Milano, 6 aprile 2012 - “Non abbiamo ancora deciso. Quando la decideremo te lo diro’”. Cosi’ l’ex segretario federale della Lega Nord Umberto Bossi, lasciando la sua casa di Gemonio per raggiungere Milano, ha risposto a un giornalista circa l’eventualità che lui possa ricandidarsi alla guida del partito.

Bossi ha poi aggiunto: "La Lega è pericolosa, perché è sotto l’occhio non solo di Roma farabutta che ci ha dato questo tipo di magistrati ma anche della militanza, quindi bisogna fare le cose giuste che interessano la gente". Bossi, rispondendo ai giornalisti che lo attendevano all’uscita della sua residenza di Gemonio, ha confermato che nel pomeriggio si vedrà con Roberto Maroni a Milano, in via Bellerio. "Me lo ha chiesto lui ieri - ha risposto il Senatur - ci si vede per discutere su cosa dobbiamo fare".

“Maroni non è Giuda”, continua Bossi. Maroni “ha fatto una corrente e quindi nella Lega non tutti son d’accordo, perché la Lega è sempre stata monolitica”.
Il presidente del Carroccio, aggiunge: “Non penso che la corrente di Maroni sia con me. Ma non è neppure contro di me”.

ARRIVATO IN VIA BELLERIO RINCARA LA DOSE: "COLPA DI ROMA PADRONA" - "A mio parere sa tanto di organizzato, noi siamo nemici di Roma padrona e ladrona, dell’Italia, uno Stato che non riuscira’ mai ad essere democratico’’. Bossi, una volta arrivato nella sede della Lega in via Bellerio, ha parlato nuovamente con i giornalisti.

"SILVIO CI SARA' RIMASTO MALE" - “Berlusconi sarà rimasto anche male” per quanto successo. Così Umberto Bossi ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano riguardo alla reazione dell’ex alleato allo scandalo che ha portato alle sue dimissioni da segretario federale della Lega Nord. Il ‘Senatur’ ha poi riferito di essersi sentito con il leader del Pdl “una settimana fa, per caso”.

"HO PARLATO COL TROTA" - "Sì ci ho parlato’’: ha risposto cosi’ Umberto Bossi a chi gli chiedeva se avesse parlato coi suoi figli delle accuse formulate dalla magistratura sull’utilizzo dei fondi della Lega. "Mio figlio - ha spiegato riferendosi a Renzo - mi ha portato le prove che l’automobile è sua e l’ha pagata lui, di questo sono certo perché l’ho visto coi miei occhi’’.

SUL NUOVO TESORIERE - Il nuovo tesoriere della Lega Stefano Stefani “deve rintracciare tutta una faccenda molto oscura”. Commentando l’indagine in corso nei confronti della Lega, Bossi spiega che Stefani sarà chiamato anche a chiarire “l’avvento di questi qui, che poi si scoprono legati alla mafia, che lavorano per imprese di Stato, che producono armi, armi per le quali servono certificati antimafia. E’ una cosa molto ambigua - ha concluso - tutta preparata”.

MATTINATA A CASA - Umberto Bossi ha trascorso la mattinata a casa, a Gemonio, in provincia di Varese. Il ‘capo’ padano, che ieri si è dimesso dalla carica di segretario federale della Lega Nord, si è ritirato nella villetta, che ha tutte le finestre chiuse, almeno quelle della facciata che dà sulla strada.

LA CASA - "E' falso" ciò che riguarda l'accusa di aver utilizzato fondi della Lega per la ristrutturazione della villa di Gemonio. Bossi prosegue: "Hanno sbagliato a rifare il balcone che perdeva acqua, abbiamo chiamato uno della Lega bergamasca, il quale è venuto e ha detto mando mio cugino che ha una impresa: la colpa è nostra". Questo perché - ha proseguito Bossi - "lui (riferendosi a chi ha fatto la ristrutturazione, ndr) è un tipo che da tanto non si faceva vivo e non ha mandato la fattura, può darsi che lo ha fatto da un'altra parte, però vediamo, ci sono molti lati oscuri...".

DAL LAGO: LUI CI SARA' SEMPRE - "Bossi ancora segretario? Non so cosa succederà fra qualche mese. Ma Umberto Bossi, quale sarà il suo ruolo, non può non esserci nella Lega’’. Cosi’ Manuela Dal Lago, una dei tre reggenti del Carroccio, parla di cosa che avverrà da qui al congresso federale. ‘’L’unica cosa certa che succedera’ - aggiunge Dal Lago - è che il candidato alla segreteria sara’ il candidato di tutta la Lega’’. E infine su Bossi: "è un grande uomo, una persona per bene, e dei soldi non gli è mai interessato niente’’.

BOSSI SE NE VA, ARRIVA MARONI - Roberto Maroni è arrivato nella sede federale del partito, in via Bellerio a Milano, pochi minuti prima delle 15, ora in cui era previsto l’incontro con Umberto Bossi. L’ex ministro dell’Interno, che ora fa parte del comitato che guiderà il movimento fino al congresso federale, è entrato dal cancello posteriore a bordo della sua auto, senza fare dichiarazioni ai giornalisti. Pochi minuti prima Bossi aveva lasciato via Bellerio, a bordo della sua auto.

