulla gestione del suo staff e spiega che è composto da “ragazzi in cerca di lavoro che vengono da noi e gli facciamo fare del tirocinio con contratti co.co.pro”. “Sono tutti ragazzi che hanno bisogno di lavorare, tutti in regola, e io - rivendica - pago molto di piu’ di quello che mi viene dato dalla Camera dei Deputati”.

“Tutti i parlamentari dovrebbero rendere conto del proprio operato, attraverso la trasparenza piu’ assoluta. I miei assistenti - dice ancora l’ex ‘Responsabilè - sono stati assunti per darmi una mano, ma non sono dei portaborse. Le persone che mi hanno contattato sono state giudicate in base al curriculum. Sono persone che fanno volentieri questo lavoro perché gli consentiamo di fare pratica, ma non sfruttiamo nessuno e - garantisce - sono pronto a dimostrarlo dati alla mano”.