Bruxelles, 11 aprile 2012 - In Italia manca una legge con un regime sanzionatorio efficace contro la corruzione, e i pochi casi perseguiti sono a elevato rischio di prescrizione. Lo afferma il Gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione (‘Greco’) in un rapporto pubblicato oggi a Strasburgo, dopo aver preso in conto le osservazioni del governo italiano. Il rapporto riguarda anche le lacune del sistema di finanziamento pubblico dei partiti in Italia.

Reprimere con determinazione la corruzione è un’esigenza impellente, osserva il gruppo, che sottolinea la necessità per l’Italia di ratificare la Convenzione penale sulla corruzione del Consiglio d’Europa, con i relativi protocolli addizionali, in modo che siano pienamente integrati nel diritto nazionale e diventino legge dello Stato. L’Italia, rileva il rapporto, è uno dei pochissimi Stati membri del Consiglio d’Europa che non si serve ancora di questi strumenti.
 

Il gruppo Greco, comunque, elogia la magistratura per il lavoro svolto nonostante l’inadeguatezza delle leggi. “A dispetto di queste lacune, un numero rimarchevole di casi di corruzione è stato perseguito in Italia grazie all’azione condotta dai procuratori e dai giudici, che hanno acquisito una vasta esperienza nel campo del perseguimento e del giudizio dei reati di corruzione, contribuendo a stabilire una giurisprudenza di una portata considerevole in materia”, si legge nel documento.

Il rapporto nota poi che “le stesse autorità giudiziarie”, incontrate durante il sopralluogo del gruppo Greco in Italia, il 3 e 4 ottobre 2011, “si sono mostrate preoccupate” per il carattere non abbastanza “effettivo, dissuasivo e proporzionato dell’applicazione concreta delle sanzioni” imposte nei casi di corruzione. Secondo il gruppo, “per il reato di concussione, andrebbe riconsiderata la possibilità prevista per chi corrompe un agente pubblico di andare esente da pena in caso di costrizione o di incitazione” alla corruzione; oppure, se del caso, bisognerebbe “prendere delle misure per attenuare il rischio” che questa possibilità “sia utilizzata in modo abusivo”.

Quanto alla prescrizione, il rapporto sottolinea che “i termini attualmente stabiliti rischiano fortemente di compromettere l’azione dei procuratori e dei giudici. E’ chiaro che la durata (troppo breve, ndr) dei termini per l’archiviazione dei casi di corruzione rischia di rappresentare un problema particolarmente grave nella lotta contro la corruzione, segnatamente quando il caso deve essere archiviato a causa della prescrizione invece che per una decisione nel merito”.

Il rapporto, che ha ottenuto il consenso di rito del governo prima della pubblicazione, contiene 16 raccomandazioni che il gruppo Greco spera siano adottate dall’Italia. Le autorità italiane sono invitate a presentare una relazione sulla loro attuazione entro il 30 settembre 2013.

Il Gruppo degli Stati contro la Corruzione è stato creato nel 1999 dal Consiglio d’Europa (l’organizzazione con sede a Strasburgo, distinta dall’Ue, di cui fanno parte 47 paesi del Continente) per monitorare la regolare osservanza delle leggi anti corruzione. L’Italia ne fa parte dal 2007.