E BOSSI LITIGA COI FOTOGRAFI - Gesto di stizza verso i fotografi di Umberto Bossi, con il ‘senatur’ che ha aperto la portiera dell’auto contro i reporter che bloccavano la vettura, a un centinaio di metri dalla sede federale della Lega Nord. Bossi ha lasciato il quartier generale del Carroccio poco prima delle 15, uscendo dal cancello posteriore. Appena hanno riconosciuto la sua auto, seguita da quella della scorta, cronisti, cameramen e fotografi l’hanno inseguita a piedi, riuscendo a bloccarla, a metà circa di via Bellerio. Alcuni di loro sono riusciti a fermare l’auto e questo ha provocato l’irritazione del ‘capo’ padano che ha aperto la portiera per farli spostare. A quel punto, uno degli uomini della scorta è sceso dall’auto per allontanare fotografi e cameramen e consentire il passaggio.

BOSSI TORNA PER INCONTRARE MARONI - Umberto Bossi è rientrato nella sede di via Bellerio che aveva lasciato attorno alle 15 e dove è previsto l’incontro con Roberto Maroni, già nella sede del partito.
 

 

LA STAMPA ESTERA: "FINE DI UN'ERA" - Bossi lascia la scena, chiudendo idealmente 20 anni di politica italiana e le dimissioni del Senatur fanno il giro del mondo: dal New York Times ad Al Jazira, catturano l’attenzione dei grandi media internazionali. Tutti sottolineano come lo scandalo che ha colpito il cuore della Lega indebolisca la reputazione del partito mentre, con l’addio di Bossi preceduto nei mesi scorsi da quello del suo alleato Berlusconi, per l’Italia ‘’finisce un’era’’.

In Gran Bretagna la notizia è ripresa in articoli di cronaca dal GUARDIAN e dall’INDEPENDENT mentre è sulla prima pagina del FINANCIAL TIMES online, che descrive il Senatur come ‘’un veterano della Lega Nord, stretto alleato di Berlusconi, noto per i suoi scatti irritanti e osceni’’. E ‘’per un partito che lottava contro ‘Roma ladrona’, l’inchiesta ha stordito perfino chi si opponeva al suo leader populista’’, scrive il Ft, evidenziando come l’inchiesta ‘’accenderà tra gli italiani un ancor più diffuso senso di disgusto nei confronti del loro establishment politico, dopo che simili scandali hanno colpito tutti i maggiori partiti. E cio’ potrebbe giocare a favore di Mario Monti nel suo portare avanti le contestate riforme economiche e nel momento in cui il premier dovesse raccogliere i crescenti appelli alla sua candidatura a primo ministro alle prossimi elezioni’’.

In Francia LE FIGARO titola ‘’Umberto Bossi getta la spugna’’ mentre ‘’Umberto Bossi lascia la scena’’ è il titolo de LE POINT che scrive che ‘’l’uscita del leader della Lega e di Berlusconi, legati da un’amicizia sincera malgrado le battaglie che li hanno opposti, fa voltare pagina a di vent’anni di politica italiana’’. Il foglio economico LES ECHOS, infine titola: ‘’Al centro di uno scandalo, la Lega Nord rischia di crollare’’.

In Germania invece SPIEGEL scrive che ‘’il vecchio socio’’ di Berlusconi si è dimesso dopo le ‘’crescenti accuse di corruzione’’ che hanno coinvolto la sua famiglia e il partito. Grande eco anche in Spagna, dove EL PAIS osserva come ‘’il cambio alla guardia nel partito piu’ personalistico d’Italia avra’ conseguenze anche in Parlamento, o perlomeno nella sua ala destra’’ e ‘’può complicare definitivamente le relazioni tra la Lega e il Pdl’’. EL MUNDO scrive invece di ‘’un monumentale scandalo’’ che ha ‘’costretto alle dimissioni il leader storico della Lega’’.

Oltreoceano, il NEW YORK TIMES titola ‘’Il leader del partito populista che supportava Berlusconi si dimette, fine di un’era’’ ed evidenzia come l’addio del Senatur, ‘’celebre per i sigari, le canottiere bianche e il linguaggio pungente, sembri segnalare un punto di non ritorno per la politica italiana, giungendo mesi dopo le dimissioni di Berlusconi’’. E, ‘’dopo che simili scandali sono sorti di recente anche a sinistra, la notizia è un ulteriore segno dell’incertezza politica italiana, caratterizzata dal crescente divario tra i partiti e il resto della societa’, all’ombra della crisi economica’’. Per il WALL STREET JOURNAL, infine, l’uscita di Bossi ‘’dimostra quanto la ricaduta dell’inchiesta abbia inciso sul cuore del partito’’, rischiando ora di ‘’indebolire la sua reputazione, modellato da Bossi come modello di rettitudine e lavoro etico in opposizione a quello che lui dipingeva come il dissoluto establishment romano’’.

di Luigi Manfredi