Roma, 30 gennaio 2012 - Il governo ha inviato alle parti sociali la convocazione, per giovedì, per il secondo incontro del tavolo sulla riforma del mercato del Lavoro. Lo ha indicato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ospite di ‘8 e mezzo’ su La7. La convocazione - ha detto - sta partendo questa sera dalla Presidenza del Consiglio.

Il ministro ha tenuto a sottolineare che la convocazione è partita “dalla presidenza del consiglio” a dimostrazione del fatto che la “riforma del mercato del lavoro è un pezzo di un quadro di politica economica più ampio, il cambiamento delle regole del mercato del lavoro, la politica fiscale, il cambiamento del mix della tassazione tra lavoro e imprese”.

Fornero ha ricordato che bisogna individuare incentivi affinché le imprese siano invogliate a privilegiare contratti a lungo termine. Alla domanda se si pensa a sgravi fiscali per le imprese, il ministro ha precisato che è necessario fare i conti con la situazione di finanza pubblica ma ha aggiunto che “non lo esclude”.

Secondo Fornero va disegnata una “struttura di incentivi, perché questa è un’economia di mercato, che induca anche i datori di lavoro a scommettere sui rapporti di lavoro a lungo termine”, attraverso cui l’impresa sia invogliata ad “investire sul lavoratore” e grazie alla quale l’impresa non abbia una “convenienza a passare da un lavoratore all’altro”. Cosa peraltro, ha proseguito il ministro, che “non fa bene neanche alla produttività”.

RIFORMA ENTRO MARZO - Il governo punta a varare la riforma del lavoro entro fine marzo. “Vorremmo riuscire a fine marzo. Tre-quattro settimane serviranno per i tavoli” anche perché la riforma, ha spiegato il ministro, “è complessa, pesante, tocca tanti punti”.

MOODY'S NON SORPRENDE - Non deve “sorprendere” che l’agenzia di rating internazionale Moody’s abbia affermato che il decreto Salva-Italia può avere effetti recessivi “perché la natura di quel decreto era di salvare l’Italia da una crisi finanziaria”. Fornero ha precisato che la crisi finanziaria non era una “leggenda metropolitana” e l’Italia “era percepita come un grande fattore di instabilità che avrebbe colpito tutta l’Europa”. “Rispetto a quel baratro l’Italia ha fatto un passo indietro”, ha sottolineato Fornero.

LA FIAT DEVE RESTARE IN ITALIA - Voglio che la Fiat resti in Italia con capacità di vendere il prodotto in Italia e all’estero. E che resti con l’orgoglio di chi ha dato tanto al Paese ma che ha ricevuto anche tanto dal Paese’’. Così il ministro del lavoro Elsa Fornero parlando a La7. ‘’Mi auguro che dia il suo contributo. Me lo auguro da ministro,italiana,torinese".

ART.18 NON SIA TABU' - "Si potrà discutere se mantenerlo nelle attuali formulazioni”.  Elsa Fornero ha ribadito che il tema “non è preminente ma non deve essere un tabù”. Tra i possibili margini di dialogo con le parti sociali su questo argomento, secondo il ministro, potrebbero per esempio esserci quelli sui tempi dei processi legati all’articolo 18 che “generano incertezze perché sentenze di reintegro arrivano con molto ritardo e inducono l’impresa a sobbarcarsi dei costi. I sindacati dovrebbero cercare di intervenire con qualche norma per ridurre fortemente i tempi; credo su questo il sindacato può concordare”.