Milano, 5 aprile 2012 - "Il fatto che io abbia dato le dimissioni non vuol dire che io scompaia. Se lo scordino. Resto nella Lega, da ultimo sostenitore o da segretario io resto sempre a disposizione della causa". Lo afferma, alla Padania, il segretario dimissionario del Carroccio, Umberto Bossi, in una lunga conversazione con il direttore Stefania Piazzo, in edicola domani, che l’Adnkronos è in grado di anticipare. Da domani, afferma Bossi, "mi chiameranno militante. Anzi, no. Semplice simpatizzante".

"MANOVRA CONTRO DI ME E LA LEGA" - "Tutta la manovra è chiara: è contro di me e la Lega. Chi ha dei dubbi su questo?", dice. "Se un amministratore è in combutta da anni con una famiglia della 'ndrangheta, perché si viene a sapere solo adesso? Prima no? Insomma, i tempi sono strani". La magistratura indaga. E la Lega? "Abbiamo nominato gli uomini che devono andare a fondo nelle cose, verificare, controllare. Non c’è nulla da nascondere".

IL FUTURO NEL CARROCCIO - Dopo aver ricordato che da domani verrà chiamato semplice militante, Bossi però sottolinea: "Il peso di un uomo non lo fa la carica, non dipende solo dalla carica, dal titolo, ma dal cervello, dalla testa e dal suo cuore". Anche se, confida, "avrò più tempo da dedicare alla mia famiglia, che in tanti anni ha subito la mia assenza continua. Ma io non vado via, io resto qui. Chiaro a tutti? Io non mollo la battaglia per la libertà del Nord. Altri porteranno avanti il progetto, ma la Lega resta".

"MARONI NON HA TRADITO" - C’erano di mezzo "i miei figli, non potevo stare lì". E’ un Umberto Bossi commosso che commenta ai microfoni di Tg4, la decisione di lasciare da segretario della Lega. "Adesso faranno il controllo di tutto. Chi ha ricevuto soldi deve ridarli. Comunque io non avevo nessuna voglia di star lì, devono avere mano libera, il gruppo che deve impegnarsi. Era ingiusto che restassi lì, ero solo un intralcio", ha aggiunge Bossi. Ai microfoni del Tgcom, nega poi di credere nel tradimento di Maroni. Lui ha tradito? "Non è vero mica. Non è vero".

"OGGI HO PIANTO" - "Mi sono messo a piangere, poi ho smesso perché ho visto che piangevano tutti", dice a Tg4-Tgcom24. "Le indagini - ha aggiunto - porteranno a controllare tutto. Io non avevo nessuna voglia di star lì perché è giusto che ci sia mano libera per lavorare. Io ero solo d’intralcio, era inutile per me restare. Sono andato al consiglio, nessuno mi ha chiesto le dimissioni ma mi sembrava doveroso farlo".