Cagliari, 21 febbraio 2012 - "La coesione sociale non significa immobilismo, né mantenere in piedi il Welfare così come è stato nei decenni passati". Lo ha detto Giorgio Napolitano incontrando il Consiglio comunale di Cagliari. L’attuale sistema, ha sottolineato il presidente della Repubblica, "lascia scoperte zone di povertà", e bisogna quindi "occuparci di chi non ha; rinnovare per poter migliorare e preservare".

NORD-SUD - Napolitano ha poi auspicato una "chiara piattaforma sul federalismo fiscale". "Continuo ad insistere su questo tema perché la Commissione faccia il punto. In questa situazione - ha precisato Napolitano - il lavoro è stato un po’ sospeso". Secondo Napolitano "la maggiore incompiutezza del processo di unificazione d’Italia è il divario tra il Nord e il Sud del Paese. Una questione non solo economica e sociale ma anche istituzionale, assolutamente ineludibile".

LA CRESCITA - Si deve "fronteggiare la crisi" e ridurre il "peso abnorme del debito pubblico - dice Napolitano - ma bisogna pensare anche a nuove politiche di sviluppo, in modo particolare per il Mezzogiorno. Non possiamo pensare che si debba attendere, non si sa quando, la conclusione del risanamento della finanza pubblica per poi passare allo sviluppo". E ancora: "Sono sempre stato persuaso che, pur essendo indispensabile risanare il bilancio pubblico e ridurre la spesa pubblica corrente, non si dovesse procedere e non si debba procedere con tagli 'alla cieca'. Distinguendo da ciò che va tagliato e ciò che non va tagliato".

"NON RAPPRESENTO LE BANCHE" - Napolitano ha auspicato l’avvio di una stagione di interventi per il rilancio dello sviluppo economico. "Sento la responsabilità" di dare il mio contributo a questo, ha detto chiudendo l’intervento, "visto che non rappresento né le banche, né il capitale finanziario, come qualcuno umoristicamente crede e grida".

LE CONTESTAZIONI - Da stamani il Capo dello Stato ha avuto modo di ascoltare una serie di contestazioni nel corso delle tappe della sua visita a Cagliari. Prima alla stazione marittima, poi al Comune, infine al Teatro Lirico. Fra i contestatori: disoccupati, gruppi organizzati contro Equitalia, indipendentisti sardi e da ultimo il movimento del sindaci del Sulcis. Proprio quest’ultimi sembrano essere gli autori della definizione che Napolitano ha descritto, non senza fastidio, come umoristica.