Roma, 8 giugno 2012 - Il governo metterà la fiducia sul ddl corruzione, e se questa non ci sarà l’esecutivo tornerà a casa. Lo ha affermato il ministro della giustizia Paola Severino a margine del Consiglio Ue giustizia a Lussemburgo, dicendosi comunque “serena”.

In vista del voto di fiducia, “sono assolutamente serena perché credo che il provvedimento sia importante, corretto e condivisibile, se il Parlamento lo condividerà ci darà la fiducia, e se non ci darà fiducia torneremo a casa, e sono serena anche su questo secondo caso”, ha sottolineato il ministro.

“Abbiamo chiaramente enunciato questa ipotesi” di porre la fiducia sul ddl "già venerdì", perché, ha ricordato Severino da Lussemburgo, “se non si faranno passi in avanti e se non c'è nessuna iniziativa da parte dei partiti per sbloccare la situazione, il governo dovrà necessariamente chiedere la fiducia”. E dato che “stiamo parlando di fiducia, se non ce l’abbiamo torniamo a casa, è una conseguenza ineludibile se questa viene meno - ha sottolineato la titolare di via Arenula - La fiducia viene posta dal governo, quindi se il governo non la ottiene, il governo torna a casa”.

“Ciò su cui mai mi sono dichiarata disponibile è considerare la giustizia merce di scambio”, in quanto il progetto riforma sui reati contro la pubblica amministrazione “è un progretto serio e la serietà non si scambia con nulla”.

PDL: VOTEREMO FIDUCIA, MA DIBATTITO SOFFOCATO - Il Pdl “voterà la fiducia” sul ddl anticorruzione anche se “è una scelta che soffoca il dibattito”. Lo annuncia il capogruppo del partito in commissione Giustizia alla Camera, Enrico Costa, dopo che il ministro Paola Severino ha confermato, a margine del Consiglio Ue giustizia a Lussemburgo, l’intenzione di metterla in aula sul testo uscito dalle commissioni se non ci saranno eventi che sbloccheranno lo ‘stallo’ dentro le forze di maggioranza. “Certo- aggiunge Costa interpellato dalla ‘Dire’- i maldipancia sono tanti, ma non credo che manchera’ la fiducia al governo, anche se venisse messa sul testo delle commissioni”.

Il capogruppo del Pdl spiega che “rientra nelle facoltà del governo chiedere la fiducia sui provvedimenti e noi la voteremo. Certo- continua- avremmo potuto ancora fare nostre argomentazioni. La fiducia non credo che sia la scelta migliore per il dibattito e il dialogo, il parlamento è la sede del confronto”. Se Severino, continua Costa, “deciderà di mettere la fiducia sarà una sua scelta. Però voglio sottolineare che il passato governo, quando poneva la fiducia, veniva accusato di soffocare il dibattito. Sono curioso di sapere cosa farà ora il Pd”.

PD: VOTEREMO, MA TESTO SAREBBE DA MIGLIORARE - “La fiducia la possiamo accettare solo sul testo uscito dalle commissioni”. E’ quanto dice la capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti. “Certo- osserva Ferranti- quel testo sarebbe ancora migliorabile e per questo noi avevamo presentato emendamenti in aula per raddoppiare la prescrizione, rendere più effettive le pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici e per l’aumento nel massimo di alcune pene che sono rilevanti ai fini della prescrizione. In ogni caso- continua- il nostro consenso sara’ sul testo delle commissioni e non accetteremo alcun intervento sui processi in corso”. L’esponente del Pd, che nei giorni scorsi è stata la ‘voce’ del partito negli incontri tecnici con Severino, aggiunge: “Votare la fiducia è un atto di responsabilità e comunque il ddl che abbiamo votato in commissione e’ gia’ un passo avanti rispetto al vecchio testo Alfano, risponde alle richieste che ci arrivano dagli organismi internazionali. Avremo a disposizione altri strumenti per la lotta alla corruzione”.

IDV: TESTO AMMAZZA PROCESSI - "Questo ddl anti-corruzione non ci convince. E non ci convince neanche il ricorso all’annunciata fiducia che, d’altra parte, non è più una novità per questo governo’’. E’ quanto scrive, in una nota, il deputato Idv Federico Palomba, capogruppo in commissione Giustizia.

"Manteniamo forti riserve - aggiunge - sulla questione della derubricazione della concussione per induzione, un’ipotesi che non ha un fondamento ‘tecnico-giuridico’, come invece sostenuto dal ministro Severino, e che deve dunque trovare altre soluzioni. Con i nostri emendamenti abbiamo chiesto che i reati di concussione e corruzione vengano trattati allo stesso modo. In materia di concussione continuiamo a pensarla come la magistratura milanese perché non è solo una norma ‘salva-Ruby’ ma anche ‘salva-Penati’ e ‘ammazza-processi".

"Punire, infatti, meno severamente la concussione per induzione significa non solo abbassare il livello di guardia - conclude - ma arrivare all’estinzione di molti processi, compresi quelli a carico di imputati eccellenti dei partiti di governo. Confidiamo dunque sul fatto che il ministro Severino voglia tornare sui suoi passi. In questo caso troverebbe il consenso dell’Idv’’.