Roma, 9 febbraio 2012 - SI SMUSSANO gli angoli, si cercano convergenze. Perchè la volontà di tutti è di arrivare a una intesa. «Noi lavoriamo per un accordo, su questi temi è molto importante», dice Elsa Fornero che, a chi le chiede se la strada sia stretta, risponde: «No, c’è un bel sentiero largo. L’incontro con Susanna Camusso è andato bene». Affermazioni che arrivano dopo un faccia a faccia con il segretario della Cgil durato tre ore. È l’ottimismo possibile, visto che il ministro del Welfare e il leader sindacale hanno solo sfiorato la questione dell’articolo 18. Tema lasciato ai margini anche nell’incontro dei segretari generali delle tre confederazioni, che nel pomeriggio ha preceduto il vertice tra le parti sociali tenutosi nella foresteria di Confindustria. Sindacati e imprese hanno deciso di dar vita a un tavolo tecnico permanente sulla riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali che sarà aperto già oggi con l’obiettivo di arrivare a una sorta di avviso comune.
Nel frattempo proseguono gli incontri bilaterali del ministro Fornero. Oggi vedrà la Marcegaglia, domani la Cisl. L’incontro governo parti sociali ci sarà all’inizio della prossima settimana.


IN QUESTA fase si cerca di concentrarsi sui punti su cui è più facile confluire. Camusso, Bonanni e Angeletti vogliono proseguire il cammino comune. Su una serie di temi tra i tre c’è sostanziale unità. Tanto che in Confindustria sono arrivati con una intesa di massima sui seguenti punti: riforma degli ammortizzatori sociali da estendere alle piccole imprese; parificazione dei contributi previdenziali; contratto di apprendistato esteso a tutti. Si è discusso anche della proposta di via Po di lasciare intatte le garanzie dell’articolo 18 e di estendere la legge 223 (quella sui licenziamenti collettivi per motivi economici nelle aziende con più di 15 dipendenti) ai licenziamenti individuali.


A QUEL che trapela la Cgil non ha fatto scattare le barricate. Bonanni, come tutti, sa bene quanto sia determinato il governo a incassare una riforma del mercato del lavoro da esibire ai mercati. Per questo ha insistito sullo scambio possibile con governo e imprese per evitare che alla fine arrivino decisioni che passano sopra la testa dei sindacati. La stessa Camusso, pur continuando a difendere l’articolo 18, è apparsa aperta alla discussione, a patto che si faccia solo alla fine della trattativa, quando sarà posibile capire se ci sono scambi convenienti o meno. «Il clima è costruttivo», dicono per ora in Cgil.
Intanto Mario Monti, alla vigilia del suo incontro con Obama, ribadisce in una intervista al Wall Street Journal, che l’Italia entro marzo darà il via libera alla riforma del mercato del lavoro e che a fare da stella polare sarà il modello danese della flexsecurity: «Occorre ridurre la segmentazione tra coloro che vengono iperprotetti e coloro che non riescono ad entrare nel mercato del lavoro». Il problema, come al solito, sono i fondi per gli ammortizzatori sociali: «Abbiamo vincoli di risorse che sono drammatici, enormi», ha spiegato il ministro del Lavoro.