Roma, 10 febbraio 2012 - La riforma elettorale continua a far discutere. "Man mano che si moltiplicano le indiscrezioni sulla cosiddetta riforma anti Porcellum diventa sempre più chiaro che l'obiettivo principale della trattativa, oltre al ritorno al proporzionale, è quello di rendere ininfluente il voto dei cittadini sulla formazione dei governi, per riconsegnarla ai capipartito in modo che possano esercitare il loro potere, alle loro spalle, dopo il voto",  denuncia l'ex ministro della Difesa, Arturo Parisi, anima critica del Pd.

CHE MERAVIGLIA - ''Nulla di sorprendente - continua l'esponente politico sardo, un tempo il parlamentare più vicino a Prodi - . Quello che sconcerta è che come protagonisti e promotori di questa operazione siano indicati i dirigenti del Pd, in radicale contrasto con lo spirito e i deliberati che hanno preparato e guidato per anni la costituzione del partito - prosegue l'esponente del Pd -. Spero proprio che Bersani smentisca ed intervenga in tempo prima che sia troppo tardi. Non vorrei che dopo tante parole moltiplicate con troppa leggerezza ci trovassimo anche nelle prossime elezioni a votare esattamente come in passato".
 

CHE DELUSIONE - Parisi paventa il rischio della conservazione di fatto: "Lo stesso numero di parlamentari, le stesse due Camere fotocopia, i parlamentari nominati come prima anche se in modo diverso, e un governo fondato su alleanze dichiarate dopo le elezioni. E tutto questo per iniziativa del Pd? Non ritiene Bersani che sia doveroso e urgente smentire?"