Roma, 12 aprile 2012 - L'intestazione in grassetto riporta la scritta 'The family'. A centro pagina, sulla destra, un solo cognome, Bossi. E alla sua sinistra tre nomi, dall'alto in basso: Umberto (in stampatello maiuscolo) , Sirio (sempre in stampatello, accompagnato da una stentata parentesi graffa) e Renzo (in corsivo, col pennarello). E' in questa sgarrupata cartelletta sequestrata dai carabinieri del Noe, a Roma, nella cassaforte del tesoriere padano Francesco Belsito, che si nascondevano i segreti della contabilità bossiana a spese del partito. Scoperte all'apparenza meno rilevanti rispetto agli ammanchi milionari del margheritino Lusi, ma comunque devastanti sul piano politico. Non certo un bello spettacolo, da fuori. E ancor meno all'interno, per chi ha potuto scartabellare il fascicolo e riscontrare i molti autogol della combriccola di Gemonio. Come l'intercettata segretaria Nadia De Grada aveva del resto anticipato con cruda sostanza milanese.
 

CORTE DEI CONTI - Ieri la cartella 'The Family', insieme con altri atti dell'inchiesta della Procura di Napoli, è stata trasmessa anche al procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, Tommaso Cottone. Cottone dovrà valutare l'esistenza di un possibile danno erariale. Nel caso, potrebbe avviare un'azione di responsabilità nei confronti dell'ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, non escluso il sequestro di beni. Ma più del danno erariale - eventualmente da rifondere - ai piani alti della Lega è il devastante danno d'immagine che ci si preoccupa di medicare, con pietose dichiarazioni come quella di Roberto Maroni - strumentali anche alla sua scalata padana - di un Bossi "raggirato" e quindi - va da sé - ormai impresentabile: ridotto al rango di immaginetta votiva da esibire alle future feste celtiche.
 

POLLAIO SPORCO - Cosa c'era dentro la consunta 'carpetta' leghista? Abbastanza da far tremare qualsiasi leader, tanto peggio il partito che periodicamente propone disinfestazioni al grido di l'è ùra de netà fò ol polèr , in italiano è ora di pulire il pollaio, come rivendicato nella seduta psicanalitica di Bergamo dal premuroso Cristian Invernizzi, segretario provinciale. Ecco un piccolo assaggio (esemplificativo ma non esaustivo) delle prove contabili degne di ramazza.
 

MULTE - Tante le contravvenzioni al codice della strada 'sistemate' dal partito. Peccato fossero tutte rimediate da Renzo Bossi. Quello di cui il Senatur si fidava ciecamente. Solo a titolo di esempio: nella notte tra il 7 e l'8 agosto 2010 il Trota viene segnalato per eccesso di velocità da ben tre autovelox: all'1.50 all'altezza di Fontanellato (Parma), alle 2.10 ad Ospedaletto Lodigiano, alle 2.46 a Cassagno Magnano. Tripletta. Evidentemente il disinvolto figlio del Capo sapeva che qualcuno avrebbe pagato per lui. Un altro verbale riguarda un'infrazione avvenuta il 28 settembre 2010 e rilevata dalla polizia municipale di Modena per aver violato il divieto di accesso nel centro storico. Anche qui ci sono annotazioni: ''DOTT PANINI ROSI MAURO ANGELO ALESSANDRI'' e poi MODENA E 74,00 + 91,00 = 165,00. Poi il 18 ottobre 2010 i vigili urbani di Bologna stangano Renzino mentre si reca a un'imperdibile serata di partito. La scritta ''FESTA LEGA NORD BOLOGNA'' e l'appunto della somma pagata (''78 + 88,80 = 166,80) circostanziano i fatti.  Anche gli occhiuti ghisa milanesi sistemano il Trota il 15 novembre 2010 per sosta vietatissima sul marciapiede in viale Campania. L'appunto scritto a mano è : 78,00 + 92,00 = 170,00. E poiché non si dica che il Nordest si disinteressa alle imprese di famiglia, ecco la notifica del verbale della polizia stradale di Rovigo, con decurtazione di punti sulla patente, per un'infrazione ai limiti di velocità sull'autostrada Bologna-Padova (l'annotazione qui è: FESTA LEGA NORD FERRARA). Ma nella sua personale battaglia con gli autovelox veneti Renzino non sfugge neppure alla polizia stradale di Vicenza l'11 ottobre 2010 sull'autostrada Torino-Trieste, né a quella di Padova l'11 settembre 2010 (qui c'è ancora l'annotazione FESTA LEGA NORD FERRARA: evidentemente il Trota ha beccato la multa sia all'andata che al ritorno).
 

