Roma, 16 aprile 2012 - Altolà di Alfano, Bersani e Casini nella relazione alla loro legge sulla trasparenza dei partiti: "Cancellare del tutto i finanziamenti pubblici ai partiti - già drasticamente tagliati dalle manovre 2010-2011 - sarebbe un errore drammatico, che punirebbe tutti allo stesso modo e metterebbe la politica nelle mani delle lobbies". Dunque, si spiega, "il punto è un altro: trasformare il finanziamento pubblico nella leva per riformare i partiti". E "la strada maestra è quella della discussione e dell’approvazione di una legge organica che trasformi i partiti in associazioni riconosciute, dotate di personalità giuridica, con precisi requisiti statutari" dando attuazione all’articolo 49 della Costituzione.

BOCCHINO (FLI) - "Se cancellare i finanziamenti ai partiti sarebbe un errore drammatico, non ridurli almeno del 50% sarebbe un atto immorale". Lo scrive su Twitter il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino.

DI PIETRO EVOCA I FORCONI - "In un momento così drammatico per il nostro Paese, dove il governo ha colpito le fasce sociali più deboli, la politica deve dare il buon esempio cominciando a tagliare gli sprechi e le vagonate di soldi pubblici incassati". Lo afferma in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "La politica - prosegue - non può far finta di niente e ignorare le condizioni del Paese. Il provvedimento all'acqua di rose proposto da Alfano, Bersani e Casini è una presa in giro per i cittadini e per la dignità delle istituzioni. L'Italia dei Valori si batterà in Parlamento per restituire agli italiani il maltolto. Se si continua così i cittadini arriveranno con i forconi davanti Montecitorio".

L'IDV: FARE PRESTO E BENE - "L'approvazione di una nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti è una vera e propria emergenza nazionale e pertanto serve dare una risposta tempestiva ed incisiva.  Per questa ragione, non solo siamo favorevoli alla legislativa ma saremmo noi a chiederla qualora la maggioranza non provvedesse a farlo". Lo affermano in una nota Antonio Di Pietro, presidente di Idv, Massimo Donadi e Felice Belisario, presidenti dei gruppi Camera e Senato.

"E' chiaro - aggiungono - che l’urgenza non deve essere l’alibi per qualcuno a fare male. Occorre fare presto e bene, agendo su tre pilastri: congelamento della rata di luglio, riduzione drastica dei finanziamenti e controlli veri ed incisivi. La proposta della maggioranza agisce, poco e male, solo sull’ultimo punto, proponendo controlli all’acqua di rose, formali e non sostanziali, che lascerebbero sostanzialmente le cose come stanno".

I RADICALI CHIEDONO LA DIRETTA TV - I sei deputati Radicali daranno il via libera alla sede legislativa in commissione per la riforma dei partiti, se dalla maggioranza "arriverà una risposta: ci date o no la diretta televisiva di due ore in Commissione?", spiega Maurizio Turco. I voti dei Radicali anche questa volta come in altre occasioni saranno decisivi. Per stoppare l'iter 'rapidissimo' in Commissione, domani nella votazione in aula alla Camera serviranno 63 deputati, un decimo dei componenti. Al momento si sono detti contrari i 59 della Lega Nord. Se a questi si aggiungono i Radicali, la riforma si blocca per il voto contrario di 65 deputati.

"Ma sono loro che ci devono dare una risposta - aggiunge Turco al telefono con l'agenzia Dire - e cioè: se vogliono la sede legislativa, noi siamo favorevolissimi a patto che ci dicano che ci sarà la diretta tv sul voto finale del provvedimento in commissione. Due ore di diretta: è la risposta che chiediamo, visto che è una norma storica, attesa da venti anni e non si può votare nel segreto della commissione".