Milano, 3 aprile 2012 - Il segretario amministrativo (tesoriere) della Lega Nord Francesco Belsito, indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato e appropriazione indebita aggravata, milita nel Carroccio solo dal 2002. Gli esordi in politica del corpulento esponente leghista, nato a Genova 42 anni fa, sono infatti in Forza Italia.

In questo partito Belsito diventa assistente-autista dell’ex ministro della Giustizia del primo Governo Berlusconi, Alfredo Biondi. L’adesione al movimento di Umberto Bossi risale invece al 2002, seguita subito da ruoli di primo piano.

Decisiva la vicinanza a Maurizio Balocchi, fondatore della Lega Nord Liguria e più volte sottosegretario, di cui Belsito diventa portaborse. Nel 2009 prende il suo posto come tesoriere e con la morte dello stesso Balocchi nel febbraio del 2010 gli subentra anche come sottosegretario alla Semplificazione. Nel 2010 viene nominato vicepresidente di Fincantieri.

Belsito è noto alle cronache sopratutto per aver investito oltre 7 milioni di rimborsi elettorali del Carroccio in Paesi come la Tanzania, Cipro e la Norvegia. Scelta che, a inizio 2012, ha provocato disappunto e ironia nella base del partito, in particolare la parte più vicina all’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha chiesto una verifica amministrativa dei conti da parte del Consiglio federale del partito. Bossi finora ha però sempre difeso il tesoriere.

Altre polemiche sono legate alla sua laurea all’estero e alla sua auto, una costosa Porsche Cayenne, che veniva parcheggiata nei posti riservati alle auto della polizia a Genova.