Roma, 4 maggio 2012 - Per il cinquantennale della fondazione di Amnesty International il Quirinale apre le sue porte per la seconda volta in un anno alla più rappresentativa associazione di tutela dei diritti umani. Salgono al cospetto del capo dello Stato la presidente della sezione italisna Christine Weise e Bruno Cagli, presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che dal 5 al 7 maggio celebrerà il 50° compleanno di Amnesty con un programma musicale di altissimo profilo (il Maestro Antonio Pappano dirigerà l’Orchestra e il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia per tre serate di fila).

'CRIMINI CONTRO L'UMANITA'' - In apertura dell’incontro - informa la nota di Amnesty - la presidente Christine Weise ha ringraziato il presidente Napolitano per aver voluto nuovamente ricevere una delegazione dell’associazione e per la sua sensibilità nei confronti dei diritti umani". La rappresentante di Amnesty International ha poi descritto al capo dello Stato le preoccupazioni per la situazione dei diritti umani in Medio Oriente e Africa del Nord, auspicando "una forte presa di posizione dell’Italia affinché siano individuate soluzioni efficaci e rispettose del diritto internazionale per porre fine, in particolare, ai crimini contro l’umanità che stanno avvenendo in Siria".

MASSIMA VIGILANZA - Anche l'Italia è stata al centro del colloquio. La presidente Weise ha infatti rappresentato al presidente Napolitano "le richieste di sostegno nella ricerca della verità e della giustizia provenienti dai familiari delle persone che, nell’ultimo decennio, hanno subito maltrattamenti o sono morte in circostanze che chiamano in causa le responsabilità delle forze di polizia", incoraggiando l'Italia alla piena tutela dei diritti umani "anche quando questi vengano violati da soggetti non statali, quali le aziende e le singole persone".
 

STOP A VIOLENZA SULLE DONNE - Ultimi spunti di lavoro presentati a Napolitano: "l’assenza del reato di tortura" nel nostro codice penale e infine "la firma e ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e sulla lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica". Ferite recrudescenti che la cronaca quasi ogni giorno è costretta a certificare.