Milano, 3 marzo 2012 - Alle 10 di questa mattina è iniziato il congresso milanese del Pdl, all'Unione del commercio in corso Venezia. E alle 12, circa, è arrivato Silvio Berlusconi, che come tesserato in città ha diritto di voto. L’ex premier è stato accolto da una nuova colonna sonora. Basta con "Meno male che Silvio c’è", il nuovo inno del Pdl, "Gente della Libertà", è pronto e risuonerà in tutti i congressi cittadini, a partire da quello di Milano.

A presiedere l'appuntamento - che culminerà nell'elezione del coordinatore cittadino - è il vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani, ma sono presenti anche il coordinatore nazionale Ignazio La Russa, l'ex sindaco Gabriele Albertini, Daniela Santanchè, Mariastella Gelmini, Andrea Ronchi e il presidente della Provincia Guido Podestà. Sono previsti gli interventi del coordinatore cittadino uscente Luigi Casero, dei due sfidanti e di Mantovani e La Russa. Ci sarà anche il governatore lombardo Roberto Formigoni. L’ultimo intervento della mattina sarà quello dell'ex premier. Lui è uno dei 9.500 iscritti del Pdl a Milano aventi diritto al voto. Seggi aperti dalle 13 alle 21. In serata il risultato finale della sfida Gallera-Tatarella.


LA SFIDA - Fra i primi ad arrivare alla sede dell'Unione del commercio sono stati i due candidati alla segreteria Pietro Tatarella e il favorito Giulio Gallera. Il risultato del congresso meneghino sembra comunque scontato. Parte favoritissimo Giulio Gallera, uomo vicino al coordinatore regionale pidiellino Mario Mantovani, ma appoggiato anche dai ciellini di Roberto Formigoni, dagli ex An guidati da Ignazio La Russa e dalle correnti capeggiate da Alessandro Colucci e Domenico Zambetti. La stessa coalizione che lo scorso 12 febbraio, al congresso provinciale del Pdl, ha condotto alla vittoria Sandro Sisler (72 per cento dei voti) contro Guido Podestà (22,5 per cento).

Podestà,presidente della Provincia, ha deciso di puntare tutto sul giovane Tatarella, consigliere a Palazzo Marino, uomo vicino anche all’assessore regionale Stefano Maullu. Il numero uno di Palazzo Isimbardi ha dato il suo via libera alla discesa in campo come candidata della figlia Arianna Podestà.

 

BERLUSCONI: ALFANO SE LI MANGIA TUTTI - “Angelino Alfano è bravissimo. E’ una persona preparata, colta, intelligente”. Lui “si mangia a colazione pranzo e cena tutti gli altri segretari che ci sono oggi in Italia”. Così l'ex premier Silvio Berlusconi, intervenendo al congresso del Pdl milanese, torna sul “quid” che mancherebbe al suo delfino per essere il leader del Pdl.

“Non l’ho mai detto- continua- i giornali oggi scrivono ‘Berlusconi si corregge’, ma di cosa mi devo correggere se non ho detto nulla su Angelino. E’ il solito modo di fare giornalismo, quello non è cambiato”.

Inoltre, per dimostrare la sua ‘innocenza’, Berlusconi dal palco lancia sul maxischermo un video di 7 minuti sulle sue dichiarazioni a Bruxelles dove, sostiene, “non c’è alcuna dichiarazione su Angelino”.

Pdl è “un acronimo che non commuove”. Silvio Berlusconi conferma di non amare il nome del partito, però chiarisce che non cambierà “il partito”. Dal palco del congresso milanese continua: “Saremmo pazzi, quando mai. ‘Tutti insieme per l’Italia’ è una bellissima idea di Giuliano Ferrara. Io non ho partecipato assolutamente. Ho avuto il piacere di sentirlo al telefono per un minuto, in questo momento di tutto ho bisogno tranne che di un altro partito”.

TRATTIAMO CON L'OPPOSIZIONE PER LA RIFORMA ISTITUZIONALE - Grazie al gesto “generoso e nobile” compiuto dal Pdl per sostenere il governo tecnico è possibile “discutere con l’opposizione per riformare l’architettura istituzionale. La trattativa sarà portata avanti da Alfano”. Lo dice Silvio Berlusconi. I punti individuati da Berlusconi sono: legge elettorale, possibilità del premier di rimuovere ministri e decidere provvedimenti d’urgenza; tempi certi sull’approvazione del Parlamento dei ddl governativi; Senato delle autonomie.

“Noi non siamo ondivaghi, non cambiamo parere. All’interno del partito c’è grande sintonia tra presidente, segretario, coordinatori. Non è vero che ci sono sommovimenti, correnti, scontenti”. Berlusconi spiega: “Ho sempre avuto la sensazione di essere in una famiglia, come dice il nostro inno qui nessuno sa odiare né invidiare. Siamo antropologicamente diversi rispetto ad altra gente”.

RIFORME NECESSARIE - Le riforme sono necessarie e Silvio Berlusconi durante il suo intervento al congresso cittadino del Pdl di Milano, snocciola alcuni esempi significativi. Soprattutto parla dei ‘pochi’ strumenti rimasti al governo e che sono il decreto legge e il disegno di legge. In realtà il primo non appartiene neanche più al governo, secondo l’ex premier, in quanto è sottoposto alla firma del presidente della Repubblica. “Quindi il governo ha un unico strumento - ha detto Berlusconi - che è il disegno di legge”. Berlusconi fa riferimento alla riforma della giustizia nel qual caso “intervengono gli interessi di forze politiche minori” che possono inquinare il disegno di legge”. Ma più in generale “se non piace al presidente della Camera che non ritiene di dare il via a una riforma della giustizia sgradita ai magistrati - aggiunge Berlusconi - il disegno non viene neanche discusso. Se al contrario viene messo in agenda, se ne discute nelle commissioni e a quel punto l’opposizione presenta un centinaio di emendamenti. Poi si va al voto e alla fine esce un disegno di legge che è un lontano parente di quello originario. E come se da un destriero purosangue quello che esce è un ippopotamo”. E tutto questo se poi “non piace alla sinistra e soprattutto alla sinistra della magistratura democratica, un pubblico ministero lo impugna, lo porta davanti alla Corte Costituzionale”.
 

GLI ITALIANI VOTANO MALE: SONO DISPERSIVI - Un moderato che si presentasse diviso dalla coalizione “è colpevole, con la divisione da lui voluta, di un fatto gravissimo, di poter dare una possibile vittoria alla sinistra che sarebbe sempre minoranza nel Paese”. Così l’ex premier, Silvio Berlusconi: “Sappiamo bene che i moderati sono la maggioranza in Italia dal ‘46 in poi”. La legge elettorale, infine, “dipende da quali saranno accordi e possibili alleanze in campo”.

 

INTERCETTAZIONI: UNA BARBARIE - Una legge che impedisca “la barbarie” della pubblicazione “delle intercettazioni”. A dirlo è Silvio Berlusconi. “Non è un Paese libero e civile - ha detto Berlusconi - quello in cui parlando al telefono c’è il rischio di veder pubblicato quello che si è detto. La Costituzione è chiara ma non è applicata”.