LETTERE ANOMALE - L'Audi A6 del consigliere regionale lombardo fa più danni della grandine. Belsito non sa più a chi affidarsi. Al punto che esternalizza il servizio:  una sua collaboratrice, Tiziana Vivian, trasmette infatti a un consulente contabile un riassuntino delle ultime prodezze stradali, quattro verbali per un totale di 674,53 euro, ma lo fa su carta intestata di Palazzo Chigi, visto che Belsito è sottosegretario (e piuttosto disinibito). 
 

SPESE MEDICHE - La salute è un diritto. Anche in Padania. E così ecco un bonifico di 9901,62 euro partito dal conto della Lega Nord presso la filiale di Roma del Banco di Napoli a favore del "Gruppo Iseni" di Lonate Pozzolo dove Sirio, altro figlio del leader, è stato operato al naso. Nel fascicolo ci sono anche le fatture e la documentazione emessa dalla clinica. Anche il dentista del Senatur reclama gli arretrati e quindi vai con la fattura da euro 1500 recapitata - chissà perché - al partito. Ovviamente all'insaputa del leader.

STRANI BONIFICI - Il tesoriere Francesco Belsito, l'uomo che ora Bossi prova a dipingere come un mezzo mafioso in mano ai servizi, si preoccupa sinceramente della 'Family'. Tra le carte sequestrate spuntano infatti anche due bonifici - da 5 mila euro il 21 aprile 2010 e da 4 mila euro il 13 ottobre 2010 - in favore della moglie del Senaur, Manuela Marrone, su un conto della Banca Popolare di Bergamo, che sembrerebbe intestato anche allo stesso Senatùr. Nella cartella custodita a Roma si rintracciano, chissà perché, altri documenti familiari. Umberto Bossi ha un conto corrente anche alla Banca Popolare di Lodi: l'estratto conto al 31 dicembre 2009 registra un rosso di 46.805 euro, mentre il conto della moglie, nella stessa banca, al 31 dicembre 2009 segna un saldo positivo di 4.848 euro. Nel fascicolo sequestrato dai carabinieri del Noe, guidati dal colonnello Sergio Di Caprio (il mitico Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina) figurano anche appunti ("scudo fiscale"), elenchi  di priorità ("saldo ditte", "lavori Gemonio") e altre annotazioni sparse che rafforzano l'impressione di una totale sovrapposizione tra l'amministrazione del partito e quella della famiglia.  
 

PAGA PANTALONE - Tra i documenti ritenuti più compromettenti c'è infatti un bonifico da 779,38 euro per il pagamento della polizza sulla casa di Bossi a Gemonio diretto a una compagnia assicurativa e ordinato dalla Lega Nord. Il fax - con conferma di versamento - partì dalla segreteria particolare dello stesso Belsito, all'epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Allo stesso genere di prestazioni particolari si riferisce la fattura dell'architetto di famiglia per ''ampliamento edificio residenziale Comune di Gemonio''. E che dire del pagamento di alcune tasse a carico di Umberto Bossi per un ammontare di circa 1.300 euro? Tutto a spese del partito e dell'italianissimo Pantalone. Raggirato anche lui. Quanto meno.