Roma, 8 febbraio 2012 - A parole, tutti esprimono la "volontà politica" di trovare un accordo e procedere alle riforme costituzionali, della legge elettorale e dei regolamenti parlamentari, ma nei fatti, alla conferenza dei capigruppo del Senato che doveva tracciare il percorso rifomista, non si è trovato l’accordo.

Questo perché da un lato il Pdl insiste per procedere alla trattazione delle riforme come di un 'unicum', su questo appoggiato dall’antico alleato leghista, mentre dall’altro il Terzo Polo e il Pd premono per realizzare la riforma della legge elettorale il prima possibile, a prescindere dalle altre rivistazioni dell’assetto istituzionale dello Stato. "Non mi sembra - ha detto la capogruppo democratica al Senato, Anna Finocchiaro - che ci sia da parte di tutte le forze politiche la giusta consapevolezza della necessità di riformare la legge elettorale".

L'INCONTRO PDL-TERZO POLO - Pdl e Terzo Polo concordano sulla necessità di riformare la legge elettorale. E, in una nota congiunta, le due delegazioni mettono nero su bianco non solo l’obiettivo di "restituire ai cittadini la libertà di scegliere i parlamentari", ma anche l’obiettivo di una riforma elettorale che "non obblighi a coalizioni politicamente forzate e senza vincoli programmatici". Per il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, "è stato un incontro molto costruttivo e positivo". Ma ancor di più "è un fatto molto importante che per la prima volta dopo anni Pd e Pdl si siano incontrati ieri".

BOSSI: PRIMA TAGLIARE I PARLAMENTARI - "Se la vogliono cambiare, la cambiano. Ma per noi prima bisogna diminuire il numero dei parlamentari". Umberto Bossi risponde così, a Montecitorio, a chi gli chiede della riforma elettorale. A chi gli chiede se creda possibile un’intesa il leader della Lega risponde: "Speriamo". Poi ai cronisti che gli chiedevano se ci sarà l’intesa tra PdL e Lega alle amministrative ha risposto: "In Lombardia il consiglio nazionale ha detto no e così anche nelle altre regioni". Alla domanda se lui è d’accordo il Senatur replica: "Dipende dalla legge elettorale e se Berlusconi sostiene questo governo".