Roma, 12 giugno 2012 - Vendola si candida per le primarie. E vede nella linea espressa da Stefano Fassina la sponda giusta all’interno del Pd per trovare "quel vincolo di coalizione — ha detto al Quotidiano Nazionale — ed impedire di replicare i penosi spettacoli dell’ultimo governo di centrosinistra". La fuga in avanti del leader di Sel ha scosso, ieri, le acque dei democratici ancora alle prese con la polemica al calor bianco innescata proprio dal responsabile economico del partito, appunto Fassina, e dal suo sodale Matteo Orfini. Che in barba alla linea del partito di sostegno a Monti, hanno chiesto a gran voce le elezioni anticipate. Ebbene, ieri anche Bersani è tornato a parlare dell’esecutivo. "Stiamo garantendo la governabilità senza poter governare — ha ‘confessato’ il leader Pd — che è faticoso, ma il Pd lo fa con lealtà. E vogliamo anche parlare del futuro".

Un futuro che passa, ovviamente, per le primarie. Dove incombe Vendola. Solo che Matteo Orfini prevede un risultato opposto a quello ipotizzato dal leader di Sel. "Quello che sostiene Vendola, ovvero che ci sia una parte del Pd pronta a seguirlo contro la linea della segreteria, la vedo come una possibilità difficile da realizzarsi — ragiona ad alta voce — casomai penso il contrario, che nelle primarie di coalizione sarà Bersani a recuperare voti dentro il partito di Vendola; è Bersani la linea del futuro...".

Insomma, la fronda interna al Pd sbarra comunque la strada a Vendola all’esterno, mentre Rosy Bindi chiude le porte in faccia a Matteo Renzi dall’interno: "Le primarie non potranno che essere di coalizione — sostiene la presidente — e dovremo anche fare i conti con delle regole, compreso lo statuto del partito che non prevede la partecipazione di altri iscritti al partito oltre al segretario". Il sindaco di Firenze, dunque, dovrebbe stare a guardare. D’altra parte, dice sempre la Bindi, "noi abbiamo votato la relazione del segretario che ha indicato un processo ben preciso, prima di tutto una nuova legge elettorale, poi una grande fase di elaborazione programmatica, aperta a tutti quei partiti con i quali intendiamo fare un’alleanza di centrosinistra aperta ai moderati di centro, con i movimenti, con potenziali liste civiche".

Gli ha fatto eco Vannino Chiti. "Un partito deve utilizzare le primarie come uno strumento importante e nuovo del suo fare politica — ha detto il vicepresidente Pd del Senato — se un partito fa coincidere le primarie con la politica tout court allora sbaglia. A volte sembra che a Firenze ci sia soltanto un desiderio prima ancora di sapere chi c’è alle primarie, quali sono i punti programmatici di fondo, prima ancora di dare un contributo per definire il programma a dire quali sono i candidati".

Elena G. Polidori