Santa Margherita Ligure (Genova), 8 giugno 2012 - Confindustria, che è tra ipoteri forti che, ammette anche il premier, hanno abbandonato il governo Monti (Video), torna all'attacco. E lo fa da Santa Margherita Ligure, dove si svolge il convegno dei giovani imprenditori.

Già dal saluto del presidente di Confindustria {{WIKILINK}}Giorgio Squinzi {{/WIKILINK}}si può sentire l'aria che tira: "Credo che il tempo dell’analisi, delle riflessioni sia irrimediabilmente scaduto, è partito il tempo del fare, dobbiamo agganciarci e mettercela tutta. Crediamo in questo paese. Vogliamo che questo torni ad essere il paese dove è bello fare impresa e ritrovi la via della crescita". 

L'AFFONDO DI MORELLI - L’Italia è in “bilico, sul filo del rasoio” e sta diventando un “paese più povero, diseguale e spaventato”. Una situazione “dura” come questa “impone azioni coraggiose”, ha affermato il presidente dei giovani di Confindustria, Jacopo Morelli, nella relazione introduttiva.

Quella attuale è “un’Italia ai limiti della frustrazione, dove la protesta civile rischia di esondare in rivoli minacciosi e inaccettabili”. è l’allarme.  

“Oltre le statistiche, i saldi di bilancio e i dati finanziari - ha proseguito - le conseguenze sono drammatiche: disoccupazione che cresce, imprese che falliscono, tensione sociale”. Gli under 40 di Confindustria propongono di mettere “le risorse e il nostro impegno per creare lavoro e nuova ricchezza. Noi abbiamo deciso dove stare: in prima linea. Abbiamo deciso di difendere quei principi che stanno oltre il filo spinato della crisi: l’Europa, la legalità, l’innovazione”.

PREMIARE LA PRODUTTIVITA' - L’Italia ha “meno della metà di laureati rispetto alla media Ocse”, è il ragionamento di Morelli. “La colpa - ha sottolineato - non è solo di un mercato del lavoro che, nonostante sia appena stato riformato, continua a essere lontano dalle esigenze dei giovani, ma anche di un’Italia del fisco che non consente margini di manovra nelle politiche retributive”.
Morelli ha ricordato che “le retribuzioni continuano a essere legate solo all’anzianità, invece che premiare la produttività. I giovani sono sempre meno - ha concluso - sono esclusi in larga parte dal mondo del lavoro e dei 2,3 milioni di quelli che non studiano e non lavorano, quasi il 10% ha una laurea”.

POLITICA DEMAGOGICA - Ai giovani di Confindustria “preoccupa la demagogia” della politica, continua Morelli. “I problemi da risolvere non ammettono la scorciatoia dell’urlo e dell’invettiva. Non servono tribuni. Abbiamo bisogno di proposte serie, concrete, realizzabili”.

Per il leader degli under 40 di Confindustria “vogliamo che si riaffermi il primato della politica. Ma chiediamo che la politica riconosca, con fatti e non parole, la centralità dell’impresa nel creare sviluppo e occupazione”.

TASSE ED EVASIONE  - Le tasse “vanno criticate se ingiuste e inique, ma vanno pagate” anche se “hanno superato il limite della tollerabilità e minano la ripresa dello sviluppo - continua Morelli - Anche l’evasione fiscale fa parte della zavorra di inciviltà che attanaglia l’Italia. Le tasse vanno pagate e guai a toccare chi, facendo solo il suo dovere, le fa pagare”.

GRILLI - "La situazione era gravissima e continua ad essere grave. Non possiamo continuare a ragionare in termini usuali, dobbiamo continuare a ragionare in termini emergenziali, su tutti i fronti". Lo afferma il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, intervenendo proprio al convegno dei giovani di Confindustria.

SVIMEZ - Il Pil in Italia registrerà una contrazione dell’1,8% nel 2012. In particolare al Centro Nord segnerà un -0,8% e al Sud -2,9%. E’ quanto prevede la Svimez tenendo conto degli effetti della manovra. Nel 2013 invece, il Pil avrà un leggero aumento dello 0,3%, frutto di un +0,4% nelle regioni centro-settentrionali e di un -0,1% di quelle meridionali. Inoltre, secondo lo studio Svimez-Irpet , le quattro manovre effettuate nel 2010 e nel 2011 e approvate dal precedente e dall’attuale Governo hanno un impatto complessivo sul Pil più pesante nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord. Comportano infatti un effetto depressivo sul Pil dell’1,10% in Italia, differente a livello territoriale: 8 decimi di punto nelle regioni centro settentrionali e 2,08 punti percentuali in quelle meridionali.