Roma, 28 marzo 2012 - La vicenda del sequestro di Emanuela Orlandi (22 giugno 1983, e da allora mai più ritrovata) sembra arricchirsi di un ulteriore piccolo mistero. Quello riguardante la extraterritorialità o meno della Basilica di Sant'Apollinare, luogo dove è sepolto Enrico "Renatino" De Pedis, boss della banda della Magliana che nel rapimento avrebbe avuto un ruolo importante.
 

'STATO ESTERO' - Ieri in Commissione antimafia il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, aveva ricordato come la mancata attivazione delle procedure amministrative richieste in un caso di questo tipo potesse essere ricondotto "alla circostanza che il luogo di ultima tumulazione, la Basilica di Sant'Apollinare, gode del regime di extraterritorialità, essendo ubicata nello Stato del Vaticano".
 

REGIO DECRETO - Tesi confermata oggi in question time dallo stesso ministro che ha ribadito come la Basilica sia "collocata nel territorio dello Stato della Città del Vaticano": e in virtù di un regio decreto del 1938 l'introduzione delle salme dal territorio italiano nella Città del Vaticano "è autorizzata dal governatore di quello Stato".
 

'APPROFONDIRE' - La ricostruzione è confutata da Walter Veltroni, autore della interrogazione, che ha chiesto al Viminale "ulteriori approfondimenti" sul tema. Citando a conferma dei suoi dubbi lo stesso sito ufficiale della Santa Sede (vatican.va) che, all'allegato II del "Trattato tra la Santa Sede e l'Italia", in effetti non include la Basilica di Sant'Apollinare tra gli "immobili con privilegio di extraterritorialità e con esenzione da espropriazioni e tributi".