SIAMO al capolinea. La ripresa, tanto promessa e tanto attesa da tutti, non c’è e non ci sarà nemmeno in futuro. Anzi, a breve (cioè nei prossimi mesi) tutto quello che può accadere di nuovo è un aumento della disoccupazione. A questo punto, se davvero qualcuno vuole la ripresa c’è una sola strada: robusto taglio della spesa pubblica e forte riduzione immediata delle imposte. Si dirà che il governo sta facendo la famosa 'spending review' e che quindi siamo vicini all’obiettivo. Ma non è vero e è inutile continuare a prenderci in giro. La 'spending review' è un lavoro minuzioso che va alla caccia degli sprechi più evidenti e che, alla fine, riuscirà a far risparmiare, nella migliore delle ipotesi, qualche decina di milioni di euro. Tutto qui. Probabilmente, quei risparmi non serviranno nemmeno per far fronte agli obblighi del 'fiscal compact' (per cui dovremmo risparmiare 40-50 milioni di euro per vent’anni).

SE SI VUOLE la ripresa davvero, serve altro. In termini espliciti va detto che occorre un taglio molto netto alla spesa pubblica. Oggi le spese dello Stato ammontano a circa 800 miliardi di euro (metà della ricchezza prodotta dal paese in un anno). Ebbene, bisogna tagliarne via almeno 200. Con quei 200 miliardi si possono ridurre le imposte (rilanciando così la ripresa) e si può cominciare a restituire un po' dei soldi presi a prestito (duemila miliardi). Solo che i 200 miliardi non si tagliano con la 'spending review'. Si tagliano avendo in mente un altro Stato. Uno Stato che fa poche cose essenziali, e in modo molto efficiente. E quindi via le province, via almeno cinquemila comuni, via la foresta di aziende controllate da comuni e regioni, via le università inutili, via i dipendenti in sopranumero delle regioni meridionali, ecc. In sostanza, oggi in Italia c’è più di un milione di persone che, al centro e in periferia, vive di politica. E’ una realtà pazzesca, che va corretta, pena fare davvero la fine della Grecia. Lo Stato, però, non può essere cambiato dallo 'strano' governo Monti. A meno che non abbia un preciso e largo mandato dai partiti che lo sorreggono. Ma la politica ha capito che siamo al capolinea e che bisogna voltare pagina? L’alternativa è rimanere fra la vita e la morte per alcuni decenni.

Giuseppe Turani