Roma, 10 marzo 2012 - 'Banche, attente a quel che fate!' 'La sinistra? E' come quella di Zapatero: poca economia e matrimoni gay'. 'La priorità del governo? Lavoro, lavoro, lavoro!". Titoli e testi di Angelino Alfano, segretario del Pdl, per rimotivare le truppe di casa, precipitate in crisi d'identità dopo i sondaggi da paura e l'ipotesi - ventilata dallo stesso Berlusconi - di metter mano al logo della casa e al destino del segretario senza quid.
 

LA LEZIONE - Alla scuola formazione del partito, a Orvieto, c'è l'attesa che il momento merita. Gli allievi aspettano una lezione densa di contenuti. Però forse non così aggressiva e tanto meno ritmata sul repertorio antico: comunismo, famiglia e gay, ovvero le 'tags' care al capo supremo (assente). E poi il lavoro, liberisticamente declinato con giustizia sociale ed equità: "Fin quando ci sarà un povero in questa nostra patria la politica non avrà esaurito la propria missione - annuncia Alfano -. Equità non vuol dire salario uguale per tutti - quelli sono i comunisti: equità vuol dire a ciascuno il suo e quel ciascuno deve essere meritato".

TONI FORTI - L'avvicinarsi delle elezioni amministrative, il delicato momento dell'economia e qualche increspatura nel rapporto col governo tecnico spingono il segretario a un discorso dagli accenti aspri, tavolta virulenti. Per ribadire a tutto il partito inclusi i colonnelli - entusiasti - e incluso Berlusconi - pubblicamente ringraziato perché "senza la sua intuizione oggi non saremmo qui a parlare" - che il Pdl è pronto alla battaglia e che il delfino del leader non teme il mare oleoso delle elezioni. Quali che siano. Coraggio autoindotto o clessidra capovolta sotto i banchi del governo? Il segretario del Pd Pierluigi Bersani commenta: "Sentendo i toni di Alfano chiedo se siamo già in campagna elettorale. Nel caso ci tenga informati, vorremmo partecipare".

CENTRO SCENA - ''Noi dobbiamo occuparci non di riflessioni filosofiche ma di dare risposte ai cittadini sull'urgenza di una drammatica crisi economica - spiega Alfano ai quadri del partito -.E pazienza se abbiamo fatto prendere una delusione a qualcuno l'altra sera". Con chi ce l'ha Alfano? "Non dico Monti - continua il segretario piediellino -, ma qualcuno che si era affezionato al proprio desiderio: e cioè un Pdl all'angolo, in ginocchio, a rosolare a fuoco lento per arrivare dopo le amministrative a conquista i nostri seggi elettorali. Ci dispiace di aver deluso il desiderio di qualcuno: il Pdl è al centro della scena, ci resta come primo partito del Paese e si candida a restarlo in rappresentanza dei moderati italiani".
 

ECONOMIA REALE - Comunica Alfano: ''Ho avuto un moto di profonda tristezza oggi, non solo da cittadino italiano ma anche da segretario di un grande partito, nel leggere che altri due imprenditori si sono suicidati. E' stata una ferita al cuore, perché è il segno che qualcosa non va nel sistema italiano''.
 

ABI NEL MIRINO - Forse i crediti che non arrivano alle imprese? Forse le banche col braccino corto che preferiscono il parcheggio dei liquidi overnight anziché far circolare la moneta delle maxi-aste Bce? Alfano usa parole quasi  da movimento dei Forconi: "La settimana prossima incontrerò il presidente dell'Abi per dire che il Pdl è a fianco delle banche se le banche sono a fianco del popolo, ma il Pdl sarà contro le banche se le banche saranno contro il popolo. Noi rappresentiamo la gente e se è crisi è crisi per tutti, un po' di pegno lo paghino i cittadini un po' lo paghino le banche".
 

PRESSING A PALAZZO - Che le banche debbano fare credito alle imprese è un dovere di sistema, e Alfano lo ricorda con enfasi. A se stesso e al governo: "L'azione che partirà dalla prossima settimana sarà di vigilanza permanente del Pdl e di pressing costante sul governo Monti affinché vigili sulle banche. Gli istituti debbono dar conto di come utilizzano i soldi ricevuti della Bce. Urge chiarezza".

UE, UE ...- L'economia è un pianto. I dati preoccupano. Il governo tecnico resiste e tesse alleanze per la sopravvivenza dell'attuale zona Euro. Alfano puntualizza: "Noi vogliamo stare in Europa, chiediamo più Europa ma non andremo mai a Bruxelles con il cappello in mano. Faremo ciò che serve all'Italia ma se l'Europa ci chiederà di fare ciò che non serve all'Italia non lo faremo. Non faremo mai quello che serve solo a Germania e Francia. La priorità del governo sia una sola: lavoro, lavoro, lavoro!" Parole che scatenano la replica di Antonio Di Pietro e dei vertici Idv.

VOTO ALLE PORTE - "Le prossime settimane dimostreranno chi vuole unire e chi vuole separare i moderati italiani - avverte Alfano perché Casini intenda -. Separare i moderati è un modo subdolo per far vincere la sinistra. Noi vogliamo riunire i moderati ma non lanciamo appelli a nessuno, chi ci sta ci sta". 
 

PDL E LEGA - Inevitabile il messaggio al Carroccio squarciato da diatribe e inchieste. "Noi diciamo alla Lega: sappiamo che a Roma siamo separati, ma anche Idv e Pd a Roma sono separati mentre non lo sono negli enti locali. E allora anche noi dobbiamo fare la stessa cosa se non vogliamo consegnare il Nord alla sinistra". Maroni gli risponde per direttissima: "Impossibile ogni accordo finché c'è Dracula Monti".
 

ATTACCO A SINISTRA - E riecco l'odiata sinistra, alleata di governo. ''L'alleanza Di Pietro, Vendola e Bersani va nella direzione dello zapaterismo - rilancia Alfano -, non di una moderna sinistra europea. Lo zapaterismo è un germe che rischia di attaccare i valori che noi difendiamo, come abbiamo fatto con il dl su Eluana Englaro, la difesa della vita sin dal concepimento oppure con i tanti no che abbiamo opposto ai tentitivi di scardinare la famiglia"."Il vocabolario di Alfano è al limite della volgarità - denuncia il leader di Sel, Nichi Vendola : tratta vita e sentimenti come materia elettorale". Anche il  fronte dei diritti non gradisce e contrattacca con prontezza.

FUMO NEGLI OCCHI - Alfano alza il tiro: "Se la sinistra andrà al governo farà quello che ha fatto in Spagna: il matrimonio tra uomini e le coppie di fatto buttando fumo sulla società spagnola, distraendo le forze migliori dalla crescita e dallo sviluppo. Ma oggi il partito socialista è ai minimi termini e gli spagnoli tornano indietro su tutte le leggi che evocano finti diritti. Questo sarà l'inevitabile destino anche della coalizione tra Bersani, Di Pietro e Vendola che tanto somiglia allo zapaterismo". ll leader di Sel prende nota e replica.

QUESTIONE GIUSTIZIA - L'architettura del Paese ha bisogno di grandi riforme condivise. Alfano a parole non si sottrae. ''Noi dobbiamo e vogliamo fare le riforme istituzionali. Certo - ammette -, vorremmo fare di più. Per esempio, completare la riforma della giustizia''. E subito pesca l'aggancio con la realtà: ''Dobbiamo essere contenti dell'esistenza del terzo grado di giudizio che ieri ha consentito l'assoluzione in Cassazione di Marcello Dell'Utri. Dobbiamo chiederci però chi restituirà al cittadino, e non al collega senatore, 16 anni di gogna''. Polemiche, ancora polemiche. Palazzo Chigi comunica la linea Monti: più nessun vertice a tre se la comunicazione tra alleati resta questa.